Obsidian Entertainment negli ultimi anni è stato uno studio molto attivo sul panorama videoludico, e parliamo quasi sempre di prodotti di un certo rilievo, che ci hanno accompagnati con storie magnifiche e diversi contesti narrativi, e in alcuni casi, anche generi. Il 2019 fu proprio l’anno di The Outer Worlds, che portò i nostri orizzonti in un’ambientazione sci-fi, dove per certi versi la devastazione e la composizione del mondo ricordavano quelli di Fallout. Il gioco usciva proprio a ridosso della maxi acquisizione da parte di Microsoft negli Xbox Game Studios, ma la pubblicazione rimase a Prviate Division. Oggi, ben 6 anni dopo e dopo una parentesi che ci ha visti tornare al fantasy con Avowed, ci troviamo finalmente a parlare di un nuovo titolo della serie, che non troviamo direttamente collegato al precedente a livello di trama, ma che ne condivide lo spirito. Procediamo però nel dettaglio con la recensione di The Outer Worlds 2.
Welcome to Arcadia!
Con un video di introduzione propagandistico abbastanza eloquente e un menù di gioco con tanto di mascotte che rompe la quarta parete, veniamo introdotti al reclutamento del nostro personaggio come agente del Direttorato Terrestre. Qui – senza molti indizi, almeno per il momento – inizieremo la creazione dell’avatar, personalizzandolo sia esteticamente, sia con abilità e tratti che rispecchiano il nostro stile di gioco. La cosa divertente, e che di certo crea un certo flavour nel gioco, è che addirittura potremo scegliere di essere praticamente un buono a nulla, finito lì quasi per caso. Se le scelte più determinanti non vi soddisfano, sappiate che dopo la prima fase di gioco, che funge un po’ da tutorial, potrete ridistribuire alcuni dei valori, ma non vi diciamo altro per evitare spoiler. Nonostante la prima parte del gioco si riveli un’introduzione in pompa magna, sarà solo dopo che inizieremo a fare le cose seriamente.
Ci ritroveremo nella colonia di Arcadia, luogo dove è stata creata niente meno che la tecnologia del motore a proiezione, un sistema che tra vari pianeti e satelliti, è spartito tra diverse fazioni che cercano di far valere la propria egemonia, con le loro ideologie e le loro leggi. Noi del Direttorato Terrestre siamo merce rara da queste parti, ma ovunque ci gireremo ci sarà qualcuno dei corporativi della Soluzioni della Zia, di Sub Rosa, e della setta dell’Ordine dell’Ascendente, ovvero l’ordine religioso degli estremisti del Protettorato, attualmente in ribellione. Il nostro compito sarà quello di scoprire l’origine delle devastanti fratture che minacciano di annientare l’intera umanità.
Le fazioni e la popolazione reagiranno ad ogni nostra azione o scelta, che saranno fondamentali per guadagnare il loro favore nei nostri confronti… o il loro disprezzo. Senza anticiparvi nulla, vi diciamo che anche i nostri compagni avranno le loro idee, i loro bisogni, e la loro fedeltà a un vessillo, quindi dovremo essere particolarmente attenti a ciò che facciamo, per ottenere quello che vogliamo. La storia sarà quindi influenzata, e la piega che prenderà sarà sempre in base alla via che vogliamo seguire: la diplomazia è l’arma giusta? Oppure lo è agire da stratega? O ancora non si bravi con le parole e si vuole solo scatenare il caos? Ogni approccio ci manderà avanti, con un risultato sempre diverso, ma tenete sempre s’occhio la vostra reputazione.
Non ci sbilanceremo oltre su narrazione o trama, perché l’esperienza fondamentale di The Outer Worlds 2 sta proprio nello scoprire e nel reagire come meglio si crede, tra colpi di scena – divisi tra prevedibili e non – e scelte determinanti.
Un equipaggio variegato
La struttura di gioco utilizzata da Obsidian è molto simile a quella del primo titolo, ma con qualcosina in più: forte dell’esperienza fatta con The Outer Worlds, ma soprattutto con Avowed, molte delle caratteristiche di The Outer Worlds 2 dal punto di vista del menu, dell’esplorazione e dalla gestione delle missioni è proprio riconducibile al gioiellino fantasy che abbiamo potuto giocare a inizio anno.
Una delle caratteristiche che però riprende questo titolo più delle altre, è quella legata al reclutamento dei compagni. Quando inizieremo infatti il nostro equipaggio sarà ridotto al minimo storico, e sarà proprio accettando missioni, e continuando nella storia, che la nostra crew potrà arricchirsi con nuovi arrivi. Attenzione, non è obbligatorio, e addirittura potremo “congedare” coloro che ci seguiranno, ma ci perderemmo parecchie storie e missioni interessanti, narrativamente e ludicamente.
