Déraciné – Recensione, quando From Software si cimentò con la VR

Luca Di Carlo
Di Luca Di Carlo Recensioni Lettura da 11 minuti
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Déraciné

Indipendentemente che ci si trovi in favore o meno nei confronti della realtà virtuale, è indubbio che il Playstation VR sia stato un inaspettato successo. Il caschetto di casa Sony, infatti, è riuscito a entrare nelle case di milioni d’utenti in tutto il mondo nonostante un prezzo proibitivo – per quanto inferiore ai competitor – una line-up tutt’altro che indimenticabile e, soprattutto, una generale ma palpabile diffidenza nei confronti di una tecnologia ancora acerba e attualmente afflitta da mancanze più o meno sentite. Oramai la situazione è però notevolmente cambiata, quantomeno in termini di costi per il pubblico e di parco titoli disponibile, e quest’interessante periferica ricca di potenziale continua a bussare alla porta di sempre più giocatori. Nonostante una certa penuria di produzioni ad alto budget, d’opere videoludiche meritevoli d’essere acquistate ne abbiamo viste a dozzine, creature dalle variegate strutture ludiche che hanno saputo conquistare critica e pubblico per le proprie qualità. Proprio in ragion di ciò, è quindi un vero piacere constatare come la società nipponica continui a mostrare il suo supporto nei confronti della VR, da una parte tramite una campagna marketing martellante e dall’altro lato con il continuo annuncio di nuovi titoli pensati esclusivamente per tale periferica. Tra le ultime grandi presentazioni fatte in favore del Playstation VR, figura in particolare Déraciné, peculiare avventura narrativa in prima persona sviluppata dai ragazzi di From Software. Un tale cambio di stile dopo i lavori posti nei confronti della serie Souls non poteva certo passare inosservata agli occhi del pubblico, il quale ha infatti cominciato a esaminare con genuino interesse lo sviluppo dell’intero progetto. Dopo una lunga attesa e infinite speculazioni, abbiamo potuto finalmente toccare con mano la nuova creatura di Hidetaka Miyazaki gustandocela nella sua interezza, e ora siamo pronti a darvi il nostro verdetto finale a riguardo.

Lo spirito gentile

Intorno a noi si staglia la desolazione del buio incontrastabile, l’oscurità sembra pervadere ogni centimetro dello sconosciuto luogo in cui ci troviamo e il silenzio rappresenta l’unica compagnia con cui possiamo intrattenerci. Di colpo, però, ecco giungere una voce lontana che ci aiuta a comprendere meglio la nostra situazione. Noi siamo uno spirito, l’anima di un uomo recentemente passato a miglior vita che ha ora ottenuto l’opportunità di muoversi nel tempo per esplorare tutto il creato. Pochi secondi ed ecco che ci vengono donati due importanti oggetti, l’anello della vita e l’orologio del tempo. Il primo permette di rubare il tempo vitale di un qualsiasi essere vivente per donarlo a qualcun altro o, ancora, per dare energia all’orologio del tempo, uno strumento dal portentoso potere che ci darà l’opportunità di muoverci tra le pieghe del tempo per percorrere interi anni in pochi secondi. Dopo aver meglio compreso il funzionamento dei due strumenti, un’altra voce giunge a farci compagnia, una voce dolce e giovanile che sembra stia invocando la nostra presenza. L’orologio scatta, le lancette si muovono e una luce pervade ogni cosa intorno a noi, trasportandoci nel cuore di un istituto scolastico dove una bambina è alla ricerca di uno spirito con cui fare amicizia. Partendo da questa premessa, From Software ha saputo dar forma a un’avventura narrativa che spicca per dei tratti evidentemente fiabeschi capaci di rendere l’incedere degli aventi sempre piacevole da seguire.

Déraciné tocca una nuova frontiera della narrazione con un riuscito mix d’emozioni che tengono il giocatore incollato alla sedia con la genuina curiosità di proseguire

Quella di Déraciné è una storia che parte da basi semplici ma capaci di farsi sempre più stuzzicanti man mano che si andrà avanti giocando, lì dove non mancherà neanche qualche bel colpo di scena a condire il tutto. Il vero fulcro dell’esperienza, però, è costituito dal gruppo di ragazzi con cui potremo interagire di volta in volta, giovani spensierati ben caratterizzati che riescono a conquistare fin da subito il giocatore per i propri atteggiamenti e modi di fare. Miyazaki ha dato forma a un’esperienza in cui noi siamo quasi di contorno, intenti a muoverci per l’istituto ascoltando i ricordi passati degli studenti e leggendo le diverse note scritte sparse in giro, il tutto al fine ultimo di meglio comprendere la criptica sceneggiatura che ha da sempre contraddistinto il team di sviluppo. Alle volte si riderà e in altri casi ci ritroveremo feriti, con una morsa stretta al cuore, nel mentre che assisteremo all’inesorabile passare del tempo comprendendo sempre meglio la situazione in cui versa l’istituto e i suoi abitanti, con i quali andremo stabilendo un rapporto d’amicizia unico e speciale. Insomma, Déraciné tocca una nuova frontiera della narrazione con un riuscito mix d’emozioni che tengono il giocatore incollato alla sedia con la genuina curiosità di proseguire per scoprire come le vicende andranno sviluppandosi, un risultato d’indubbio spessore che purtroppo pecca in termini di longevità, visto e considerano che 4/5 ore saranno più che sufficienti per giungere ai titoli di coda.

