L’estate su console è sempre un periodo piuttosto carente in fatto di produzioni di alto livello, vista la prerogativa di videogiocare meno del solito e, soprattutto, viste le scelte di marketing delle grandi software house di rilasciare i loro attesi prodotti principalmente nei periodi autunno-invernali. La sessione estiva di questo 2017 risulta invece essere piuttosto atipica rispetto agli standard sopracitati, vista comunque l’ingente quantità di prodotti validi arrivati sugli scaffali dei negozi. Gran parte del merito, a parte l’attesissimo DLC stand alone della serie Uncharted, va indubbiamente a indie e riedizioni, più che mai sulla cresta dell’onda in questo caldo periodo; impossibile non citare la Wipeout Omega Collection e la Crash Bandicoot N.Sane Trilogy in tal senso, come del resto sarebbe un delitto non menzionare lo sbarco di Undertale e di Shadow Tactics: Blade of the Shogun su console, entrambi eccellenti porting delle precedentemente uscite versioni PC.
Ma se volete un altro grande motivo per valorizzare ancor di più questa estate lo troverete indubbiamente in questa recensione volta a parlarvi di Yakuza Kiwami, remake del leggendario primo capitolo della saga di Kazuma Kiryu; il titolo, arrivato in europa nel lontano 2006 su PS2, è riuscito ad attecchire una notevole fanbase, risultato eccellente se consideriamo quanto votata all’oriente tale produzione, genere da sempre un po’ restio ai grandi numeri in Europa. SEGA con questo remake vuole riproporre alla generazione attuale un classico incredibile, al fine di aprirsi una comoda strada per l’uscita europea di Yakuza 6; ci sarà riuscita? Scopritelo insieme a noi!
Ambientato nel quartiere di Kamurocho, nome fittizio di una emulazione del realmente esistete Kabukicho, Yakuza racconta la storia di Kazuma Kyriu, componente di spicco del clan Dojima; conosciuto infatti col soprannome di “Drago di Kamurocho”, Kazuma è riuscito a districarsi nella fitta rete della mafia giapponese, dopo esser cresciuto in orfanotrofio col suo attuale miglior amico Nishiki. Questo amico fraterno risulterà essere immischiato in un terribile omicidio, dove lo stesso Nishiki ha difeso da uno stupro la ragazza di Kazuma, Yumi, per la quale il nostro drago prova un sentimento profondo; Kazuma decide dunque di assoldarsi tutte le responsabilità per l’omicidio Sohoei Dojima, pezzo grosso della sua famiglia di appartenenza. Nonostante la buona volontà di un agente di polizia, Kazuma decide di nascondere tutta la verità e prendersi ogni colpa, trascorrendo dieci lunghi anni in carcere. Ed è proprio uscendo dal carcere che Yakuza Kiwami ha inizio, dato che il protagonista scopre una Kamurocho diversa, sporca e corrotta da avidità e malavita, col suo amico d’infanzia divenuto spregevole e spietato, in affari coi pezzi più grossi della mafia giapponese. Da qui Kazuma inizia la sua scalata verso la vendetta e la redenzione, fatta di tradimenti, cospirazioni e tanti colpi di scena; Yakuza Kiwami non delude assolutamente dal punto di vista narrativo, raccontando una storia appassionante e sfaccettata, ricca di personaggi caratterizzati in modo impeccabile e che difficilmente dimenticherete nel periodo a seguire. Una storia già resa benissimo nella sua edizione PS2, ma che in questo remake vede cutscene aggiuntive molto importanti, che daranno un quadro molto più chiaro di numerose situazioni.
Se dal lato prettamente narrativo Yakuza Kiwami non ha mai deluso, è sul lato puramente ludico che questo remake gode dei maggiori miglioramenti. Chiunque abbia sentito anche solo parlare della saga sa che siamo di fronte a una evoluzione dei picchiaduro a scorrimenti tanto cari agli anni ’90, dotato di una mappa ampia e sfaccettata dove dar sfoggio delle nostre abilità nelle arti marziali. Yakuza Kiwami offre infatti un gameplay sì immediato, ma che richiederà diverse ore di pratica per essere padroneggiato a dovere; durante gli sconti ci muoveremo all’interno di arene di media grandezza, dove dar sfoggio delle nostre abilità al fine di sconfiggere tutti gli avversari o il boss di turno. Un inno alle arti marziali dunque, strizzando l’occhio alle classiche risse da strada: Kazuma sarà infatti in grado di raccogliere diverse armi e oggetti da terra, utilizzabili per massacrare i poveri malcapitati di turno; le interazioni con l’arena circostante saranno poi tanto spettacolari quanto utili, vista l’elevata quantità di danno che comporteranno. Diversamente dalla versione originale, questo remake porta con sè ben quattro stili di lotta presi dal recente Yakuza 0: sarà infatti possibile svilupparle a dovere e migliorarle tramite un sistema ruolistico di potenziamento. Capite bene come variare risulti necessario ai fini della buona riuscita di un combattimento, ove contro alcuni tipi di nemici degli stili saranno efficaci mentre altri meno.
Durante le fasi di esplorazione saremo invece liberi di esplorare l’ampio quartiere a disposizione, con la possibilità di avviare decine e decine di incarichi secondari e minigiochi. Se i primi risultano veramente profondi ed utili per approfondire la realtà dei fatti, sono i secondi che danno incredibile varietà a questo Yakuza Kiwami: spaziando dai giochi d’azzardo come il blackjack sino ai karaoke tipicamente nipponici, essi risultano incredibilmente vari, numerosi e profondi; la presenza di un’arena sublima ancor di più il lato ludico della produzione, rendendo necessaria programmazione e sviluppo per primeggiare a dovere. A completare il tutto c’è poi la presenza ridondante di Majima, grottesco personaggio noto ai fan della saga; in questo remake Goro godrà di un importante ruolo in campo di sviluppo, rendendo necessario allenarsi duramente con lui per apprendere le più letali abilità.
Yakuza Kiwami riesce ad eccellere anche nel comparto tecnico-artistico, proponendo miglioramenti sostanziali e tangibili. Il titolo gira infatti a una risoluzione di 1080p, condito dai 60fps stabili che rendono fluido e piacevole ogni tipologia di attività; le espressioni facciali risultano tutt’oggi all’avanguardia, e lavorare il titolo col motore di Yakuza 0 ha reso tutto su ottimi livelli. Ogni cutscene è stata infatti riscostruita col motore attuale, al tempo prerendrizzate sulla vecchia PlayStation 2; il risultato è una continua gioia per gli occhi, dove l’unico difetto tangibile si riflette sulla mole poligonale non esagerate delle comunque dettagliatissime strade di Kamurocho. Lavoro encomiabile anche nel comparto sonoro, dove la già eccellente colonna sonora dell’epoca è accompagnata da un doppiaggio ri-registrato da zero, sintomo di un lavoro certosino da parte di SEGA. Ultima chicca tecnica è l’introduzione di una telecamera completamente mobile, visto che la precedente e originale versione soffriva parecchio con l’oramai obsoleta inquadratura fissa. Yakuza Kiwami riesce poi a garantire una longevità granitica: se per completare la storyline principale occorrono una quindicina di ore, calcolatene almeno il triplo per completare gran parte degli incarichi e missioni secondarie, assaporando a dovere ogni angolo della magistrale ed indimenticabile Kamurocho.