Il Fiume D’Oro Recensione: Un nuovo modo di vivere il “roll & move”

Ecco la nostra recensione de Il Fiume D'Oro, dove il dado incontra la costruzione di edifici e la consegna di risorse: veloce, profondo e adatto a ogni gruppo.

Alessio Cialli
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Alessio Cialli
Senior Editor
Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle...
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8.5 Ottimo
Il Fiume D'oro

I giochi da tavolo di stampo Euro hanno spesso meccaniche consolidate, come il piazzamento lavoratori o la gestione risorse in pura ottica di efficienza, con poca presenza dell’alea dei dadi. Il Fiume D’oro ribalta parzialmente questo schema, introducendo un sistema di roll & move dove un unico dado determina azioni – si muove la propria barca, si consegna merce o si costruisce un edificio – ma in un contesto decisamente più ricco del solito. Nel corso di una partita al Fiume D’oro infatti, ogni giocatore veste i panni di un mercante fluviale intento a navigare su un fiume apparentemente “d’oro” (non soltanto per la resa estetica del tabellone) per raccogliere e consegnare risorse pregiate a clienti che ne richiedono un quantitativo preciso. In parallelo, si costruiscono edifici intorno al fiume, guadagnando ulteriori bonus sia quando noi stessi li visitiamo sia quando ci vanno gli avversari. L’impatto visivo di Il Fiume D’oro è subito notevole: un tabellone con inserti dorati sul fiume balza all’occhio e suscita curiosità ancor prima di sedersi al tavolo. Ma, al di là dell’aspetto, c’è davvero una meccanica appassionante e un design che rende la fortuna del dado solo uno dei fattori da considerare, lasciando spazio a pianificazione, mitigazione e interazione.  Approfondiamo il tutto nella nostra recensione de Il fiume D’Oro.

Un “roll & move” diverso dal solito

Il paragone con Monopoly potrebbe inquietare i gamer: un singolo dado che determina il nostro movimento o l’azione di turno ci fa pensare a una scarsa libertà decisionale. Tuttavia, la differenza fra Il Fiume D’oro e i roll & move dell’era classica è enorme: si parte dalla presenza di Due barche da gestire, ognuna posizionata lungo un tratto di fiume differente, aumentando le possibilità a ogni tiro. Inoltre è presente la meccanica del favore divino, che permette di modificare il valore del dado di + o meno 1 per ogni token speso, con wrapping (se siamo sul 6 e decidiamo per il +1, scaliamo a 1 come risultato). Chiaramente ci sono più azioni tra cui scegliere (muovere, consegnare o costruire), ciascuna legata a un preciso risultato del dado, ma quasi sempre utile in qualche modo.

Tutto ciò trasforma il tiro di un d6 in un elemento di varietà e pianificazione adattiva: invece di subire la sorte, puoi “convivere” con essa, ottimizzando i percorsi, accumulando favor divino da spendere nei momenti cruciali e posizionando le due barche in modo da avere sempre un piano B. Chi gestisce meglio quest’incertezza si trova in vantaggio.

Edifici, contratti e altre similitudini con Lords of Waterdeep

Per molti potrebbe venire spontaneo un parallelo con Lords of Waterdeep che non sarebbe del tutto sbagliato, ma ci sono comunque delle differenze sostanziali. In Lords, costruire edifici conferiva un vantaggio al proprietario quando un altro giocatore li usava. Ne Il Fiume D’oro, accade qualcosa di molto simile: ogni edificio eretto ha uno spazio per mettere il proprio dischetto, e quando chiunque visita quell’edificio (o sosta nello stesso tratto fluviale adiacente all’edificio), il proprietario ottiene un bonus. Mettiamoci inoltre che anche la meccanica dei contratti da soddisfare è molto simile, ma ricordiamo che ne Il Fiume D’oro non c’è piazzamento lavoratori. Muovere la barca su uno spazio fluviale attiva, in automatico, i benefici di tutti gli edifici adiacenti a quello spazio. Non c’è competizione di “posto bloccato”, e si può condividere la medesima casella fiume con altre barche, e addirittura trarre vantaggio dal fatto che essi utilizzino il “tuo” edificio, fornendo al giocatore un mini-introito.

Muoversi sul fiume: un feeling da corsa?

Nonostante la presenza di consegne e costruzioni, Il Fiume D’oro sfoggia un vago “feeling da corsa”: le barche scorrono il fiume in un senso (anche se una volta arrivati in fondo si torna in cima, in una sorta di loop). Ogni volta che una barca completa il loop e torna al punto di partenza, si rimuovono alcuni edifici dallo stock, avvicinando la fine della partita. Alcuni obiettivi comuni premiano chi “fa prima” (ad esempio, chi costruisce 3 edifici in un certo distretto o chi raggiunge determinati traguardi sui tracciati d’influenza). Ciò crea un senso di pressione: se intendi rallentare il tuo movimento per accumulare risorse, potrebbe lasciar spazio ad avversari più veloci nel conquistare bonus.

Uno degli aspetti più interessanti è il distretto in cui costruisci: la mappa fluviale è suddivisa in 6 regioni, ognuna con un mini-tracciato d’influenza. Avere edifici in una regione e completare contratti che vi si relazionano fa salire l’influenza del giocatore, sbloccando bonus e punti a fine partita. Ciò spinge i giocatori a specializzarsi in certe zone… ma con un dado a 6 facce, potreste dover fare scelte in regioni non pianificate se la combinazione di favore divino e posizione barche non basta. Le tessere Edificio non hanno un costo fisso, bensì dipende dalla “posizione” (o “importanza”) sul fiume. Alcuni spazi adiacenti a più caselle del fiume sono molto costosi ma potenzialmente fruttano di più – se i giocatori ci passano spesso.

Flusso di gioco e durata

Impossibile poi non menzionare la bellezza del tabellone: il fiume con dettagli dorati dona un colpo d’occhio unico. Le barche di legno sono sagomate in forme diverse a seconda del colore del giocatore, le tessere Edificio spesse e i segnalini risorsa in cartone. Unico neo: l’inserto fornito in scatola è considerato poco pratico e pare non alloggiare tutto comodamente se imbustate le carte o se volete sistemare i componenti con un certo criterio.

Il Fiume D’oro scorre rapido, con turni leggeri e un continuo bilanciamento tra sviluppare la propria economia (costruire edifici) e soddisfare contratti (utili a guadagnare punti e abilità extra). A differenza di un euro “pesante” tipo (2-3 ore), qui siamo nel range di tempistica di 60-75 minuti a seconda dei giocatori, tempo più che sufficiente a garantire pienezza strategica senza sforare la soglia della serata. La meccanica di fine partita si innesca quando terminano le tessere Edificio o quando si esauriscono alcuni obiettivi a disposizione.

Il Fiume D’oro riesce nell’intento di proporre un gameplay dado-centrico ma raffinato, in cui raramente ci si sente impotenti. I creatori stessi hanno inoltre affermato che la bellezza sta in quell’equilibrio che permette a chiunque (anche in famiglia) di divertirsi, mentre i gamer possono elaborare sinergie tra edifici e contratti, tracciati di influenza e timing su obiettivi comuni. Chiaramente non parliamo di un gioco rivoluzionario, ma costituisce una fusione elegante di idee da titolo European, con un twist di dado e mitigazione che rinfresca il concetto di roll & move.

Il Fiume D'oro
Ottimo 8.5
Voto 8.5
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Senior Editor
Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle World "Sega Master System", gioco più vecchio di lui!