Con l’uscita dei primi due capitoli di The Banner Saga, RPG con combattimenti a turni sviluppati da Stoic Studio, nessuno si sarebbe mai potuto immaginare vette qualitative tanto elevate. L’epopea narrativa nata da una semplice campagna Kickstarter si rivelò infatti portatrice di due piccole perle nel panorama videoludico indipendente, dimostratesi capaci di conquistare il cuore di milioni d’utenti in tutto il globo. Sono passati oltre quattro anni da quando il primo episodio del brand si rese disponibile a tutti noi, facendoci sognare in un mondo tanto fiabesco esteriormente quanto marcio e corrotto nel suo cuore pulsante, e oggi, finalmente, è giunta l’ora di prenderne in considerazione il terzo e ultimo atto.
Su The Banner Saga 3 gravava un compito assai difficoltoso, ovvero offrire un’esperienza che fosse in grado di chiudere quell’intricato e affasciante quadro narrativo andato formandosi d’episodio in episodio. Alte erano le aspettative e ancor più elevato era il generale hype quasi palpabile nell’aria, uno stato d’euforia che aveva colpito chiunque si fosse lasciato conquistare da questa strepitosa opera. Noi abbiamo potuto fortunatamente metterci sopra le mani con largo anticipo e dopo averne gustato ogni più minuscola peculiarità, siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio finale. The Banner Saga 3 sarà davvero stato in grado di portare sui nostri schermi quella perfetta e poetica conclusione che tutti attendevamo con così tanta foga?
A un passo dalla fine
Narrativamente parlando, The Banner Saga 3 inizia esattamente da dove il precedente capitolo si era concluso, di fatto immergendoci in un’avventura a tratti straziante che ci vedrà vivere le vicende di due clan posti in situazioni estremamente differenti ma al contempo accomunati dallo stesso scopo, sopravvivere. Rook, Alette e l’intera carovana ai nostri ordini è finalmente giunta ad Arberrang, ma la situazione è ben peggiore di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. L’ultima capitale umana ancora in piedi è oramai allo sbando, lì dove fazioni da ogni terra conosciuta sono sul piede di guerra pur di potersi accaparrare uno spazio all’interno delle mura cittadine. Nel mentre, le temibili forze Dredge, anch’esse in fuga dall’oscurità che continua a espandersi minacciosamente inghiottendo e distorcendo tutto ciò che tocca, sono ormai a un passo dalla fortezza. La situazione che ci si delineerà innanzi sarà a dir poco disperata, una lunga e dolorosa agonia che ci costringerà a prendere difficili decisioni mentre le vicende andranno facendosi sempre più complicate. Se le tragiche condizioni osservabili all’interno delle alte palizzate in legno di Arberrang potrebbero apparire assai problematiche, ben peggiore sarà la posizione in cui si troveranno Juno ed Eyvind che, insieme a quel che sarà rimasto dei Corvi, dovranno muoversi all’interno dell’oscurità stessa nel disperato tentativo di salvare ciò che rimane del mondo, ormai in buona parte totalmente distrutto e contaminato da inenarrabili orrori che popolano ogni terra conosciuta.
L’avventura messa in piedi dai ragazzi di Stoic Studio si presenta così come un continuo e riuscito passaggio di palla tra due punti di vista totalmente differenti, ma al contempo capaci di conquistare fin dal primissimo istante. Nelle circa sette ore resesi necessarie per completare l’opera, siamo stati letteralmente sbalzati via dalla sedia da colpi di scena in rapida sequenza che continuavano a presentarsi senza concedere un attimo di respiro, il tutto al fine ultimo di chiudere un cerchio narrativo complesso ed evocativo che grazie a personaggi ottimamente caratterizzati e a un mood generale spiccatamente drammatico, è capace di tenere l’utente incollato allo schermo dai primi istanti in-game fino al raggiungimento dei titoli di coda. Mai una virgola fuori posto, mai un momento in cui riprendere fiato, l’intera avventura è permeata da un pathos epico in continua ascesa, capace di portare a una conclusione impeccabile per una trilogia d’alto livello che non poteva chiedere di meglio. In un paio di casi, va detto, qualche situazione scenica poteva forse essere trattata più nel dettaglio, ma non è difficile immaginare che i ragazzi di Stoic Studio volessero che l’intero intreccio narrativo si svolgesse in tempistiche spesso accelerate, capaci quasi di lasciare disorientati per l’immediatezza prorompente con cui ci verranno presentate. Dopotutto, in tempo di guerra, calma e tranquillità sono lussi che non ci si può permettere.
