Tra le software house più rilevanti del mercato videoludico indipendente, Ninja Theory è stata una di quelle che è riuscita maggiormente a spiccare in positivo. Dopo il suo controverso DMC: Devil May Cry, la sua nuova IP Hellblade: Senua’s Sacrifice riuscì a conquistare una gran fascia dell’utenza, e anche un colosso del settore: Xbox. Lo studio di sviluppo entrò infatti a far parte nel 2018 degli Xbox Game Studios, ed ebbe la possibilità – grazie ai fondi garantiti dalla casa di Redmond – di riprendere un suo progetto accantonato. Parliamo di Bleeding Edge, un titolo online che vede alle sue spalle uno sviluppo piuttosto travagliato.
Dopo aver analizzato il reveal avvenuto in occasione dell’E3 2019, e aver espresso le nostre impressioni nel seguente articolo dedicato, ci è stato possibile mettere le mani sul titolo in questione. Una closed beta proposta su Xbox Game Pass ha infatti dato a tutti gli utenti abbonati l’opportunità di giocare in anteprima Bleeding Edge, in una versione ormai prossima all’uscita fissata per il 24 marzo 2020. Come sarà andata? Scopriamolo insieme nelle seguenti righe!
Davvero originale?
Dopo essersi interfacciati al gameplay di Bleeding Edge, è spontaneo porsi un’importante quesito: è all’effettivo un gioco originale, e non un noioso more of the same? Potremmo considerare il titolo come un figlio nato tra Overwatch, League of Legends e Battlerite, ma sarebbe davvero necessario? Non è difficile rendersi conto in pochi minuti di quanto Bleeding Edge sia all’effettivo un progetto estremamente autoriale e carico di grinta.
Parliamo di un Hack & Slash online ibridato al genere dei MOBA, e in alcuni casi a quello degli sparatutto in terza persona, per una parte davvero molto marginale. All’effettivo tutti i colpi che vengono inflitti agli avversari negli scontri 4vs4 presentano infatti un completo auto-lock. Il gioco non vuole portare l’utente a sviluppare una buona mira come potrebbe fare uno sparatutto classico, ma vuole piuttosto che egli sfrutti al meglio le sue abilità e sviluppi una strategia di squadra. Tutto questo avviene semplicemente uscendo dal concetto di visuale isometrica, proposta invece dai più classici League of Legends o Dota 2.
Se stiamo infatti paragonando Bleeding Edge ad altre esperienze è per far notare quanto questo sia ben distinto dalle stesse – e voglia invece portare in campo un gameplay estremamente tecnico, easy-to learn e hard to master – che anche se ispirato da altre opere più note è stato pensato dalle fondamenta per risultare appagante e fresco. Se però il progetto è riuscito a impressionarci immediatamente c’è un motivo ben preciso, non particolarmente legato alla questione del gameplay.
CHE STILE!
Bleeding Edge presenta uno stile impressionante, sorprendente e visivamente appagante. Abbiamo provato il gioco nella sua versione PC, e possiamo assicurare che con i dettagli al massimo questo riesce senza dubbio ad ammaliare per la sua veste grafica. Gli scenari e i personaggi hanno lo stile dei disegni a mano, con una particolarissima palette cromatica e delle sembianze davvero ben studiate da parte degli sviluppatori, i quali sono riusciti a cambiare completamente canone rispetto alle loro precedenti opere proposte sul mercato.
Il gioco è ambientato in uno straordinario universo fantasy che mixa il cyberpunk a moltissime altre ambientazioni e dove i protagonisti sono stati modificati per avere prestazioni migliorate e competere nelle arene. Lo stesso potremo fare noi, perché salendo di livello il gioco ci darà la possibilità di cambiare le statistiche di base legate a ogni personaggio ed inserire dei nuovi gadget per creare così build personalizzate e adatte allo stile di gioco e alle preferenze di ogni utente. Anche la OST prodotta è sensazionale, in grado d’alimentare le situazioni e di dare incredibile soddisfazione in caso di vittoria, il tutto accompagnato da un doppiaggio che però risulta un po’ troppo assente.
Il lavoro non è ancora finito
Bleeding Edge si è mostrato come indubbiamente ed estremamente solido nei suoi temi e nel suo gameplay, ma presenta purtroppo delle incertezze da dover rivedere assolutamente. La quantità di contenuti generale non è ancora sufficiente, nonostante il prezzo budget di 30 euro a cui il gioco viene proposto e l’arrivo dal day one nell’Xbox Game Pass. Sono necessari più personaggi, che risultino però approfonditi e ispirati come quelli già presenti, più modalità e più mappe.
Si tratta di aggiunte che verranno da sé nel caso in cui Ninja Theory si occupi di un egregio supporto post-lancio per un’opera che lo merita indubbiamente. Anche se il gioco si è mostrato graficamente superbo, alcune incertezze tecniche legate ai cali di frame e alcune traduzioni ci hanno fatto storcere il naso, senza però compromettere eccessivamente l’esperienza generale. Sarà anche necessario inserire una modalità classificata per aggiungere un po’ di pepe all’esperienza, e ripetiamo che una maggior cura per il doppiaggio potrebbe rendere più incisivi i personaggi, che nonostante risultino originali sono già di base un po’ troppo stereotipati.