Fear Effect Sedna – Recensione

Marco Crippa
Di Marco Crippa Recensioni Lettura da 8 minuti
8
Fear Effect Sedna

Ricordate la prima PlayStation? Le Memory Card da 1 mb, i giochi multi-disco e i tantissimi capolavori che le software house hanno sfornato per questa console? Beh, se vi ricordate di tutto questo, probabilmente avrete memoria anche di Fear Effect. Sviluppato da Kronos Digital Entertainment e pubblicato da Eidos Interactive, questo titolo rapiva il giocatore con la sua grafica, con la sua ambientazione cyberpunk, con i tantissimi puzzle presenti nel titolo e con le feature innovative presenti al suo interno (per esempio, la possibilità di abbassarsi e rotolare per schivare e affrontare un alto numero di nemici). A distanza di un anno dal suo lancio seguì un secondo fortunato capitolo della serie e poi più nulla…. Quantomeno fino ad ora. Infatti, grazie a una campagna Kickstarter conclusasi ottimamente e alla collaborazione dell’autore originale della saga, prende oggi vita Fear Effect Sedna, che ci accompagna in una nuova avventura con protagonisti Hana, Rain, Glas, Deke e un nuovo arrivato: Axel. A differenza dei suoi predecessori, questo titolo fonde un gameplay d’azione con quello di uno strategico con visuale isometrica, ma mantiene comunque i tratti distintivi della serie. Sarà riuscito questo terzo capitolo a tenere alto il buon nome della saga? Andiamo a scoprirlo subito!Fear Effect Sedna

Alla scoperta delle leggende Inuit

Partiamo con il dirvi che gli eventi narrati in Fear Effect Sedna si svolgono quattro anni dopo quelli raccontati nel primo capitolo della serie. Hana è finalmente riuscita a liberarsi dalla potente morsa della Triade e ora vive felicemente con Rain a Hong Kong dove, per sbancare il lunario, svolge qualche commissione come mercenario occasionale con la sua dolce metà. Deke ha lasciato definitivamente il gruppo e Glas, tornato negli Stati Uniti, ha fatto perdere le sue tracce.

Ma all’orizzonte c’è qualcosa che li porterà a rincontrarsi nuovamente. Hana accetta infatti di rubare all’ambasciatore cinese di stanza a Parigi una misteriosa statuetta, ma per farlo, oltre all’aiuto della sua bella compagna, necessita anche della mano di Deke. Riunitisi, i tre partiranno dunque alla volta della romantica capitale francese dove, nel corso della loro missione, faranno la conoscenza di un nuovo personaggio: Axel, un misterioso agente segreto incaricato di indagare sull’ambasciatore cinese. I loro traguardi si intersecheranno e li porteranno alla scoperta della Groenlandia, dove, per uno scherzo del destino, incontreranno anche il buon vecchio Glas. Il gruppo ora riunito si ritroverà a indagare sul mistero che aleggia sul luogo, affrontando un’oscura organizzazione e una serie bestie demoniache che sembrano essere uscite dalle leggende locali Inuit. Il loro viaggio li porterà così ad affrontare le proprie paure alla scoperta del Polo Nord.Fear Effect Sedna

La paura fa novanta!

Andiamo ora ad analizzare in maniera approfondita il gioco e scopriamone punti forti e debolezze. Come già accennato prima, ciò che differenzia Fear Effect Sedna dai suoi predecessori è proprio il gameplay. Viene infatti abbandonata l’azione pura in favore di un sistema misto che permette al giocatore di scegliere come meglio approcciarsi al gioco: l’utente ha infatti la possibilità di proseguire nella storia alternando al tipico sistema di combattimento, un altro più ragionato, possibile grazie all’utilizzo della pausa tattica. Ognuno dei cinque personaggi giocabili avrà a disposizione un’arma primaria e abilità uniche: la prima godrà di munizioni infinite (sarà però necessario ricaricare l’arma una volta terminato il caricatore), mentre le seconde potranno essere utilizzate solo un numero limitato di volte. Grazie alla pausa tattica sarà inoltre possibile utilizzare le varie abilità dei personaggi per creare delle combo uniche in grado di cambiare le sorti dei vostri scontri. Ad accomunare questo terzo capitolo ai suoi predecessori vi è anche l’effetto paura (Fear Effect per l’appunto), una sorta di ECG presente sull’icona di ogni personaggio: questo varierà se feriti o se posti davanti a eventi traumatici e influirà sul danno che provocherete e che subirete. Proponendo inoltre un grado di sfida molto elevato, questo titolo metterà a dura prova le vostre abilità tecnico-strategiche e vi porterà a riprovare varie volte determinati schemi, alla ricerca della tattica migliore per affrontare un difficile combattimento.

