Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles Recensione, il ritorno di un capolavoro intriso di strategia e intrighi politici

Square Enix ripropone il celebre Final Fantasy Tactics con grafica aggiornata, doppiaggio completo e funzioni moderne, senza snaturarne l’anima originale. Ecco la Recensione!

Simone Lelli
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Simone Lelli
Editor in Chief
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri...
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8.5 Ottimo
Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles

Quando si parla di Final Fantasy, di solito si pensa a mondi fantastici da salvare, a protagonisti che intraprendono un lungo viaggio di formazione e a battaglie a turni in cui magia e tecnologia si intrecciano. È la formula che ha reso grande la saga, dal primo capitolo fino a episodi iconici come il VI, il VII e il IX. Tuttavia, con Final Fantasy Tactics, Square decise di percorrere una strada alternativa, dando vita a un titolo che portava il nome della serie ma che rappresentava qualcosa di profondamente diverso.

Il primo motivo riguarda ovviamente il gameplay, che abbandonava le meccaniche classiche per abbracciare il mondo della strategia a turni su griglia, un genere che in Giappone aveva già successo ma che in Occidente era ancora di nicchia. Il secondo è lo stile narrativo: un intreccio adulto, intricato e spietato, dominato da guerre e giochi di potere più vicini alla politica medievale che alla magia dei cristalli. Era un approccio radicalmente diverso, che anticipava toni e tematiche che solo molto più tardi avremmo rivisto in episodi come Final Fantasy XII e, ancora più di recente, in Final Fantasy XVI.

In altre parole, Tactics portava quasi solo il nome della saga, ma la sua identità era forte abbastanza da ritagliarsi un posto speciale nella memoria dei giocatori. Oggi, con The Ivalice Chronicles, quella stessa identità torna in auge con una veste migliorata, pronta a conquistare sia i veterani sia chi non aveva mai avuto occasione di provarlo.

Una storia adulta e attuale

La trama di Final Fantasy Tactics è rimasta invariata, ma oggi possiamo riviverla con strumenti che ne ampliano la fruibilità. La funzione Chronicle, ad esempio, consente di rivedere i filmati già incontrati, una piccola ma preziosa aggiunta che aiuta a non perdersi nei meandri di una vicenda complessa. E complessa lo è davvero: dietro la Guerra dei Leoni si celano macchinazioni politiche, tradimenti, alleanze effimere e il peso della religione come strumento di manipolazione. Ramza Beoulve, appartenente a una famiglia nobile, si trova invischiato in un conflitto che va ben oltre la sua persona, mentre Delita, suo amico d’infanzia, sceglie una strada di ambizione e calcolo che lo porterà a diventare uno dei personaggi più affascinanti e controversi della saga.

Questa dimensione narrativa, cupa e intrisa di realismo, differenziava Tactics dagli altri Final Fantasy dell’epoca, che si muovevano su toni più avventurosi e fiabeschi. Ancora oggi, però, risulta attuale: i conflitti sociali, la lotta per il potere e le ingiustizie sono temi che continuano a risuonare con forza. Il doppiaggio in giapponese e inglese aggiunge spessore alle vicende, rendendo i dialoghi più coinvolgenti. Peccato per la mancanza della localizzazione in italiano, che avrebbe reso l’esperienza più digeribile a chi non ha familiarità con l’inglese e che potrebbe scoraggiare chi cerca un accesso più immediato a una trama già di per sé intricata.

Un’operazione di preservazione

All’interno del pacchetto troviamo due versioni: l’originale e quella aggiornata. La filosofia dietro The Ivalice Chronicles non è stata quella di reinventare, ma di preservare. Non un remake totale come visto in altri casi (Final Fantasy VII Remake, per esempio), ma una sorta di “remaster potenziata” che mantiene intatta la struttura originale, aggiungendo al contempo miglioramenti tecnici e di qualità della vita.

Gli sprite sono stati ridisegnati per apparire più nitidi, ma senza rinunciare allo stile 2D che ha reso unico il gioco. La risoluzione è stata aumentata, i menù resi più comodi e intuitivi, e l’interfaccia generale modernizzata. Il risultato non è un titolo dall’aspetto completamente nuovo, ma una versione che permette di godere dell’opera senza le limitazioni tecniche dell’epoca.

