Wild Hearts S Recensione, in portabilità con furore

Ecco la nostra recensione di Wild Hearts S, la nuova versione del gioco fatta su misura per Nintendo Switch 2. Come gira il titolo sulla nuova ibrida?

Livio Accarino
Di
Livio Accarino
Classe 1986, giocatore, collezionista, negoziante e beta tester !
Recensioni
Lettura da 8 minuti
8 Ottimo
Wild Hearts S

Se siete appassionati di Monster Hunter, allora anche Wild Hearts potrebbe far suonare la campanella del vostro interesse, in quanto uscì su PS5 a febbraio del 2023, ed ora è pronto a tornare in una veste rivista e perfezionata. Parliamo della versione dedicata all’ultima arrivata in casa Nintendo, ovvero Switch 2, dedicata a  tutti coloro che vogliono cimentarsi in qualcosa di nuovo sfruttando le potenzialità della nuova console ibrida, oppure a coloro che lo hanno talmente adorato nelle versioni precedenti da volerlo rivivere anche in questa edizione, spinti magari anche dalle peculiarità che andremo ad esaminare in questa recensione. Ma prima di partire con le caratteristiche tecniche, parliamo di Wild Hearts S dal lato narrativo, e da cosa esso è tratto.

Un passo indietro

Per chi non lo sapesse il titolo in questione è un’evoluzione di Monster Hunter, da sempre uno dei titoli di punta di Capcom, dove lo scopo è quello di andare a caccia di mostri enormi, scegliendo una classe appropriata, armi e armature che vengono forgiate e costruite a seconda dei mostri uccisi, sempre di grado maggiore e sempre più difficili da sconfiggere. Analogamente Wild Hearts di Koei Tecmo consiste nello stesso concetto, ma con la differenza che il vostro alter ego sarà un personaggio dotato del potere di gestire ikarakuri”, ovvero sostanzialmente delle “trappole” atte a facilitarvi la vita contro i mostri che andrete ad affrontare, denominati “kemono”. La vostra missione sarà quella di liberare e difendere la città di Minato da questa minaccia e proteggere coloro che la popolano.

La trama verte sul fatto che i “kemono” sono impossessati da quella che è una sorta di “marcescenza”, prendendo in prestito un termine di Elden Ring, ed ovviamente i soli in grado di eliminare tale sciagura dal mondo intero siamo noi. L’intera città quindi fungerà da hub centrale, dove potremo intraprendere missioni secondarie ed organizzare le spedizioni per le missioni principali, oltre che acquistare oggetti presso i vari rivenditori, parlare con tantissimi personaggi sbloccando oggetti secondari, e soprattutto pianificare le cacce dei mostri (stavolta disponibili fino a quattro giocatori contemporaneamente sia online che in locale offline dalla stessa console, al contrario delle precedenti versioni).

Quando Nintendo è “di casa”

A proposito delle caratteristiche della console in questione, abbiamo testato Wild Hearts S sia in modalità portatile che docked, ed in entrambe le modalità, non abbiamo notato alcun calo di frame rate, neanche nelle situazioni più concitate come accadeva invece su PS5, dove il gioco delle volte soffriva di alcuni cali vistosi. Il gioco oltre a risultare stabile dal punto di vista dei frame, risulta appagante anche in termini di difficoltà, che seppur non selezionabile risulta essere azzeccata anche per i più esperti di action game o amanti del genere di Monster Hunter, da sempre considerato il “soulslike” di Capcom. I novizi magari lo troveranno difficile, ma sicuramente potranno divertirsi con gli amici e prenderne dimestichezza, dato che si tratta pur sempre di un gioco considerato “hardcore”.

Come in Monster Hunter, una volta iniziata la missione avrete la possibilità di mangiare delle pietanze che potenzieranno le vostre caratteristiche e mentre inseguirete il mostro della missione facilmente localizzabile con un’icona sulla mappa di gioco, e tramite il tasto ZL che vi dirà dove si trova portandovi per mano, avrete tantissimi oggetti da raccogliere, ma anche giacigli del drago da sbloccare, che vi faranno creare ulteriori potenziamenti presso il vostro rifugio, come la forgia, oppure il pozzo per l’acqua che vi ripristinerà le cure da usare durante la missione ecc.

Caccia grossa, anzi, enorme!

I mostri in questione, saranno dotati di un’ottima intelligenza artificiale, dandovi filo da torcere, e a proposito di filo, esso sarà necessario per costruire i famosi “karakuri”, e potrete ottenerlo distruggendo delle rocce disseminate nella missione e presenti in quantità elevate. Tali mostri, dopo che li avrete colpiti un po’, avranno delle ferite che saranno visibili e colpite le quali otterrete un bel po’ di vantaggio. Purtroppo non sarà facile, anche perché anche se potrete arrampicarvi sul mostro esattamente come accadeva in Monster Hunter, la telecamera risulta essere molto ballerina, a tal punto da complicarvi parecchio i combattimenti… che già di loro non sono assolutamente una passeggiata di salute. Il gioco è composto da molteplici armi, otto delle quali erano presenti nella versione PS5/PC ma che ora aumenteranno con la versione Switch 2, ognuna delle quali avrà il suo moveset e combo da masterare al fine di avere la meglio sui Kemono.

Ovviamente per non rendere le cose troppo “facili”, sbloccherete l’endgame composto da “kemono” impossessati – nel vero senso della parola – e potenziati a dismisura, dove solo costruendo armi e potenziamenti sempre più forti sarete in grado di sconfiggerli, ottenendo materiali sempre migliori per la creazione di armi e armature, oltre a karakuri che andranno a potenziare il vostro alter ego.

Per quanto riguarda i “karakuri” vi è proprio un albero delle abilità per impararne di nuovi, e possiamo dirvi che tra essi esistono grossi martelloni, enormi e possenti balestre, frecce arpionate provenienti dall’alto, scatole sulle quali balzare sopra allo sventurato “kemono” di turno, e molto altro ancora, ma fate attenzione perché essendo dotati di grande intelligenza, questi saranno molto rapidi e spietati nel distruggere le vostre trappole faticosamente costruite, quindi dovrete occuparvene strategicamente e nel momento giusto da poterle sfruttare a dovere, senza che vengano distrutte. Va detto inoltre che il gioco ha una durata di almeno quaranta ore per quanto riguarda la storia che è composta da cinque macro capitoli, ma questo ammontare delle ore capite bene che potrebbe benissimo raddoppiare con l’endgame o le numerose quest secondarie da completare, quindi si tratta assolutamente di un titolo longevo come tutti quelli facenti parte di questo incredibile genere.

Un quadro sbiadito

A parte il gameplay ed il lato tecnico dal lato del frame rate, il gioco purtroppo non spicca graficamente, anzi spesso ha delle texture sbagliate. Inoltre potremmo dire che anche il sonoro non è esattamente epico quanto ci si poteva aspettare. Un vero peccato per la colonna sonora, anche se il doppiaggio è di ottima fattura ed è localizzato in italiano, ma può essere anche ascoltato in giapponese, per immergervi al meglio in questa fantastica opera nipponica creata da Omega Force. Ci sentiamo di dire che probabilmente, per non intercorrere in cali di frame rate, in questa conversione per Switch 2, probabilmente i programmatori sono dovuti scendere a compromessi abbassando la qualità delle texture, il che risulterebbe assolutamente coerente.

Wild Hearts S
Ottimo 8
Voto 8
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Classe 1986, giocatore, collezionista, negoziante e beta tester !