Fare la propria entrata nel mercato dei videogiochi non è mai un’impresa facile, e se a provarci è una piccolissima realtà che deve far fronte alle decine di problemi che lo sviluppo di un titolo può comportare, di certo l’impresa si fa ancora più difficile. Gli italiani di Crystal Lake Studio ci hanno provato, timbrando il cartellino con il loro titolo di esordio Creepy Sentence, un breve horror game psicologico in prima persona, disponibile su Itch.io dal 13 maggio 2017 al prezzo di 8.00€ e che arriverà su Steam in una data ancora da definire. Contando principalmente sulle loro forza, il team ha sviluppato il proprio titolo basandosi su dei requisiti minimi ad ampio raggio, che ne aumentano la fruibilità a dei PC decisamente datati (dichiarazione rilasciata anche ai nostri microfoni qualche mese fa). Andiamo dunque a scoprire più da vicino cosa ci riserva Creepy Sentence!
I – Must – Escape – From – Here
Senza convenevoli, appena avviato il gioco assisteremo ad un breve filmato senza soggetto alcuno (e che non descriveremo per evitare spoiler), e prenderemo il controllo del nostro protagonista. Non sappiamo nulla di lui, né tanto meno lui stesso. Ci sveglieremo in una stanza che sembra l’obitorio di un ospedale, accompagnati solamente dalla descrizione dei comandi… e dall’oscurità. La trama di Creepy Sentence è basata principalmente sulla scoperta del passato del nostro uomo, e di conseguenza non ci scioglieremo nello scendere in ulteriori dettagli. Sappiate solamente che vi troverete a vagare nelle molte stanze di un ospedale, cercando elementi fondamentali per procedere con la nostra storia. Come vi anticipavo nella prefazione, il titolo non gode di una longevità estrema, e se siete dotati di buon intuito potrete terminare l’esperienza di gioco base in una mezzora.
Disporremo però in ogni caso di una seconda e piccola modalità, chiamata “Remember”, che ci farà esplorare di nuovo alcuni luoghi chiave nella storia del personaggio, consentendoci di assimilarne e riconoscere i dettagli. Le scoperte che faremo in tale modalità, composta da piccolissimi luoghi, saranno solo e soltanto nostre: non ci saranno achievements o indovinelli da risolvere, ma semplicemente la nostra testa, che riconoscerà gli oggetti presenti e gli attribuirà un significato. Tirando le somme per lo story telling, il titolo ha una forte carica emotiva, ma che purtroppo si esaurisce troppo in fretta, a causa di uno svolgimento troppo lineare nel corso degli eventi e ne limita le potenzialità. E’ ottima la volontà di lasciare al giocatore stesso la scoperta e l’interpretazione degli elementi presenti, ma ad una distanza troppo breve dal baratro che potrebbe farlo sentire “lasciato al suo destino”. I giocatori con un fare più dinamico infatti, potrebbero infatti tralasciare molti, troppi dettagli, forse nascosti anche troppo bene.
Run baby, Run
Il gameplay di Creepy Sentence è basato principalmente sull’esplorazione, e dunque non dovremo disporre di estreme abilità di giocatore per poter portare a termine il titolo. Potremo infatti definirlo una sorta di “story driven walking simulator” a sfondo horror, con alcuni jumpscare sparsi qua e la, e ovviamente le fughe da alcune… particolari creature. La peculiarità dello sfuggire a tali figure, sta nel trovare un nascondiglio prima che veniate presi e che “rinasciate” (non a caso la modalità di gioco principale è denominata “Reborn”), e nel respirare per raggiungere uno stato di calma per poter continuare a giocare. Se vi troverete in stato d’ansia infatti avrete la vista appannata e non potrete ragionare con lucidità, attenzione dunque alle stanze che visitate, e ai rumori che sentite. Questa meccanica, per quanto interessante e consona al contesto, sembra però purtroppo occupare una posizione quasi secondaria, e con un pizzico di fantasia in più poteva essere sfruttata meglio (così come la trama stessa, che purtroppo si prosciuga troppo presto).
A livello tecnico il titolo singhiozza molto: sono stati grandi i passi avanti dopo il lavoro di debugging delle ultime settimane, ma purtroppo alcuni problemi già colti nella demo si sono ripresentati inesorabili, come la legnosità dei movimenti del protagonista (che spesso si impala di fronte agli oggetti e rende a volte impossibile la fuga), oppure piccoli bug sparsi qua e la. Di certo ad influire molto nella produzione è stata la già citata volontà di limitare i requisiti necessari per far girare il titolo su computer relativamente anziani, come la risoluzione, i modelli utilizzati, le texture, e ovviamente il motore Unity. Di conseguenza graficamente Creepy Sentence affanna: si rivela per metà un tributo ai vecchi classici, ma per l’altra metà un titolo che non riesce a stare al passo coi tempi, anche settando al massimo la qualità.
Un gioco per tutti?
Il traguardo più importante che Crystal Lake si era prefissato, è in ogni caso stato raggiunto: anche se Creepy Sentence non è proprio un titolo per tutti, la sua fruibilità è decisamente buona. Un titolo che volente o nolente incuriosisce il giocatore e lo spinge ad andare avanti, fino alla brusca frenata che determina la fine del gioco. Questo mix è dato dal comparto tecnico poco esigente (croce e delizia), dal genere in voga negli ultimi tempi, e dalla localizzazione. Il comparto audio infatti vede le voci doppiate in italiano, con invece sottotitoli parti scritte in game in lingua inglese. La colonna sonora e gli effetti riescono a creare un’atmosfera in qualche modo immersiva, ma che in alcuni casi si inceppa (specie il verso delle creature nelle vicinanze).
Modus Operandi: questa recensione è stata redatta basandosi sulla versione PC del titolo dedicata a Windows, dopo aver completato il titolo per 3 volte e visitando ogni stanza disponibile nella modalità “Remember”.