Quante frasi potrebbe dire un uomo se, a causa di uno sfortunato incidente, dovrebbe trovarsi da solo su un pianeta sconosciuto, senza sapere minimamente né dove si trovi né come andarsene di lì? Si potrebbero dire tante cose. “Ho paura“, “Perché proprio a me?“, “Come mai sono arrivato qui?“, “Cosa ho fatto di male?“, “C’è qualcuno qui?“, “Sono da solo?“. Queste sono proprio le domande che The Solus Project vi farà porre.
Le frasi sarebbero molte, ma il primo istinto di qualsiasi umano è quello di sopravvivere, cercare di mantenersi in vita adattandosi alle circostanze e cercando di scoprire quanto più si può del posto sconosciuto dove ora ci si trova sperduti.
Conoscere il mondo attorno a sè e conoscere se stessi
“Come si sopravvive in un posto del tutto sconosciuto ed estraneo all’uomo?”
Appena “sbarcati” (anche se in maniera abbastanza brusca, se si può dire), troveremo vicino al nostro punto di atterraggio un PDA, il quale ci sarà di vitale aiuto durante tutta l’esperienza di gioco: esso infatti ci permette di conoscere perfettamente le condizioni ambientali come Temperatura, Velocità del Vento ed Umidità, fornendoci inoltre vari dettagli sulla nostra salute, come Punti Vita, Fame, Sete, Sonno e Temperatura Corporea. In base a queste informazioni dovremmo saperci adattare, utilizzando in maniera più o meno differente i vari oggetti a nostra disposizione.
Tutto è utile, nulla indispensabile
“Come potranno essere utilizzati gli oggetti trovati in giro per il mondo?”
Questa è la domanda più importante del gioco. Gli oggetti reperiti in giro per la mappa non sono disposti a caso (alcuni superflui potranno anche sembrare fuori luogo, ma gli oggetti importanti hanno delle localizzazioni ben precise e, soprattutto, hanno uno scopo ben preciso. Puntando un oggetto potremmo sapere tutte le informazioni che lo riguardano, quindi se ha uno o più usi, di che natura è, se ha qualche caratteristica fisica particolare (flessibile, pesante ecc.) oppure se è possibile interagirvi tramite altri strumenti presenti nel proprio inventario. In The Solus Project fare la scelta sbagliata per ciò che concerne il craftare un oggetto piuttosto che un altro potrebbe costare molto caro!
Oggetti ed ambiente: un legame intrascendibile
“Come incideranno sull’ambiente gli oggetti utilizzabili?”
Argomento importantissimo da trattare dato che, se non si conosce un minimo la dinamica di gioco, all’inizio dell’esperienza potrebbe capitare anche di trovarsi spaesati e incombere in alcune disgrazie (esperienza personale accaduta all’inizio del gioco). Ebbene, la caratteristica che ho forse più amato di tutto The Solus Project è che gli strumenti da noi trovati o craftabili avranno effetti corrispondenti alla realtà. Mi spiego meglio, non è proprio semplice esprimere questo concetto. Ci sono oggetti con determinate caratteristiche che potranno essere sfruttati a nostro vantaggio nella mappa, ma questa volta si va oltre il posizionare un oggetto pesante su una pedana per tenerla attiva (anche se qualche sessione di questo genere è presente, un po’ di nostalgia); il gioco evolve il funzionamento di qualsiasi cosa: craftiamo un torcia e la accendiamo? Bene, il fuoco aumenterà la temperatura ambientale, “brucerà” l’umidità (entrambi questi valori poi sono collegati a sua volta alla forza del vento e alle condizioni meteorologiche), aumenterà di conseguenza la nostra temperatura corporea e ci asciugherà nel caso fossimo bagnati… ma non finisce qui. La nostra temperatura corporea aumenta? Bene, anche il valore di acqua presente nel nostro corpo diminuirà più velocemente, andando ad aumentare di conseguenza il bisogna di idratarsi.
Tutto questo giro di collegamenti numerici (perché alla fine questo sono) renderà l’esperienza veramente intrigante, facendoci sentire protagonisti attivi dell’avventura, dato che sono stati presi in considerazione una moltitudine di elementi che molte persone trascurano, come ad esempio che la luce emessa da alcuni tipi di cristalli produca umidità. E’ stata veramente una bella sorpresa trovare così tanti dettagli all’interno di questo gioco, davvero un lavoro ben fatto.
Il mondo attorno a noi
“E tutta questa esperienza dove sarà ambientata?”
L’ambientazione della vicenda è, a mio parere, un altro dei punti forti del titolo, sempre grazie alla cura dei dettagli e dei particolari.
Il pianeta sul quale ci troveremo dispersi non presenta grandi caratteristiche, o almeno per quanto riguarda la vita in superficie: infatti, oltre ai frammenti della nostra astronave e vari pezzi di satelliti sparsi qua e là per il globo ciò che rimarrà da ammirare è la grandissima ed incontaminata estensione degli ambienti naturali, veramente ben curati in modo quasi poetico. E’ vero che molti modelli si ripetono, ma non sono incollati qua e là senza un motivo; sono invece tutti ben regolamentati e disposti in maniera molto ordinata, al punto tale da poter definire il paesaggio addirittura poetico ed armonioso. “Passeggiando” sulla superficie non avremmo infatti, quel senso di “Oh, ma qui è tutto uguale, sono ore che cammino”, al contrario invece, ci sembrerà di trovarci sempre in un posto diverso, sempre con qualche segreto da scoprire, e fidatevi, di segreti e chicche da scoprire nel gioco non ce ne sono affatto pochi.
La superficie è solo l’inizio
“Esiste qualcosa oltre al mondo che ci verrà presentato all’inizio del gioco?”
Bhe, se pensavate che The Solus Project si limitasse ad essere un survival ambientato su un vasto pianeta tutto da esplorare e girare, mi spiace dirvelo, ma dovrete ricredervi: oltre al mondo che potremo vedere sulla superficie, esiste un mondo sotterraneo alquanto labirintico tutto da esplorare e di sicuro molto più angosciante ed ansioso della relativa calma che regna sulle dolci spiagge del pianeta. In questo mondo sotto-terra avremo modo di incontrare i resti di un’antica civiltà e di poter esplorare delle catacombe piene di elementi che non faranno altro che intrigarci sempre più.
La nostra missione solitaria
“Quale sarà il nostro compito da superstite?”
Il nostro compito sarà semplice, quasi scontato si può dire. Trovare in giro per il mondo tutti gli indizi possibili, ricercare superstiti e trovare un modo per poter chiamare i soccorsi e tornare a casa. Ci saranno degli indizi, come delle lettere, che ci permetteranno di capire se qualcuno è già stato sul terreno che stiamo calpestando. Il resto è intuito ed abilità, non voglio aggiungere altro per non rovinare la sorpresa.
Arrivato a questo punto posso affermare che The Solus Project è davvero un bel gioco, quasi originale, che appartiene ad un tipo di videogames che non sono adatti a tutti; al momento infatti mi sento di consigliarlo solo ai più desiderosi di conoscenza interiore, a coloro che con la mente riescono a viaggiare su altri pianeti e che, anche se attraverso uno schermo, hanno voglia di provare quest’esperienza. E’ un gioco sì per gli appassionati di sopravvivenza, ma sarà il titolo perfetto per coloro che adorano sognare, coloro che con la mente riescono davvero a creare un nuovo pianeta.