Il publisher di PUBG ha iniziato una collaborazione con Solana, cosa che potrebbe portare gli NFT (Non Fungible Tokens, ndr) al noto battle royale di Krafton. L’azienda ha spiegato che i piani che hanno portato a questa collaborazione con Solana Labs include lo «sviluppo di operazioni di blockchain insieme a giochi e servizi basati sugli NFT», almeno secondo il comunicato stampa pubblicato.
Krafton ha spiegato che continuerà sempre a lavorare con aziende che si occupano di blockchain, come Solana Labs, nel mentre cercando di realizzare l’ecosistema Web 3. HyungChul Parl, il capo della divisione Web 3 ha spiegato: «Solana rappresenta il meglio dell’ecosistema e tecnologia Web 3.0. Attraverso quest’operazione, Krafton acquisirà la conoscenza necessaria per accelerare gli investimenti all’interno e all’esterno dell’esperienza basata sul blockchain».
L’annuncio arriva per far capire che gli NFT potrebbero essere un’ottima soluzione, e non solo per PUBG. Nonostante i tentativi degli sviluppatori di inserire questi token all’interno dei loro giochi, i fan hanno sempre rigettato l’idea, criticandola aspramente. Ma Krafton non sembra volersi fermare, visto che solo nel mese di febbraio, il publisher ha investito una somma pari a 6.6 milioni di dollari in start-up che si occupano di NFT e che potrebbero aiutarla nel portare a termine delle operazioni su Web 3.
Inoltre bisogna considerare che PUBG è una delle battle royale più giocate al mondo, soprattutto sulla piattaforma mouse e tastiera. Infatti ha una base di utenti attivi che raggiunge i 10 milioni, ed ha riportato circa settecento mila giocatori solo entro l’inizio dell’anno in corso. In altre parole: è considerato la seconda battle royale più importante del mercato videoludico. Sì, perché la prima è ovviamente Fortnite di Epic Games. Dunque è importante tenere sott’occhio le mosse del publisher, perché se questa mossa dovesse andare a buon fine, è molto probabile che altri sviluppatori ed editori facciano la stessa cosa.