Humankind – Anteprima del nuovo gioco strategico di Amplitude Studios

Abbiamo provato una build di Humankind, strategico in arrivo il 22 aprile 2021 di Amplitude Studios. Ecco la nostra anteprima.

Simone Lelli
Di Simone Lelli - Editor in Chief Impressioni Lettura da 8 minuti

Parlare di giochi strategici è un po’ come parlare di un macro-genere a sé: nel corso degli anni infatti molti titoli hanno proposto varianti di questa tipologia di giochi davvero ben fatti, ma soprattutto, tutti dotati di quella caratteristica originale che li rendeva unici. Ovviamente questo ha portato anche la creazione di sottogeneri: tra i tanti, quello che più risulta completo è il 4X. Le quattro X stanno infatti per eXpand, eXploit, eXterminate e eXplore, quattro azioni che farete anche in questo nuovo Humankind, titolo che punta a diventare il gioco strategico storico più grande di sempre. Abbiamo avuto modo di provarlo in una sorta di missione dedicata alla scoperta di varie feature, e cercheremo (nonostante le variabili infinite che un gioco simile può proporre) a raccontarvi la nostra esperienza. Possiamo però subito dire che è questa stata incredibilmente positiva: catturare l’attenzione con uno strategico è qualcosa che di solito richiede ore e ore, mentre questo Humankind è immediato nella sua complessità, senza però incastrarsi in terribili trappole date dal voler proporre un gameplay troppo dettagliato.

E tu, che civiltà tifi?

La dinamica che subito salta all’occhio in Humankind è la gestione delle civiltà: nel gioco infatti, avanzando con gli obiettivi, vi troverete ad accumulare stelle e passare da un era all’altra. Con il cambio di queste, potrete scegliere anche la nuova civiltà da gestire: nella nostra prova siamo partiti dal neolitico, per poi passare ai Fenici, Romani, Norreni e infine Giapponesi. Le cinque epoche che abbiamo vissuto, ovviamente non hanno caratterizzato variazioni di mappa, ma solo di dinamiche di Humankind: infatti la partita era contro altri giocatori controllati da un IA terribilmente astuta che, come noi, hanno variato di volta in volta le loro radici. Gli sviluppatori promettono tantissime scelte da questo punto di vista, ma se anche non vi bastassero, vi servirà sapere che ognuna di queste civiltà porterà con sé degli usi, costumi, delle caratteristiche peculiari per truppe, mercati, edifici e persino meraviglie. Quando avanzerete, infatti, potrete scegliere una meraviglia unica da mettere nel vostro regno.

Ovviamente il gioco non si ferma a questo: abbiamo detto che l’obiettivo è espandere, sfruttare, uccidere ed esplorare, ed è proprio quello che farete. Se in primis dovrete infatti cercare risorse e costruire un accampamento, poi dovrete mantenere i vostri confini, espandervi dove serve, iniziare a produrre materiali e alimenti e cercare di sopravvivere e conquistare il più possibile. Parlando proprio di questo, quindi, possiamo dividere il gioco in due grandi macro-aree: la gestione del nostro regno e la diplomazia con gli altri.

Parlando di quest’ultima, essa viene gestita tramite un’interfaccia molto semplice e delle animazioni, correlate da dialoghi, molto divertenti. Potrete quindi dichiarare guerra, magari farne partire una di nascosto, oppure proporre alleanze aprendo i confini, condividendo tratte per il mercato o persino condividere le mappe. Naturalmente la diplomazia è fragile, al punto che anche costruire un accampamento vicino ad un confine di un altro giocatore potrebbe far partire un contenzioso non da poco. Ovviamente con la IA le meccaniche si sono rivelate abbastanza lineari, ma quando si potrà giocare online sicuramente ne vedremo delle belle, soprattutto visto e considerato che potrete espandervi navigando anche i mari, proporre un sistema di vassallaggio agli altri giocatori diventando loro superiori o persino stringere forti alleanze per attaccare insieme qualche nemico. La vicinanza ad altre civiltà, infine, permetterà alla vostra di assorbirne come un’osmosi i loro usi e costumi, aggiungendo ulteriori variabili.

Mi casa es mi casa

L’altra parte del gioco sarà ovviamente quella di gestione del proprio: se infatti potrete mandare truppe di varie tipologie in esplorazione, comunque dovrete stare attenti alle vostre città. Nate come accampamenti e sviluppate sulla mappa esagonale del gioco, esse potranno permettervi di installare delle zone di recupero materiali (si va dal grano all’industria, passando anche per monete, scienza e influenza) utili per potenziare ed espandere. Avanzando nelle varie epoche sbloccherete anche usi non proprio necessari ma utili come il divertimento (magari giostre o circhi) e attività che possono farvi progredire nell’evoluzione.

Avrete infine dozzine di variabili da gestire e funzioni da imparare: dovrete stare attenti a non sovrappopolare una città, né a lasciarla senza persone, potrete pagare per velocizzare la costruzione, acquistare o vendere materiali e insomma gestire la partita puntando a ciò che volete raggiungere. Contando che la vittoria non è data dalla mera conquista ma dai punti influenza, potrete scegliere lo stile che più vi si addice. A mali estremi, potrete fare patti, cedere città, domandarne altre, condividere tratte, assemblare due piccole città “unificandole” in una più grande, cambiargli nomi, costruire stalle, miniere, monumenti e chi più ne ha, più ne metta.

Il gioco è gestito con dei turni, nei quali potrete fare ciò che volete prima di passare: rimane il fatto che costruzioni ed evoluzione – anche quelle non legate alle città come avanzamento tecnologico e fede – avrete dei turni da aspettare, che potrete diminuire facendo convogliare aiuti da altre città o pagando con l’oro. Per le truppe, invece, potrete muoverle di tot zone per ogni turno, facendogli fare azioni come costruzione, assedio o battaglia. Parlando di quest’ultima, Humankind propone un sistema tattico che vede le varie truppe dislocate nella zona di battaglia: qui la tattica diventa importante, in quanto avere una zona sopraelevata o dei supporti fisici può cambiare le sorti dello scontro.

Il gioco proporrà infine eventi di varie tipologie legati a scienza, fede e quant’altro, dove dovrete prendere delle decisioni che potrebbero potenziare o depotenziare i vostri villaggi. Bloccare una persona che magari urla in piazza delle falsità piuttosto che invece pagarla per andarsene o parlarci per risolvere potrebbe cambiare l’andamento e la visione d’insieme di quella città, proponendo una variabilità ancora più elevata.

Humankind è un gioco vasto, imponente, qualcosa che però dà subito accesso al divertimento senza barriere dovute alla difficoltà: l’avanzamento culturale, oltre a definire bene le vostre partite, è appagante per quanto riguarda il ricevere nuovi edifici e truppe, ricordando un po’ come succedeva in Empire Earth. Per il resto, poniamo grande fiducia in questo gioco che, in una build provvisoria, ha saputo divertirci (e probabilmente ci farà divertire ancora nei prossimi giorni). Gli sviluppatori si sono sincerati di dirci che questa era comunque una versione di prova, non rispecchia il gioco finale, e questo ci fa sperare ancora di più di vedere un titolo che, davvero, ha il potenziale di diventare lo strategico storico migliore di sempre.

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Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.