Da fine gennaio la piattaforma di streaming Twitch è sotto l’occhio del ciclone a causa del “Purple Screen of Death” presente nelle stream da siti di terze parti. Questo avviso, non skippabile e della durata di 30 secondi, appare in tutte le live del sito che però sono linkate a siti esterni. Ad esempio un evento di ESports trasmesso sulla piattaforma viola ma guardato attraverso un sito di informazione videoludica, che ha implementato nelle sue pagine la diretta dell’evento, avrà questo avviso. L’intento del Purple Screen of Death è letteralmente quello di invitare i giocatori ad aprire Twitch e continuare la visione del contenuto attraverso il sito, senza usufruire di tramiti.
Ora sembrerebbe che questo discutibile espediente creato da Twitch abbia anche invaso i videogiochi, nello specifico PUBG. Come riportato da un utente: nella lobby del gioco, dove è presente un mega schermo virtuale usato per trasmettere diverse live di eventi dedicati al Battle Royale, si può notare il famigerato Purple Screen of Death che, con il suo invito piuttosto insistente, disturba l’ambiente di gioco, oltre a suscitare ilarità tra i giocatori. In mezzo a diverse lamentele da parte degli utenti, anche un dipendente dell’azienda viola ha manifestato le sue perplessità, giudicando la mossa di Twitch “rancorosa”.
Per protesta, molti eventi di ESports si sono spostati su Steam, dove non sono presenti alcuni messaggi fastidiosi. L’azienda ha risposto alle lamentele affermando che il Purple Screen of Death è semplicemente “una prova” e verrà rimosso al più presto. Tuttavia questa storia lascia dubbi su diversi fronti. Per quanto la mossa di Twitch sia opinabile c’è anche da dire che un’azienda ha il diritto di imporre limitazioni di ogni sorta ai suoi contenuti se questi portano guadagni, anche se in modo indiretto, ad altri siti che incorporano i suddetti contenuti nelle loro pagine. Nell’attesa di scoprire come si muoverà Twitch in merito vi chiediamo di lasciare un commento con la vostra opinione a riguardo.