Goosebumps: Terror in Little Creek Recensione, piccolissimi brividi

PHL Collective ci immerge in un'avventura al calar delle tenebre basata sulla celebre serie di horror per ragazzi. Ecco la recensione di Goosebumps: Terror in Little Creek!

Alessandro Giovannini
Di
Alessandro Giovannini
Staff Writer
Cinema e videogiochi: le mie due più grandi passioni. Da bambino mi alzavo presto per giocare con il Sega Mega Drive II prima di andare a...
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Lettura da 11 minuti
goosebumps: terror in little creek
7 Buono
Gossebumps: Terror in Little Creek

Chiunque sia cresciuto negli anni Novanta, prima o poi è incappato nella serie di libri horror Piccoli Brividi. Personalmente ne possiedo ancora una ventina abbondante. Ricordo perfettamente quel misto di gioia, curiosità e paura con cui mi godevo ogni nuovo numero su cui riuscissi a mettere le mani, vuoi perché regalato dai genitori, vuoi perché prestato da qualche compagno di scuola. I volumetti con le loro copertine inquietanti e la verniciata vede fosforescente delle loro coste erano irresistibili anche come puro oggetto di collezionismo, e scambiarsi opinioni e raccomandazioni sui numeri da avere a tutti i costi era un classico argomento di conversazione nell’intervallo scolastico.

Pur essendo terminata nel 2000, la serie letteraria creata da R.L. Stine non è mai caduta nel dimenticatoio: lo scrittore statunitense ha mantenuto vivo il marchio realizzando numeri speciali, librigame e variazioni sul tema – come la collana Super Brividi – e il brand ha avuto anche fortuna transmediale grazie alla serie tv omonima del 1995 e ai due film del 2015 e 2018.

Lato videogiochi invece, il successo è stato più contenuto. Dopo il primo Goosebumps: Escape from Horrorland del 1996, che era di fatto un film interattivo (con tanto di Jeff Goldblum e Isabella Rossellini nel cast!) è seguita una serie di avventure punta-e-clicca di qualità altalenante, fino ad arrivare al più recente Goosebumps: Dead of Night del 2020. Insomma era ormai qualche anno che la serie era sparita dagli orizzonti videoludici. Ora è tornata grazie allo sviluppatore PHL Collective, che ha imbastito un’avventura in terza persona adatta ai più piccoli, pubblicata da GameMill Entertainment per PC e console. Vediamo cosa ci aspetta in Goosebumps: Terror in Little Creek.

Una nottata particolare

Sloane Spencer è una ragazzina come tante che vive la sua preadolescenza nella tranquilla località di Little Creek, il più classico dei piccoli centri del Midwest americano, tra graziose villette, biblioteca cittadina, vialetti alberati, e l’omonimo torrentello che sfocia in un ameno laghetto. Ma la tranquillità del paese è improvvisamente turbata dall’imposizione di un coprifuoco notturno da parte della autorità di pubblica sicurezza. Il motivo? Strani avvistamenti di creature non umane che di notte hanno cominciato ad aggirarsi in paese. La cittadinanza ne è stata tenuta all’oscuro per ragioni di ordine pubblico, una verità che Sloane e i suoi amici – sgattaiolati fuori casa a bighellonare nottetempo, stanno per scoprire a proprie spese…

A scanso di equivoci va dichiarato subito che Goosebumps: Terror in Little Creek è un’avventura con elementi puzzle che si rivolge ad un pubblico molto giovane, idealmente lo stesso campione demografico che costituisce il target di riferimento dei libri della serie. In questo senso sia la componente narrativa che la struttura del gioco, la sua longevità e la difficoltà degli enigmi proposti è tarata su giocatori 8-12, il che da una parte lo rende il miglior biglietto di ingresso possibile nel mondo dei videogiochi da parte di un totale neofita, dall’altro un’esperienza inutile per chiunque sia già minimamente navigato nel medium o cerchi esperienze horror più adulte.

Premessa doverosa per calarsi nella giusta ottica di valutazione, anche nei confronti di una storia che sembra proprio uscita da un libro della serie, di cui costituisce un compendio di topoi: il gruppo di ragazzini alle prese con il soprannaturale in un mondo in cui gli adulti hanno poca o zero voce in capitolo; il mystery dell’esplorazione notturna di luoghi proibiti; le creature mostruose-ma-non-troppo che sono un campionario di luoghi comuni del genere nonché una selezione di mascotte della stessa serie letteraria, con citazioni dirette da Il fantasma del palcoscenico, La vendetta degli Gnomi, Mano di Mummia e altro ancora. In tutto questo, con delicatezza ed estrema brevità, vengono introdotte riflessioni sul periodo di cambiamento psicologico e fisico indotto dalla pubertà, con il suo corollario di difficoltà di adattamento, scoperta e definizione di sé che tutti abbiamo attraversato e di cui la paurosa storia del gioco è in un certo senso metafora.

Non ho nulla da recriminare sulla componente narrativa del gioco che, nella sua estrema semplicità, fa il suo. Semmai potremmo dispiacerci un po’ del fatto che la licenza di Piccoli Brividi sia stata sfruttata relativamente poco: ci saremmo aspettati l’apparizione di figure iconiche della serie, se non il pupazzo Slappy, magari i Mostri di Fango, il licantropo de Il lupo della palude o uno scienziato passo ispirato all’omonimo racconto. Lo sviluppatore ha invece preferito concentrarsi su una trama originale “sullo stile” di R.L. Stine, inserendo solo qualche omaggio diretto come quelli elencati sopra. Un scelta rispettabile, ma che rende più offuscata l’appartenenza al brand di riferimento.

