Metal Eden è il nuovo sparatutto in prima persona sviluppato da Ultragear Studios, e grazie a una versione preliminare abbiamo potuto provarlo in anteprima, ricavandone diverse impressioni. La sua cifra stilistica si coglie sin dai primi minuti di gioco: ritmi elevati, combattimenti serrati e un’ambientazione futuristica carica di tensione, elementi che sembrano fondere la frenesia di Doom con la verticalità e i movimenti acrobatici di Ghostrunner. Al centro dell’esperienza troviamo un protagonista Cyborg chiamato ad esplorare il pianeta Möbius, un luogo misterioso e ostile che si mostra, in questa build iniziale, attraverso livelli strutturati in maniera lineare ma arricchiti di dettagli e potenzialità degne di nota.
La rivelazione ufficiale del gioco, avvenuta durante l’ultimo State of Play, ci aveva incuriositi soprattutto per la combinazione tra azione frenetica e un comparto narrativo apparentemente intrigante. Ora che abbiamo avuto modo di testare alcune sezioni di Metal Eden, possiamo confermare che la rapidità dell’azione e la fluidità dei movimenti sono già a un livello promettente. Colpisce in particolare la presenza della voce Nexus, un’entità misteriosa che ci accompagna nel corso dell’avventura fornendo indicazioni e, allo stesso tempo, immergendoci in un’atmosfera inquietante e distopica.
Ispirazioni e atmosfera
L’influenza di titoli come Doom emerge chiaramente dai ritmi sostenuti dei combattimenti: i nemici attaccano con foga e in gruppo, costringendo il giocatore a continui spostamenti e a un uso attento delle risorse a disposizione. Al tempo stesso, la verticalità e la necessità di saper sfruttare salti, piattaforme e passaggi elevati ricordano le dinamiche di Ghostrunner, dove la precisione nel movimento può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Il pianeta Möbius è contraddistinto da un’estetica tecnologica e cupa, con corridoi metallici, luci intermittenti e spazi occasionalmente più ampi ma sempre costellati di presenze ostili. Questa direzione artistica sottolinea la sensazione di trovarsi in un universo futuristico sull’orlo del collasso, in cui i pochi frammenti di tecnologia rimasti funzionanti sembrano generare più timore che speranza. L’atmosfera risulta quindi ansiogena, e la costante tensione viene amplificata dai continui input di Nexus, la voce che ci guida e allo stesso tempo alimenta l’alone di mistero intorno alle vicende del gioco.
Un Cyborg su Möbius
La figura del Cyborg protagonista è pensata per sfruttare appieno le potenzialità di un corpo potenziato: salti più lunghi, maggiore resistenza ai colpi e la possibilità di impiegare abilità speciali per sopravvivere in un ambiente letale. Nei livelli che abbiamo testato, si percepisce la volontà di Ultragear Studios di spingere il giocatore a combinare rapidità, potenza di fuoco e intelligenza tattica. L’approccio “corri e spara” può funzionare solo se supportato da una perfetta gestione delle coperture e dalla conoscenza dei pattern di attacco nemici.
La struttura dei livelli è lineare, ma non per questo banale. Abbiamo notato un attento posizionamento di piattaforme sopraelevate e corridoi intersecati, elementi che invitano a sperimentare diversi percorsi e modalità di ingaggio. L’assenza di vere e proprie strade alternative non pesa troppo, perché il fulcro dell’esperienza sta nella gestione tempestiva delle minacce e nell’abilità di sfruttare il movimento verticale come risorsa strategica. Ogni stanza, per quanto possa apparire circoscritta, diventa una piccola arena, in cui contano tanto i riflessi quanto la pianificazione.
L’arsenale a disposizione del Cyborg è già piuttosto variegato in questa versione preliminare. Ognuna delle armi provate possiede peculiari caratteristiche di gittata, cadenza di fuoco e danno, e la possibilità di potenziarle investendo una valuta interna al gioco ci è parsa un’idea interessante per mantenere elevato il senso di progressione. Le modifiche applicate consentono di incrementare la capacità del caricatore, la precisione o il tasso di fuoco, influenzando in modo tangibile lo stile di combattimento.
La meccanica più distintiva di Metal Eden è legata all’abilità di strappare il nucleo dei nemici. Una volta indeboliti, è possibile afferrare il cuore tecnologico degli avversari e sfruttarlo in due modi diversi: lanciarlo come una bomba che causa danni ad area, oppure assorbirne l’energia per recuperare una parte dei propri punti vita e sferrare un pugno potenziato capace di abbattere persino gli scudi più resistenti. Questo potere introduce un elemento di strategia e di spettacolarità che differenzia notevolmente il gameplay rispetto ad altri FPS di stampo classico. Durante la nostra prova, decidere quando utilizzare il nucleo per curarsi o quando preferire un attacco ad area si è rivelata una scelta fondamentale nelle situazioni più critiche.
Puzzle e tattica sul campo
Pur non trattandosi di un puzzle game tradizionale, Metal Eden integra alcuni aspetti che richiedono ragionamento e tempismo. La scelta di quale nemico eliminare per primo, la sequenza con cui saltare tra diverse piattaforme o la valutazione di quante risorse investire in un potenziamento, sono tutti fattori che influenzano l’esito di uno scontro. L’azione è senza dubbio frenetica, ma sarebbe un errore pensare di potersi affidare al solo istinto. Proprio come in un enigma, ogni errore di valutazione si paga caro, e spesso la differenza tra sopravvivere o crollare dipende da una decisione presa in pochi secondi.
La verticalità degli ambienti, inoltre, non è solo un ornamento scenico. Le soluzioni più creative, come sfruttare un punto rialzato per sorprendere i nemici o per evitarne alcuni particolarmente letali, danno a Metal Eden un tocco quasi platform, che si integra bene con la natura cibernetica del protagonista. Questo bilanciamento tra l’istinto dello sparatutto e la logica tattica aumenta il coinvolgimento e previene la noia, anche nelle sezioni potenzialmente più ripetitive.
Sebbene la build provata non abbia svelato molto della storia complessiva, la presenza della voce Nexus fa intuire una trama più stratificata di quanto ci si potrebbe aspettare da uno shooter incentrato sull’azione. Nexus dispensa informazioni a metà tra il consiglio e la minaccia, lasciando il dubbio su quale sia il vero ruolo di questa entità. L’ambientazione fantascientifica e malinconica di Möbius, con i suoi corridoi industriali malmessi, alimenta un senso di solitudine e allerta costante che funge da ottimo sfondo narrativo.
Dal punto di vista tecnico, Ultragear Studios sembra aver curato con attenzione gli effetti particellari, la fluidità delle animazioni e la resa estetica generale. I giochi di luce e le texture futuristiche danno a Metal Eden un’identità riconoscibile, mentre i combattimenti risultano piacevoli da vedere e da giocare. Nella nostra prova non abbiamo riscontrato cali di frame rate o problemi di caricamento, indizi positivi per uno sviluppo che punta chiaramente sulla solidità dell’esperienza di gioco.