BlackJack: la storia di un mito assoluto

Il gioco, nel suo svolgimento, ha un che di poetico: i giocatori, spalla a spalla, sfidano il banco a viso aperto

Redazione
Di Redazione Lettura da 5 minuti

Quanto è bello giocare a carte? Davvero tanto! I motivi sono molteplici, ma se ne identificano in assoluto due principali: il senso di aggregazione che si crea al tavolo e la storia che si respira passando di gioco in gioco. In effetti, alcuni giochi sono proprio vecchi come il mondo! Poker, Scopa e Scala 40 sono entrati di diritto nel mito con annessi, connessi e immancabili varianti. Ma che ne pensate del blackjack? È uno dei giochi più mitici e antichi, presente non soltanto nei prodotti cinematografici made in USA più recenti, ma anche nei più datati, ambientati nel Far West, tra la polvere di qualche saloon. Dove affondano le radici di questo mito?

Nonostante il gioco, come già anticipato, sia associato all’iconografia americana, le sue origini sono Europee, Francesi per la precisione. La prima forma nota risale al diciassettesimo secolo, praticata col nome di “vingt-et-un”, ovvero ventuno. Non a caso, nella nostra penisola il gioco è ancora oggi noto come Ventuno. Solamente col successivo approdo negli USA il gioco prenderà il nome pressoché universale di Blackjack, “il fante nero”. Il nome, nella fattispecie, era dovuto a un bonus particolare: in caso di punteggio pari a ventuno in presenza di Asso e Jack di Picche, appunto Fante Nero, la vincita equivale a dieci volte la posta. Nella convenzione e nei regolamenti attuali, questo bonus non è più presente da lungo tempo, ma è stato comunque mantenuto il nome peculiare che trovate in tutte le sale da gioco degne di nota, come ad esempio Casino online NetBet appartenente al circuito del gioco digitale che sta ottenendo buoni riscontri durante quest’ultimo biennio.

Per quanto riguarda il gioco del blackjack gli strumenti del mestiere sono decisamente semplici: due mazzi francesi, centoquattro carte. Semi e colori non rappresentano una reale differenza, il calcolo del punteggio è basato sulla semplice aritmetica e sul valore numerico delle figure.

Il gioco, nel suo svolgimento, ha un che di poetico: i giocatori, spalla a spalla, sfidano il banco a viso aperto. Tutti ricevono due carte scoperte. In base al valore delle carte, partono le operazioni di calcolo necessarie ad avvicinare se non centrare il fantomatico Ventuno. Chiedere altre carte senza “sballare” è il vero e proprio fulcro del gioco, e per quanto possa sembrare elementare, le difficoltà sono enormi. Soltanto in presenza di tutte le combinazioni, il banco andrà a rivelare la propria, pagando i vincitori e lasciando a bocca asciutta i vinti.

Si totalizza Blackjack quando il giocatore riceve un Asso, che vale undici, accompagnato da un dieci o da una figura. Ventuno, punteggio perfetto e posta x1,5.

Il Blackjack ha dato il via a un altro fenomeno di taglio mondiale: il conteggio delle carte. Trattasi di una strategia che mescola matematica e attenzione del giocatore. Il fatto che sul tavolo ci sia sempre lo stesso numero di carte apre le porte al mondo del calcolo della probabilità. I giocatori più esperti che hanno affinato la tecnica del conteggio delle carte, infatti, possono più o meno prevedere, soltanto contando e osservando le carte in gioco, quale sarà il momento di massima vulnerabilità per il banco. In base a questi calcoli, vengono piazzate le scommesse più ingenti. A dispetto di quanto si creda, contare le carte non è illegale. Dal 2012 una legge federale statunitense ha sdoganato definitivamente il conteggio delle carte rendendolo a tutti gli effetti consentito. Nonostante ciò, i gestori e gli operatori di Casinó cercano di contrastare e ostacolare il fenomeno con ogni mezzo possibile, così da difendere il proprio interesse in ogni caso.

Insomma, dietro a un gioco di carte piuttosto semplice si può nascondere un vero e proprio mondo: dalle origini variegate e tramandate di continente in continente alle tecniche di studio che da secoli vengono sviluppate pur di mandare il banco gambe all’aria.

Condividi l'articolo