Sarebbe però un grosso errore pensare che questo titolo sia semplicemente un monotono third person shooter con visuale isometrica, arricchito da una piccola variante tattica. Fear Effect Sedna alterna infatti alle classiche fasi d’azione, anche varianti stealth e interessanti sessioni di problem solving, mettendo alla prova le capacità del giocatore con puzzle e minigiochi più o meno elaborati. Ad arricchire l’esperienza di gioco troviamo anche una serie di cutscene davvero ben realizzate con disegni belli e molto accattivanti anche se, in rarissimi casi, appaiono leggermente rallentate. A chiudere poi questo meraviglioso cerchio vi è anche una buona colonna sonora che lega perfettamente con l’ambientazione di gioco, aiutando così l’utente a immergersi profondamente nell’interessante trama proposta dal titolo.Fear Effect Sedna

Fin qui tutto molto interessante, ma Fear Effect Sedna, sfortunatamente, presenta anche dei difetti non proprio trascurabili. Primo tra tutti la tanto decantata pausa tattica: questa, infatti, non riesce a essere davvero incisiva. A differenza di altri giochi strategici come il recente Shadow Tactics: Blade of the Shogun, dove la parte tattica è fondamentalmente il fulcro del gioco, Fear Effect Sedna pone più importanza sulla componente d’azione, relegando spesso la pausa tattica alla sola scelta del bersaglio durante i combattimenti più concitati. Diventa infatti inutile e controproducente utilizzare questa modalità nella fasi stealth, mentre durante i combattimenti la componente TPS tende sempre ad avere la meglio, portando spesso il giocatore a trascurare l’utilizzo della pausa. Un altro piccolo difetto sta nella segnalazione degli oggetti importanti. Questi vengono infatti segnalati grazie a un tenue brillio che alle volte risulta difficile da individuare. In ultimo, sebbene non si tratti di un vero e proprio difetto, la mancata localizzazione del gioco. Se da una parte è vero che l’inglese presente in Fear Effect Sedna è piuttosto elementare, dall’altra dobbiamo riconoscere una certa difficoltà per gli utenti poco avvezzi alla lingua di cogliere tutte le sfumature della trama.Fear Effect Sedna

In conclusione

Fear Effect Sedna si presenta comunque come il degno successore dei due precedenti capitoli e ci dimostra che, nonostante siano passati ormai diciotto anni dalla sua prima apparizione, questa serie ha ancora tanto da regalare. Sicuramente il gameplay innovativo scelto per questo titolo è migliorabile, magari dando maggior peso alla parte tattica nel gioco, ma il risultato resta comunque notevole considerando che il progetto è nato da una campagna Kickstarter e non da una grossa software house.

Modus Operandi: ho giocato questo titolo su PlayStation 4 fino al completamento della storia, cercando di bilanciare l’utilizzo della parte tattica a quella quella di pura azione.

Fear Effect Sedna
8
Voto 8
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Il mio debutto nel mondo videoludico inizia verso la fine del 1990 con un bellissimo Commodore 64. Negli anni a venire sono passato da una console all'altra senza mai sdegnare il mio amato PC, ma senza amarne mai una in particolare. Non sono tipo da console war, io compro la piattaforma in base alle sue esclusive così da non dovermene mai pentire.