Al mostro! Al mostro!

Dal punto di vista del gameplay, Goosebumps: Terror in Little Creek è un’avventura in terza persona basata sull’esplorazione e la risoluzione di enigmi. La mappa cittadina è piena di strade, bivi, scorciatoie e passaggi che andremo a sbloccare e scoprire nel corso dei nostri vagabondaggi notturni, sempre guidati da obiettivi chiari da perseguire e da una mappa che riporta le posizioni dei nostri amici e degli enigmi ambientali in cui incappiamo. Le indicazioni su dove andare sono generalmente chiare, sebbene a volte un po’ sibilline. Tuttavia la mappa non troppo ampia ci porterà inevitabilmente verso la strada giusta anche andando per semplici tentativi. Apprezzabile il fatto che il backtracking non sia mai fastidioso, dato che continuamente avremo accesso a nuovi percorsi grazie alle nostre abilità.

Sloane dispone infatti di una torcia per illuminare le zone più buie (peccato però che non ci sia alcun enigma ambientale o meccaniche particolare basata sull’illuminazione), una fionda per colpire oggetti lontani, utile ad attivare meccanismi a distanza, e soprattutto un misterioso libro magico che ci permetterà di svelare illusioni e aprire passaggi bloccati a patto di aver imparato la formula magica corrispondente, da recuperare esplorando in lungo e in largo. La ragazzina dispone di un inventario per accumulare oggetti utili a risolvere alcuni rompicapo, risorse come medikit e proiettili, e una copia di tutti i documenti raccolti in giro, che offrono qualche succoso dettaglio sulla storia del paese e indizi su ciò che sta accadendo in città.

A parte una mobilità che poteva essere migliore (facendo correre Sloane più veloce o prevedendo interazioni più complesse come il salto o l’arrampicata), l’esplorazione è tutto sommato soddisfacente e propone enigmi di logica di difficoltà variabile, mettendo a disposizione anche degli aiuti su richiesta (in forma di sfere di cristallo). Alla peggio alcuni possono essere risolti anche per tentativi. Questi espedienti da un lato rendono il gioco fin troppo facile, ma dall’altro hanno lo scopo di evitare un’eccessiva frustrazione di un giocatore alle prime armi, dando a tutti una possibilità di avanzamento. Personalmente mi son fatto l’idea che il titolo sarebbe l’ideale da giocatore in compagnia dei propri genitori/fratelli/amichetti, perché avventure esplorative di questo tipo traggono beneficio e divertimento anche dall’approccio collaborativo.

Ci sono poi i mostri. Detto chiaramente che potrebbero spaventarvi solo se avete 5 anni o non avete mai visto un mostro in vita vostra, invitano comunque alla cautela data la scarsità di risorse che Sloane può impiegare a combatterli. La ragazzina infatti può usare la fionda per sparare palline di carta che bloccano momentaneamente i nemici, ma servono dei colpi più potenti per mandarli definitivamente al tappeto: potremo anche optare per biglie fumogene per celare i movimenti, o petardi rumorosi per deviare l’attenzione nemica.

Il più delle volte comunque basterà aggirare i nemici – tentativo non particolarmente difficile – specialmente in alcune mappe concepite esattamente per basilari meccaniche stealth. Occasionalmente infatti avremo a che fare con nemici immortali da cui potremo solo scappare o nasconderci, adoperando rifugi improvvisati come armadi, bidoni dell’immondizia e tavoli; studiare le loro ronde permetterà di oltrepassarli incolumi, ma talvolta sarà difficile agire prontamente a causa di controlli non troppo reattivi. In ogni caso avremo a disposizione un numero di cure generoso, e solo lo scontro finale potrebbe mettere alle strette i giocatori meno esperti.

L’offerta ludica complessiva è quindi sia risicata sia variegata, a seconda di quale sia la vostra età e competenza col medium. Quel che è certo è che la longevità del gioco sia modesta: io ho impiegato poco più di 5 ore a concluderlo, e una volta fatto non vi sono incentivi particolari ad avviare una nuova partita. Un gamer bambino tuttavia potrà impiegarci molto più tempo, impratichendosi con questa “palestra videoludica” che contiene i fondamentali di ogni avventura esplorativa che si rispetti.

Nota informativa finale: il gioco è doppiato in inglese ma i testi sono completamente localizzati in italiano, quindi se avete figli piccoli potranno giocarci senza problemi.

goosebumps: terror in little creek
Gossebumps: Terror in Little Creek
Buono 7
Voto 7
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Cinema e videogiochi: le mie due più grandi passioni. Da bambino mi alzavo presto per giocare con il Sega Mega Drive II prima di andare a scuola; al pomeriggio guardavo Terminator 2 fino a consumare il nastro della VHS; di sera mi cimentavo nelle avventure grafiche di Lucas Arts sul glorioso PC con Windows 95. Poi sono venuti gli studi e la laurea in cinema oltre al lavoro come videomaker freelance. In tutto ciò non ho mai abbandonato il gaming, che ho combinato con la mia passione per la scrittura e il mio approccio analitico.