Felicità spezzata

Ludicamente parlando, la prima peculiarità che noteremo in-game sarà costituita dal sistema di movimento. From Software ha infatti deciso d’eliminare il movimento libero per lasciar spazio a un sistema di teletrasporto in cui gli spostamenti risultano volutamente meccanici. Se il muovere la testa per osservare ciò che ci circonda risulta naturale e armonioso, ogni passo che eseguiremo ci sembrerà invece un piccolo salto in avanti. Guardandoci intorno noteremo infatti sul terreno dei punti d’interesse illuminati da un’intensa luce blu che, con la pressione d’un tasto, potremo raggiungere in un batter d’occhio. Il sistema è stato chiaramente pensato per ridurre al minimo il rischio di motion sickness, qui totalmente inesistente, e basta davvero poco per imparare muoversi per l’istituto con un’armoniosa naturalezza che però viene in parte spezzata da comandi a tratti macchinosi. Alle volte si finisce infatti con il fare confusione premendo il tasto sbagliato al momento sbagliato mentre, in altri casi, potremo erroneamente spostarci in una qualche località che non era nostra intenzione raggiungere. Il risultato, invero, non provoca grandi problematiche al giocatore e le poche difficoltà vissute non sono state fortunatamente capaci di rovinarci l’esperienza. È importante precisare che il gioco richiede obbligatoriamente l’utilizzo dei move per giocare, essendo questi utilizzati come se fossero le nostre mani. L’ alter-ego digitale che controlleremo potrà muoversi all’interno del tempo stesso, il quale ai nostri occhi resterà come immobile, racchiuso in un interminabile secondo.

Il compito del giocatore sarà quello di ascoltare e scoprire una storia a tutto tondo

In questa peculiare condizione, potremo però interagire con i vividi ricordi degli studenti che abitano l’istituto, ricordi che si attiveranno quando avremo toccato qualche specifico oggetto di nostro interesse. Purtroppo, però, è proprio nell’interazione con l’ambiente circostante che Déraciné mostra il fianco a qualche criticità di troppo. Di base, ogni capitolo dell’avventura ci permetterà d’interagire con alcuni specifici oggetti per poter superare enigmi e puzzle di varia natura, eppure la stragrande maggioranza degli elementi presenti su schermo non potrà venir da noi toccata. È indubbio che l’interazione ambientale sia un elemento di spicco con le produzioni pensate per la realtà virtuale ed è quindi un vero peccato notare come molti oggetti, una volta raggiunti dopo aver teso il braccio, non possano essere presi o esaminati, una staticità che resterà assai palpabile nel corso di tutta l’avventura, indipendentemente che si parli di una porta eternamente chiusa o un libro inchiodato allo scaffale. Risulta chiaro come From Software abbia voluto dar vita a un’esperienza dove, in primis, il compito del giocatore sarà quello di ascoltare e scoprire una storia a tutto tondo, piuttosto che giocarla nel vero senso della parola, ma al contempo una maggior varietà d’opzioni ludiche non ci sarebbero dispiaciute. Tecnicamente parlando, Déraciné mette ben in mostra un lavoro tecnico che, con indosso il caschetto targato Sony, fa la sua bella figura. Per quanto la produzione debba fare i conti con gli ovvi limiti tecnici imposti dalla tecnologia stessa, il grande lavoro artistico portato avanti dal team ha saputo presentarsi a noi con forza dirompente conquistandoci e affascinandoci. Ovviamente, è poi impossibile non parlare del senso d’immedesimazione che si va provando nel mentre che si gioca, una magica sensazione d’appartenenza al mondo ludico che ci farà ben presto dimenticare che, in realtà, quella che stiamo vivendo è solo un’opera videoludica. A chiudere il tutto ci pensa infine un comparto audio d’indubbia qualità che fa giocoforza su una colonna sonora perfettamente amalgamata alle tante situazioni che andremo vivendo in-game e su un ottimo doppiaggio italiano.

Déraciné
8
Voto 8
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Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.