Coriolis: The Great Dark Recensione, un universo di esplorazioni, intrighi e misteri senza confini

Dalle strade di Ship City al vuoto siderale: perché Coriolis The Great Dark è un GDR senza paragoni? ve lo spieghiamo nella nostra recensione!

Nicolò Rovai
Lettura da 14 minuti

Quando si parla di giochi di ruolo capaci di unire estetica, atmosfera e meccaniche adatte al tema di riferimento, il nome di Coriolis finisce sempre per emergere. Dopo il successo di The Third Horizon, ambientazione evocativa fatta di misticismo orientaleggiante e complotti spaziali, Free League ritorna con un nuovo capitolo: Coriolis: The Great Dark. Non un’espansione, ma un vero e proprio universo autonomo, che raccoglie l’eredità del primo gioco e la reinterpreta con una freschezza sorprendente.

Con The Great Dark, di cui vi parliamo in questa recensione, Free League si sposta verso le spedizioni artiche e polari dell’Ottocento e del primo Novecento: un immaginario fatto di ghiacci, navi rompighiaccio, coraggio disperato e mistero. Non è più un viaggio in una “via delle spezie cosmica”, ma una corsa verso l’ignoto, come quella dei grandi esploratori che tentarono di raggiungere il Polo Nord o attraversare passaggi inesplorati.

The Great Dark è un manuale che si sfoglia quasi con devozione. Le illustrazioni sono dense di dettagli, capaci di alternare il buio siderale alle architetture visionarie di Ship City, simboli e iconografie che trasmettono un senso di mistero e sacralità. Più vicino a un artbook che a un semplice regolamento, invita a soffermarsi su ogni tavola, nutrendo l’immaginazione prima ancora di lanciare i dadi. Ma non è solo estetica: la struttura editoriale è chiara e ben calibrata. I capitoli guidano gradualmente dal contesto narrativo alle regole pratiche di gioco, senza mai sacrificare coerenza e facilità d’uso. È un manuale che racconta e al tempo stesso fornisce strumenti concreti, ideale tanto per il neofita quanto per il veterano.

 Un mondo di ombree luce

La storia di The Great Dark prende forma dopo la Diaspora – quando l’umanità ha abbandonato il Terzo Orizzonte per cercare rifugio in nuove terre – costruendo la Ship City, un enorme asteroide scavato e trasformato in metropoli, come ultimo baluardo nel cuore del sistema Jumuah.

Ma ciò che appare come una rinascita porta con sé le cicatrici di un esodo forzato: i Corioliti vivono sospesi tra memoria e decadenza, le Gilde controllano ogni risorsa vitale e, nelle periferie del potere, criminalità organizzata e predoni si muovono nell’ombra. I Navigators dominano i viaggi nello spazio, i Machinists mantengono in vita macchinari e infrastrutture, i Gardeners garantiscono cibo e ossigeno, mentre gli Explorers, pur essendo i più piccoli, incarnano la spinta verso l’avventura e la scoperta delle rovine dei misteriosi Builders, civiltà scomparsa da mezzo milione di anni. A queste forze si affiancano fazioni minori come i religiosi Corioliti, che tentano di dare senso al caos, o il temuto Black Toad, che prospera negli interstizi della criminalità.

Il mondo di The Great Dark è un fragile ecosistema narrativo, sospeso tra speranza e disperazione: sopravvivenza, politica e fede si intrecciano in un contesto costantemente minacciato dalla scarsità di risorse, dalle enigmatiche rovine e dal contagio oscuro della Blight. In questo scenario, le spedizioni degli eroi non sono semplici avventure, ma veri e propri atti di resistenza contro un universo ostile.

Gli esploratori, i loro ruoli, e i Garuda

I giocatori vestiranno i panni dei membri della Gilda degli Esploratori, la più piccola e vulnerabile tra le grandi Gilde di Ship City, ma anche l’unica che vive per l’avventura e la scoperta nel vasto e pericoloso Lost Horizon. Non sono gruppi improvvisati, ma ogni equipaggio è una vera e propria squadra, in cui ciascun ruolo definisce l’identità e le possibilità di gioco.