Questa scelta può sembrare conservativa, ma risponde a un obiettivo chiaro: rendere di nuovo accessibile un gioco che era rimasto intrappolato nelle piattaforme del passato. Non c’è un tradimento dell’opera originale, anzi: c’è la volontà di consegnarla intatta alle nuove generazioni, con giusto qualche accorgimento per non respingerle.

Il cuore tattico del gameplay

Il gameplay è ciò che più distingue Final Fantasy Tactics dal resto della saga. Invece di combattere a turni in un’arena statica, ci si muove su una griglia tridimensionale, dove ogni casella e ogni dislivello contano. Posizionare un arciere su un’altura, circondare un nemico o bloccare un passaggio diventano decisioni cruciali, capaci di ribaltare l’esito di una battaglia.

Ogni turno va pensato con attenzione: spostare un personaggio significa esporlo o proteggerlo, e scegliere se attaccare, curare o usare magie implica sempre un calcolo sul tempo di esecuzione e sull’efficacia. È un tipo di esperienza che richiede calma e riflessione, lontana dall’immediatezza degli action RPG moderni, ma che sa regalare una soddisfazione unica quando una strategia va a buon fine. In Giappone, questo genere era già consolidato grazie a serie come Fire Emblem, Super Robot Wars e, successivamente, Disgaea, ma fu proprio Final Fantasy Tactics a far breccia nel cuore dei giocatori occidentali, aprendo la strada a un apprezzamento più ampio per i tattici a turni.

Gestione del party e job system

Uno dei motivi per cui il gioco è rimasto così amato è il suo straordinario job system. Ogni personaggio può cambiare classe, accumulare punti abilità e imparare tecniche che poi diventano disponibili anche in altre configurazioni. Questo significa che si può costruire un guerriero capace di lanciare magie, un mago che brandisce spade pesanti o un ladro che utilizza abilità di supporto avanzate. La libertà di personalizzazione è enorme e stimola a sperimentare continuamente. La possibilità di resettare e riassegnare i ruoli senza penalità eccessive rende ogni battaglia un banco di prova per nuove combinazioni, aumentando la longevità e la profondità strategica.

Ma non è solo questione di numeri: la gestione del party richiede anche attenzione all’equipaggiamento, alla distribuzione delle risorse e alla costruzione di sinergie tra i membri della squadra. Una pianificazione sbagliata può rendere le battaglie frustranti, ma una ben congegnata regala enormi soddisfazioni.

Miglioramenti moderni e qualità della vita

Tra le novità più apprezzabili c’è la Combat Timeline, che mostra chiaramente l’ordine dei turni dei personaggi e dei nemici, permettendo di pianificare con maggiore precisione le proprie mosse. È una funzione che non altera l’equilibrio, ma che rende più chiaro un aspetto che nell’originale richiedeva molta più esperienza e calcolo mentale.

La possibilità di salvare set di job, abilità ed equipaggiamenti semplifica la gestione del party, evitando di dover riconfigurare continuamente i personaggi. Funzioni come il fast-forward e l’auto-save durante le battaglie riducono i tempi morti e rendono l’esperienza meno punitiva, senza intaccare la sfida. Sono accorgimenti che non cambiano la sostanza, ma che migliorano la fruibilità e abbattono alcune barriere che, nel 1997, potevano scoraggiare chi non era abituato al genere.

Un ritorno attuale e necessario

Ripetiamo di nuovo che Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles è prima di tutto un atto di preservazione. Non è un titolo pensato per stupire con grafiche next-gen o rivoluzioni nel gameplay, ma un’operazione che riconsegna un classico alla modernità. È il modo migliore per riportare sotto i riflettori una storia che non ha perso forza e un gameplay che resta uno dei punti di riferimento del genere. Certo, resta il dubbio che qualche ulteriore innovazione non avrebbe snaturato il titolo ma lo avrebbe reso più appetibile anche a chi non ama la lentezza dei tattici. La mancanza della lingua italiana pesa, soprattutto perché il cuore del gioco è una trama complessa e fitta di dialoghi. Ma anche così, il risultato è un’opera che merita di essere riscoperta.

Final Fantasy Tactics: The Ivalice Chronicles
Ottimo 8.5
Voto 8.5
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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.