Alice In Borderland: Stagione 3 Recensione, la mossa del Joker

Ecco la nostra recensione della Stagione 3 di Alice in Borderland, che riporterà Arisu e Usagi ancora una volta a lottare per la sopravvivenza.

Gianluigi Crescenzi
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Gianluigi Crescenzi
Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto...
- Deputy Editor
Recensioni
Lettura da 7 minuti
7.5 Buono
Alice in Borderland - Stagione 3

Torna la terza stagione di quello che per un periodo è stato un vero e proprio fenomeno sulle piattaforme streaming: la terza parte di Alice in Borderland, che sembra possa chiudere definitivamente i conti stavolta, è uscita su Netflix il 25 settembre 2025, e oggi ve ne parliamo in recensione. In essa ritornano i protagonisti principali: ovviamente Arisu (interpretato da Kento Yamazaki) e Usagi (Tao Tsuchiya), ora sposati e con una vita che pare normale nel mondo reale, ma turbata da ricordi confusi del Borderland che non sembrano riconoscere. La nuova stagione introduce però anche nuovi personaggi interessanti, alcuni che si rivelano determinanti per la storia: tra tutti, Ryuji (Kento Kaku), Nobu, Rei (Tina Tamashiro) e Sachiko.

Come da copione, i temi generali restano la sopravvivenza, il dolore, il sacrificio, e il come si ricostruisce la propria personalità dopo eventi traumatici, a cui però stavolta si aggiunge in modo prepotente il futuro. Coloro che hanno letto i fumetti ancora una volta si troveranno di fronte qualcosa di totalmente nuovo, dato che questa terza stagione nulla ha a che fare con la controparte cartacea, né tanto meno ci sono dei richiami al volume extra “Alice in Borderland: Retry“, con cui gli unici punti in comune sono il ritorno a Borderland e un’altra cosa specifica che riguarda la coppia, ma che non vi anticiperemo. Ci sarà tuttavia un gioco comparso nei fumetti, che vi faremo scoprire da soli.

Un ritorno di “pochi secondi”

Dopo gli eventi della stagione 2, Arisu e Usagi hanno lasciato il Borderland e vissuto nel mondo reale senza i ricordi chiari di ciò che hanno passato. Sono sposati, sembrano aver trovato un equilibrio, ma Usagi è tormentata da sogni, visioni e dal ricordo della morte del padre che non ha mai veramente elaborato. Questa fragilità viene manipolata da Ryuji, uno studioso ossessionato dall’aldilà, che con la complicità di un personaggio che non vi riveliamo, la spinge a tornare nel Borderland con “un’esperienza di pre-morte indotta”. Quando scopre la sparizione di Usagi, e dopo una “visita inaspettata”, Arisu non ha scelta: ritornare sull’orlo della morte per salvarla, affrontando nuovi giochi molto più ambiziosi, simbolici e mortali, culminanti in una versione finale del gioco che mette sotto pressione non solo la sopravvivenza fisica, ma anche la forza psicologica, la memoria e la scelta.

Le interpretazioni degli attori principali restano solide: Kento Yamazaki dà ad Arisu una profondità più adulta, segnata dal senso di responsabilità nei confronti di Usagi e da quel bagaglio di esperienze passate che non lo lasciano mai. Tao Tsuchiya dalla sua parte (Usagi) mostra bene il conflitto interiore: la spinta a guarire, ma anche la tentazione di restare imprigionata nel dolore, nel desiderio di rivedere il padre anche se ciò significa rischiare tutto. Tra i nuovi, Tina Tamashiro (Rei) riesce, nelle prime fasi soprattutto, a emergere come personaggio intrigante, con un mix di mistero e personalità forte, cosa che però si perde subito dopo il termine del gioco che la vede tra i protagonisti. Un vero peccato, dato che la sua perdita di importanza – più per copione che per altro – sembra abbia condizionato anche parte della sua interpretazione. Gli altri personaggi contribuiscono, ognuno con il suo momento di gloria, ma il focus si stringe sempre più su Arisu/Usagi, come era inevitabile.

Una stagione forzata?

Una delle prime critiche che potrebbero emergere, è che la stagione 3 sembri una forzatura, nel senso che la storia sembrava già conclusa con la stagione 2, e ci si interroga sull’effettiva coerenza nel creare una terza. La pace, il ritorno al mondo reale, la chiusura di molti giochi: sembrava che fosse finita. La morte del padre di Usagi sembrava anch’essa un qualcosa di “chiuso”, e ritirarla fuori è sembrato un pretesto bello e buono, quando – effettivamente – se l’idea era di sfociare in qualcosa di “fuori dal fumetto”, tanto valeva sfruttare dei buchi di trama del passato, o magari gli amici di Arisu venuti a mancare nella stagione 1.

Tuttavia, ci sono motivi per cui la stagione 3 può funzionare o almeno essere accettabile da un punto di vista contenutistico e morale. Prima di tutto offre una chiusura diversa, mostrando cosa succede dopo che sopravvivi a qualcosa di così estremo: come si vive, come si ricostruisce, come si convive con la memoria e il peso del trauma. Inoltre le relazioni tra i sopravvissuti mostrano crescita: non solo i protagonisti, ma anche gli altri: la soluzione finale premia sacrifici, scelta consapevole, e accettare le ferite interiori. Viene poi dato spazio a quei personaggi che una chiusura vera e propria non l’avevano avuta in passato (evitando spoiler), cosa che abbiamo particolarmente gradito.

Da un punto di vista meramente intrattenitivo invece, la stagione 3 ci porta nuovi giochi e nuove sfide, con tensione ed adrenalina a go-go, che mantengono molto del fascino originale della serie, portandolo ad un livello ancora più psicologico. Alcuni giochi sono ben congegnati, visivamente potenti, e riescono a generare tensione. Un paio di giochi in particolare però sembrano veramente esasperati, tanto da portarci anche alla rottura della sospensione dell’incredulità (Tokyo Tower, parliamo di te).

Nonostante tutto Alice in Borderland stagione 3 riesce a consegnare un messaggio che risuona: le esperienze delle prime stagioni, con tutto il loro orrore e la loro follia, non sono state vane. Il gioco è anche la vita stessa, e il bagaglio che i personaggi si portano inconsciamente dietro, è qualcosa che li fa crescere e non li abbandonerà mai.

Alice in Borderland - Stagione 3
Buono 7.5
Voto 7.5
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.