The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Tears of the Kingdom e le versioni Nintendo Switch 2

Dopo averli testati e apprezzati in una nuova veste, ecco la nostra recensione delle versione Switch 2 di The Legend of Zelda: Breath of the Wild e The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom.

Simone Lelli
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Simone Lelli
Editor in Chief
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri...
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Recensioni
Lettura da 7 minuti

L’arrivo di Nintendo Switch 2 ha riportato sotto i riflettori due dei titoli più celebrati di sempre della saga di Zelda: The Legend of Zelda: Breath of the Wild e il suo seguito The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom. Entrambi hanno segnato un’epoca sulla prima Switch, ridefinendo ciò che i giocatori potevano aspettarsi da un’avventura open world targata Nintendo. Ora, con le edizioni ottimizzate per la nuova console, questi capolavori tornano in forma rinnovata, grazie al salto di potenza hardware che garantisce dettagli più nitidi, prestazioni più stabili e alcune nuove funzioni. L’analisi di queste edizioni “Switch 2” rivela un approccio comune: mantenere intatto il cuore dell’esperienza originale, migliorando però tutto ciò che la tecnologia del 2017-2023 non poteva offrire.

Miglioramenti visivi e prestazionali

Il cambiamento più evidente riguarda la grafica e le prestazioni. Entrambi i giochi sfruttano ora la risoluzione più alta e il supporto a HDR (High Dynamic Range), che rende colori, luci e contrasti molto più realistici e intensi.

In Breath of the Wild, il gioco raggiunge i 4K in modalità docked e i 1080p in portatile, con un HDR che illumina Hyrule come mai prima, rendendo spettacolare il rosso cupo della luna di sangue o il bagliore blu dei sacrari. Tears of the Kingdom beneficia in particolare dell’HDR nelle zone oscure delle Profondità, dove la differenza è letteralmente “notte e giorno”: le aree scarsamente illuminate sono ora molto più leggibili, riducendo la frustrazione senza eliminare la tensione dell’esplorazione.

Sul fronte framerate, entrambe le edizioni girano a 60fps stabili. Le aree storicamente problematiche – come la Foresta dei Korogu in Breath of the Wild o le fasi di costruzione con le abilità Zonau in Tears of the Kingdom – ora scorrono fluide senza scatti, anche nelle situazioni più elaborate. Sono scomparsi i rallentamenti in battaglie affollate e persino i piccoli freeze quando si passava rapidamente tra cielo e sotterranei. Altro progresso rilevante: i tempi di caricamento sono stati abbattuti. Il fast travel è quasi istantaneo, e in entrambi i titoli l’animazione della mappa dura appena un istante prima di ritrovarsi sul posto. Questo non solo aumenta l’immersione, ma rende l’intera esperienza più scorrevole e reattiva.

Nuove funzioni e integrazione con l’app Nintendo

Oltre ai miglioramenti tecnici, ci sono alcune aggiunte. Sia Breath of the Wild che Tears of the Kingdom ora si collegano all’app Nintendo Switch su dispositivi mobili, offrendo contenuti e strumenti extra. In Breath of the Wild, le cosiddette “Zelda Notes” include indicazioni vocali stile navigatore GPS per raggiungere sacrari, nemici o semi Korogu, la possibilità di ascoltare 125 registrazioni audio di Zelda sparse per la mappa e funzioni di tracciamento statistico. Alcune ricompense giornaliere – come la guarigione istantanea o addirittura la riparazione di un’arma – rendono la vita del giocatore più semplice. È persino possibile condividere un oggetto tramite QR code. Tuttavia, tutte queste funzioni sono esterne al gioco e vanno gestite sul telefono, soluzione comoda ma non ideale per chi non vuole scaricare la batteria del proprio dispositivo.

Tears of the Kingdom eredita molte di queste funzioni, ma introduce una novità che il predecessore non ha: la possibilità di salvare e condividere le proprie costruzioni tramite QR code. Un’idea geniale per la comunità creativa, anche se l’assenza di un sistema integrato di ricerca e condivisione limita la portata di questa funzione, costringendo a passare da forum e social.

Piccole ma significative differenze

Pur mantenendo fedeltà alle versioni originali, le edizioni Switch 2 si distinguono per alcune finezze.  In Breath of the Wild, per esempio, è stata introdotta la possibilità di avere un secondo file di salvataggio: un’aggiunta preziosa per chi vuole iniziare una nuova partita senza perdere i progressi accumulati anni fa. Questa feature non è presente in Tears of the Kingdom.

Sul fronte del gameplay, nessuna delle due edizioni modifica meccaniche o contenuti: Breath of the Wild conserva il suo sistema di degradazione delle armi, la struttura a mondo aperto libera e non guidata, e la fisica sperimentale che l’ha resa un pilastro nel game design moderno. Tears of the Kingdom mantiene le vaste aree da esplorare, l’uso creativo delle abilità Zonau e una storia che – secondo chi l’ha giocata fino in fondo – offre uno dei finali più memorabili di tutta la saga.

Perché vale la pena tornare a Hyrule?

Per i nuovi giocatori, queste versioni rappresentano senza dubbio il modo migliore per scoprire due capolavori della serie Zelda: graficamente e tecnicamente al massimo delle loro possibilità e arricchiti da funzionalità moderne. Chi invece li ha già giocati, troverà nelle edizioni Switch 2 un motivo valido per rimettersi in viaggio: le prestazioni fluide, i caricamenti istantanei e la resa visiva finalmente all’altezza della visione originale cambiano significativamente la qualità dell’esperienza.

Tears of the Kingdom appare come l’aggiornamento tecnicamente più ambizioso, sfruttando l’HDR in scenari davvero trasformati e correggendo i rallentamenti che affliggevano il gioco. Breath of the Wild, pur meno rivoluzionato sul piano tecnico, brilla per nitidezza e fluidità, e per alcune funzioni extra come il salvataggio multiplo e le ricompense dell’app companion. Le versioni per Nintendo Switch 2 di The Legend of Zelda: Breath of the Wild e The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom mantengono intatta la magia originale ma la rivestono di una veste più moderna e rifinita.

Non ci sono stravolgimenti al gameplay, ma i miglioramenti tecnici – risoluzione più alta, HDR, 60fps stabili, caricamenti rapidissimi – e le nuove opzioni integrate tramite app rendono queste edizioni definitive. Sono giochi che già appartenevano alla storia e che ora, su Switch 2, raggiungono quella forma “perfetta” che forse gli sviluppatori avevano immaginato fin dall’inizio. Che si tratti di scalare le montagne di Hyrule per scoprire l’ennesimo panorama mozzafiato, di tuffarsi nelle profondità oscure alla ricerca di misteri, o di inventare folli costruzioni con le abilità Zonau, questa nuova generazione di Zelda è pronta a incantare sia chi ci mette piede per la prima volta, sia chi torna a casa dopo tanti anni di avventure.

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.