Da tempo non sappiamo nulla della causa intentata nel 2019 contro i due leaker che hanno svelato i contenuti di Pokémon Spada e Scudo prima dell’uscita del gioco, ma ora sappiamo quale cifra andranno a pagare. La fuga di informazioni costerà davvero caro alle lingue lunghe in questione.
Gli avvocati tosti e prorompenti di The Pokémon Company (fondata, lo ricordiamo, di comune accordo tra Nintendo, Game Freak e Creatures, Inc., un tempo il team di sviluppo APE) hanno stabilito a quanto ammontano i danni. Rispetto alla “ferita irreparabile” causata dal leak, sembra quasi una somma esigua.
I leaker di Pokémon Spada e Scudo si ritroveranno con una cifra pari a 150.000 dollari in meno nelle loro tasche. I contenuti trapelati, per chi non ricordasse la storia travagliata dell’ultima avventura di Game Freak, consistono in un’anteprima (non autorizzata) dell’allora imminente guida strategica dei due giochi.
I due imputati lavoravano infatti per la compagnia incaricata di occuparsi della guida, comprensiva di informazioni al tempo ancora ignote al pubblico quali forme Gigamax, relativi artwork e tutto il resto. Tuttavia, a colpire più duramente la fase di marketing del gioco è stata la questione del Pokédex.
Non alludiamo a quest’ultimo come mera enciclopedia in-game in sé, bensì al comparto faunistico del mondo di gioco. La regione di Galar, infatti, è la prima in tutta la serie a non vantare un supporto completo alle creature viste finora. Considerando i costi aggiuntivi per trasferire i vari mostri, è palese da dove venissero i danni più gravi.
Una volta reso noto il Pokédex completo di Galar, a fronte di un motore grafico decretato dai fan come non sufficiente a giustificare il taglio di contenuti, il danno era fatto. L’hashtag #GameFreakLied (“Game Freak ha mentito”) è andato ben presto in tendenza, e con esso la coppia di titoli ha inevitabilmente perso qualche vendita.
Ora, è emerso che il primo imputato è colpevole di aver fotografato la guida senza previa autorizzazione, mentre il secondo le ha condivise su Discord aprendole a quello che The Pokémon Company definisce il “pubblico mondiale”. La prima testata ad occuparsi del leak è stata un sito portoghese, ora sulla lista nera di Nintendo.
L’anno scorso i due giochi sono stati protagonisti di un secondo leak, stavolta della versione beta del gioco risalente ad un attacco sferrato agli hacker nel 2018. In entrambi i casi, The Pokémon Company asserisce di aver “risposto subito” alle fughe di informazioni. Speriamo non avvenga lo stesso con il ritorno a una regione che ben conosciamo.