In questi ultimi giorni abbiamo spesso parlato di una pratica lavorativa purtroppo molto diffusa, non solo nell’industria videoludica, che porta il nome di “crunch“. In sostanza consiste nel rimanere molte più ore del dovuto all’interno del proprio ufficio per portare a termine, entro una data già prefissata, quel videogioco (o qualsiasi altro compito inerente al lavoro svolto) che altrimenti subirebbe un ritardo. Ne sanno qualcosa gli sviluppatori di Naughty Dog che in questi giorni sono sotto l’occhio del ciclone o i dipendenti Rockstar che, ciclicamente, si ritrovano a macinare ore ed ore davanti lo schermo del PC per terminare i lavori della software house.
Di visione pressoché contrapposta è quella di Hugo Martin, creative director di id Software. Egli ha infatti parlato di questa pratica, inerente al loro ultimo capitolo in uscita il 20 marzo, DOOM Eternal, come un “lavoro senza fine”. Quello che Hugo intende dire è che per accrescere la sua cultura pop non smette mai di giocare o di vedere film e serie TV che possono stimolarlo e motivarlo ulteriormente anche al di fuori dell’orario di lavoro, in modo tale che i futuri progetti siano sempre al passo con i tempi.
“Non è un vero crunch … Lo definisco più come uno stile di vita. Vivo e respiro solo questo. Non c’è qualcuno che mi costringe a rimanere in ufficio. Anche quando torno a casa, sto prima con i miei figli, faccio le faccende che mi competono e poi faccio ricerche, ovvero gioco ai videogiochi e leggo fumetti, qualcosa che mi renda parte e mi assorba completamente nella cultura pop, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. La mattina, dopo che mi alzo, faccio un po’ di esercizi, porti i bimbi a scuola, e ho a disposizione un paio di ore libere in cui gioco ai videogiochi”.
Sicuramente Martin è quello che viene definito un vero e proprio Nerd, con la differenza che quando la propria passione incontra il lavoro, le due linee devono andare di pari passo e non sovrapporsi tra di loro, rendendo di fatto quello che per uno sviluppatore è il sogno della sua vita, un incubo.