Questi personaggi possiedono tratti, origini e obiettivi differenti. E si, anche fazioni, quindi attenzione a dove li portate e cosa fate. Che voi scegliate di aiutarli a realizzare i loro sogni, risolvere i loro problemi, o semplicemente di farvi coprire le spalle mentre lavorate per i vostri scopi, saremo proprio noi giocatori a determinarne la crescita… o la morte. Ricorderanno spesso ciò che diremo, reagiranno alle nostre azioni, e talvolta potrebbero decidere di abbandonarci di loro spontanea volontà, se le nostre azioni non gli andassero troppo a genio. Ovviamente anche sul piano del gioco saranno fondamentali, perché potremo dargli dei comandi per sfruttare le loro abilità in combattimento, curarci, e così via.
Prendila come viene!
TOW2 è un action RPG / FPS, ma potremo cambiare a nostra discrezione la telecamera. Come eravamo già abituati, potremo dettare noi le tempistiche della nostra avventura, viaggiando e spostandoci in mappe open world abbastanza circoscritte – attenzione, non piccole – per ogni pianeta. Quindi se ci metteremo a parlare con i vari personaggi importanti e altri NPC, ci ritroveremo nel menu un vero e proprio “albero di natale” di missioni, suddivise in principali, secondarie, incarichi, missioni compagno e così via. Chiaramente starà a noi scegliere l’ordine in cui completarle (salvo un paio di occasioni specifiche in cui verremo avvertiti), quindi possiamo anche scegliere di tornare sui nostri passi in un secondo momento se qualche zona risultasse troppo ostica, o richiedesse delle caratteristiche – ancora – non in nostro possesso.
Anche questa volta, Obsidian ha scelto per il suo gioco un tono scherzoso e goliardico, ormai marchio di fabbrica di The Outer Worlds, cosa che ci ha accompagnati in modo più che degno durante la storia, ma diventando anche oltremodo serio nei momenti di storia più tesi.
La gestione dei punti caratteristica, e dei vantaggi va di pari passo col nostro salire di livello, e potremo scegliere come gestirli anche in base alle nostre esigenze “sul momento”. Chiaramente ogni scelta va ponderata anche in base al nostro team di compagni preferito, e allo stile di gioco che stiamo adottando. Anche l’equipaggiamento sarà fondamentale, che potremo anche modificare o smantellare con un basilare – e per questo più che apprezzato – sistema di crafting ai banchi da lavoro. Qui potremo anche dare una raddrizzata agli equipaggiamenti dei nostri compagni di viaggio.
Un paesaggio particolare
Come detto, potremo anche modificare la telecamera mentre giochiamo. In questo modo, ci viene data la possibilità di apprezzare da più punti di vista le coloratissime ambientazioni, che purtroppo nonostante le loro peculiarità finiscono per somigliarsi un po’. Gli scenari sono effettivamente variegati, e non vi nascondiamo che determinate zone hanno richiesto un occhio abbastanza attento per essere raggiunte, ma il loro essere reciprocamente simili ha un po’ spezzato il senso di meraviglia. La buona gestione del menu, delle mappe e dei viaggi rapidi va quindi a scontrarsi con un level design un po’ piatto per l’estetica, ma intrigante per la costruzione.
Anche graficamente la questione si ritrova un po’ nel mezzo: nonostante i visi e le espressioni facciali rendano particolarmente bene, i modelli dei personaggi davvero ottimi, così come quelli delle creature (anche quelle di contorno, che non è scontato), ci andiamo a scontrare con delle texture a volte “così e così”, o che addirittura si caricano in ritardo (abbiamo testato il gioco su Xbox Series X).
Il supporto alla risoluzione 4K nativa e Ray tracing è più che gradito, ma da contraltare e a spegnere un po’ quella magia ci sono alcuni difetti grafici a cui purtroppo possiamo dire di esserci abituati, come accadeva anche con TOW e Avowed. In particolar modo ci sono capitati sotto mano – anche dopo la patch – dei difetti grafici abbastanza grossolani tra bug e glitch, che hanno in un certo senso “spento” la nostra immersione nel gioco, come personaggi che scompaiono, oggetti che volano, o cose simili. Sono tutti difetti che sicuramente saranno corretti a breve, ma che effettivamente allo stato attuale ci sentiamo di dover sottolineare.