Pensa con la testa, agisci con l’ascia
In termini ludici, l’ultima creatura di Stoic Studio sfoggia un sistema non dissimile da quanto visto nei precedenti capitoli del brand. L’ossatura su cui poggia l’intera struttura di The Banner Saga 3 si divide infatti in due tronconi ben delineati. In primis, dovremo affrontare quella che potremmo definire come la fase “gestionale” dell’esperienza, lì dove sarà necessario dedicarsi alla propria carovana per assicurarcene la sopravvivenza. I due elementi che dovremo tenere maggiormente in considerazione saranno le provviste e il morale generale. Entrambi avranno un ruolo di prim’ordine nell’economia di gioco e sarà assolutamente necessario gestirle con estrema cura per non incappare in un repentino Game Over. Oltre a ciò, sarà poi fondamentale porre estrema attenzione ai tanti dilemmi che ci verranno serviti innanzi fin dai primi minuti in-game. Ogni occasione si rivelerà propizia per porci come l’ago della bilancia riguardo alle vite di migliaia tra uomini, donne e bambini. Qualsiasi scelta faremo avrà importanti conseguenze sul prosieguo delle vicende e non di rado capiterà di dover fronteggiare situazioni inaspettate scaturite proprio a seguito di un nostro ordine, indipendentemente che si parli di gestire le scorte rimaste o le richieste dei gruppi ancora in vita. Le tante questioni su cui dovremo sentenziare si riveleranno infatti tutt’altro che scontate e sarà nostro compito tentare d’anticipare il gioco capendo le conseguenze delle nostre azioni. Alle volte sarà generalmente facile distinguere tra scelte più o meno azzeccate mentre, in altri casi, ci ritroveremo a dover azzardare delle prese di posizione con effetti potenzialmente capaci di manifestarsi dopo intere mezz’ore. Tutto ciò su cui potrete fare affidamento sarà il vostro intuito, il quale potrebbe portarvi a risultati tanto apparentemente splendidi quanto terribilmente distruttivi sul lungo periodo.
Proprio al fine di meglio comprendere quanto il sistema di scelte fosse “invasivo” sul comparto narrativo, abbiamo fatto diverse prove in modo tale da poter capire a quali ripercussioni avrebbero potuto portare decisioni diversificate, con risultati che non possiamo far altro che definire encomiabili. Personaggi di grande spicco potrebbero esalare l’ultimo respiro o restare al vostro fianco fino alla conclusione dell’avventura, interi popoli potrebbero venir macellati o unirsi a voi in un ultimo disperato tentativo di sopravvivenza, tutto ciò che si trova all’interno dell’universo partorito dal team di sviluppo sarà letteralmente alla vostra mercé, un risultato indubbiamente apprezzabile e rivelatosi capace di dare al giocatore la sensazione di essere davvero detentore del proprio destino. Detto questo, non bisogna dimenticarsi che The Banner Saga 3 si caratterizza anche per una rifinita struttura da strategico a turni attentamente sviluppata. L’avventura farà infatti più volte sfoggio di fasi in cui si renderà necessario menar le mani contro temibili avversari con cui sarà meglio non scherzare. All’inizio di ogni battaglia dovrete decidere quali dei vostri compagni mandare in battaglia, cercando di mantenere un giusto equilibrio tra difesa e attacco, il tutto al fine ultimo di evitare probabili tattiche avversarie capaci di mettervi velocemente alle strette. Oltre a questo, sarà poi possibile utilizzare la “fama” in proprio possesso per aumentare il livello e le abilità delle proprie truppe, con il fine ultimo di renderle delle letali macchine da guerra capaci di seminare morte e distruzione sul campo di battaglia. Il sistema di combattimento pensato per l’intera trilogia non ha deluso le aspettative neanche in questo caso, concretizzandosi così in un’esperienza dove sarà necessario gestire con cura ogni singolo turno, tenendo bene a mente il livello di difesa e attacco di ogni personaggio, alleato o nemico.