La creazione dei PG  in Coriolis è un processo ricco e profondamente collaborativo, pensato per intrecciare meccaniche di gioco e narrazione. L’utilizzo delle tabelle rende questo processo interattivo e variabile: ogni tiro può portare a combinazioni inaspettate, stimolando la fantasia dei giocatori e favorendo una maggiore integrazione del personaggio nell’ambientazione. In pratica, le tabelle trasformano la creazione del PG in un gioco dentro il gioco, in cui ogni scelta contribuisce a costruire un Explorer originale, pronto ad affrontare le sfide del Lost Horizon.

Ogni decisione definisce non solo le capacità pratiche dell’Explorer, ma anche il suo ruolo all’interno dell’equipaggio, composto da figure chiave come il Delver, il Scout, il Burrower, il Guard e l’Archaeologist. Ciascuno possiede attributi e manovre specifiche, fondamentali quando ci si addentra nelle misteriose rovine dei Builders, tra esplorazione, pericoli e enigmi da decifrare.

Il sistema di progressione valorizza sia il percorso individuale che il lavoro di squadra. Gli Explorer accumulano punti esperienza (XP) per affinare talenti e apprendere nuove abilità, mentre la crew guadagna punti di squadra (CP) per apprendere nuove manovre, potenziare il Garuda (vi diremo tra poco di cosa si tratta) e migliorare i veicoli. Ogni avanzamento è direttamente collegato alle azioni compiute durante le sessioni di gioco: esplorare rovine sconosciute, affrontare sfide insieme, risolvere enigmi o collaborare con le varie fazioni. Il risultato è un’esperienza profondamente immersiva, dove lo sviluppo del personaggio e le dinamiche di gruppo si fondono in una narrazione avvincente e coinvolgente.

A rendere ancora più affascinanti queste spedizioni c’è la presenza dei Garuda che rappresentano una delle innovazioni più affascinanti presenti in Coriolis: The Great Dark. Queste creature artificiali, create dagli antichi Builders, assumono la forma di uccelli dalle fattezze quasi divine, sospesi tra tecnologia e misticismo. Ogni squadra di esploratori ne possiede uno, e il loro ruolo va ben oltre l’estetica: i Garuda proteggono dal contagio della Blight, aiutano a scansionare e decifrare le rovine, e forniscono poteri unici che possono ribaltare il corso di una spedizione.

Ne esistono tre tipologie principali: i Ward, difensori silenziosi e scudi viventi; le Guide, compagni orientati all’esplorazione e al supporto dell’equipaggio; e gli enigmatici Specter, entità quasi spettrali legate a poteri inspiegabili. In gioco, i Garuda rappresentano un alleato costante ma anche un mistero da interpretare: nessuno conosce davvero perché i Builders li abbiano creati, né fino a che punto possano influenzare il destino dell’umanità nel Grande Buio. La loro presenza aggiunge strumenti concreti di gioco e un alone di misticismo, trasformando ogni missione in un’esperienza che mescola avventura, tensione e meraviglia.

Le Rovine, il Blight, e i Builders

Il cuore dell’avventura è rappresentato dalle spedizioni nelle rovine dei Builders. Ogni rovina è un enigma da esplorare, piena di artefatti da recuperare, minacce da affrontare e misteri da decifrare. La più grande insidia è il Blight, un’infestazione organica che contamina le strutture e mette a rischio sia il corpo che la mente degli esploratori. Eppure, proprio laddove il Blight si insinua, si trovano spesso gli artefatti più preziosi, trasformando ogni missione in un bilancio tra rischio e ricompensa.

Il sistema di gioco utilizzato resta lo Year Zero Engine, ma con raffinamenti che ne amplificano la profondità narrativa. Le azioni dei personaggi si risolvono attraverso il lancio di due gruppi di dadi a sei facce, ciascuno con una funzione specifica. I dadi chiari rappresentano le capacità naturali del personaggio, come forza, agilità, logica, insight ed empatia, e includono anche i talenti acquisiti. I dadi scuri, invece, riflettono l’equipaggiamento o gli strumenti utilizzati: armi, dispositivi tecnologici e altri strumenti specializzati.

Per compiere un’azione, si somma il valore dell’attributo pertinente con il livello del talento associato e si tirano tanti dadi quanti indicati da questa somma. Ogni dado che mostra un 6 rappresenta un successo: se si ottiene almeno un successo, l’azione va a buon fine.

Se il risultato non è sufficiente, il giocatore può scegliere di “spingere” l’azione, rilanciando i dadi non riusciti. Questo però comporta dei rischi: ogni dado chiaro che mostra un 1 fa perdere al personaggio un punto di speranza, mentre ogni dado scuro con 1 può danneggiare l’equipaggiamento, riducendone l’efficacia o persino distruggendolo. In questo modo, il sistema di push trasforma la meccanica in una scelta narrativa: ogni successo ottenuto a costo di rilanci ha conseguenze sullo stato psicologico del personaggio o sulle sue risorse. Il risultato è un sistema elegante che unisce strategia e narrazione: i giocatori devono valutare rischi e benefici, scegliendo con attenzione quando spingere i propri dadi e accettando che ogni successo può avere un prezzo. Il push rende ogni momento nel Lost Horizon più immersivo, perché anche il semplice tentativo di raggiungere un obiettivo può avere un impatto sulla storia e sul destino dell’Explorer.

Anche la gestione delle risorse diventa parte integrante del gioco. I supply points astraggono in modo elegante cibo, ossigeno, acqua, munizioni ed energia, trasformando il mero conteggio in una componente narrativa: pianificare un viaggio, affrontare una missione o esplorare le rovine dei Builders significa sempre confrontarsi con la tensione della sopravvivenza. Il sistema rende palpabile la precarietà del Lost Horizon senza appesantire il gioco con dettagli eccessivi, mantenendo alta l’immersione e la suspense ad ogni passo.

Combat System

Il combattimento in Coriolis: The Great Dark è pensato per essere veloce, intenso e pericoloso: ogni scontro può trasformarsi rapidamente in una sfida letale. L’iniziativa non è determinata dai classici tiri di dado, ma da un mazzo di carte numerate da 1 a 10, che introduce un elemento di imprevedibilità e strategia. I giocatori possono scambiare le proprie carte o “tenersi in attesa”, ritardando le azioni per reagire alle mosse dei nemici o approfittare di aperture tattiche, rendendo ogni round più dinamico e interessante.

Ogni turno permette a un personaggio di compiere un’azione e un movimento, mentre le azioni libere e le reazioni mantengono il ritmo serrato, evitando che il gioco si blocchi nei dettagli. A questo si aggiunge l’aspetto cooperativo: le manovre di gruppo, strettamente legate ai ruoli della crew, permettono di combinare le capacità dei membri dell’equipaggio, creando sinergie che possono ribaltare l’esito di uno scontro.

In questo modo il combattimento non è solo una questione di numeri o di dadi, ma diventa una prova di coordinazione, tattica e comunicazione tra i giocatori. Ogni scelta influisce sulla sopravvivenza del gruppo, sottolineando l’importanza di lavorare insieme e di sfruttare al meglio le competenze individuali in un contesto che è allo stesso tempo pericoloso e avvincente.

Sessioni uniche e completamente regolamentate

Il manuale di The Great Dark offre una varietà di strumenti che rendono ogni sessione un’esperienza unica. Dalla vita quotidiana e dagli intrighi nella Ship City, ai viaggi pericolosi attraverso lo spazio e le insidie del Slipstream, fino all’esplorazione di rovine antiche e infestate, ogni aspetto del gioco è dettagliatamente regolamentato. Le regole stabiliscono come affrontare combattimenti o gestire risorse, ma ci guidano anche nella narrazione, permettendo al Game Master di orchestrare eventi imprevisti e sfide ambientali. Questo approccio assicura che ogni partita possa avere sviluppi differenti: le scelte dei giocatori, la gestione dell’equipaggio e il modo in cui affrontano le minacce influenzano direttamente la storia, rendendo ogni sessione un’avventura irripetibile e profondamente immersiva.

In definitiva, Coriolis: The Great Dark è una porta verso un universo vivo e credibile, dove ogni azione, sia essa un complotto cittadino o un’incursione nelle rovine spaziali, contribuisce a creare una storia unica. La profondità del setting ela libertà di esplorazione e alla ricchezza delle possibilità narrative, rendono ogni partita appassionante e dal risultato sempre incerto. Un vero must per chi cerca avventura, e soprattutto per chi ha già amato Coriolis.

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