Il risultato è un riuscito mix in cui tatticismo e forza bruta si mescolano sapientemente offrendo battaglie divertenti da giocare, ma anche capaci di mettere in seria difficoltà anche l’utente di turno più navigato. Fortunatamente, le mappe a scacchiera in cui andremo a combattere non mancheranno di dinamismo, preferendo piuttosto presentare diversi elementi dello scenario da poter sfruttare a proprio vantaggio per cercare di portare qualsivoglia fase di stallo a una tanto attesa conclusione a proprio favore. Oltre a questo, Stoic Studio ha implementato anche un interessante sistema a ondate pensato appositamente per variegare la formula di gioco. Di tanto in tanto, capiterà infatti d’affrontare scontri con un numero di turni limitato, i quali una volta superati porteranno al sopraggiungere di nuove truppe avversarie da dover fronteggiare. Nel caso in cui dovessimo però concludere la schermaglia prima dello scadere del timer, potremo decidere se continuare a combattere contro la nuova orda nemica per ottenere speciali oggetti equipaggiabili o se darcela a gambe senza neanche pensarci due volte. L’idea, bisogna ammetterlo, funziona egregiamente e permette a chiunque volesse di vedersela con conflitti aggiuntivi tanto impegnativi quanto divertenti e soddisfacenti da affrontare. Merita inoltre una menzione d’onore un repentino rimescolamento delle carte in tavola che andrà a presentarsi a circa metà dell’avventura, ma di cui non vogliamo parlare nel dettaglio per lasciare che possiate goderne in tutta la sua interezza. In questa sede, ci limiteremo a dire che l’oculata decisione presa dalla software house si è rivelata una mossa vincente, un’interessante stratagemma capace di legare ancor più indissolubilmente l’esperienza generale dell’intera trilogia. Preparatevi, insomma, poiché il modo in cui avrete deciso di comportarvi nell’arco di tutto l’epico viaggio vissuto in The Banner Saga andrà a pesare su di voi con forza dirompente.
Un magnifico mondo in rovina
Da un punto di vista squisitamente tecnico, The Banner Saga 3 offre risultati che vanno attestandosi su altissimi livelli. Il lavoro artistico posto nei confronti della produzione è maniacale e le tante ambientazioni che andremo visitando si riveleranno essere artisticamente indimenticabili. Personaggi, strutture e creature di ogni tipo possono godere di un design estremamente appagante, il tutto contornato da dettagli lavorati con estrema cura, un’effettistica di gran pregio e ottime animazioni, sia per i propri compagni che per quanto concerne gli avversari. Non per niente, spesso e volentieri ci è capitato di rimanere imbambolati davanti a scorci talmente magnifici da sembrare dei veri e proprio dipinti.
Allo stesso modo, gli ambienti inghiottiti dall’oscurità mostreranno uno stile decisamente più distorto, a tratti quasi macabro nei suoi colori spenti e nei suoi paesaggi oramai irriconoscibili. In alcuni casi, si è rivelato molto interessante poter tornare in ambientazioni già visitate nei capitoli passati ma devastate dall’incontrastabile oscurità. Di altissima qualità si è poi dimostrato essere anche il comparto audio della produzione, con una colonna sonora che grazie al compositore Austin Wintory si è dimostrata sempre incalzante ed evocativa. Infine, per la gioia di tutti i videogiocatori del Bel Paese, vi possiamo confermare che il titolo presenterà fin dal lancio una localizzazione dei testi in italiano, un’aggiunta indubbiamente apprezzata.