Al giorno d’oggi risulta pressoché impossibile parlare con qualcuno che non conosca Dragon Ball. Che si abbia visto l’anime che ha dominato anche la TV italiana o che si possegga a casa un’invidiabile collezione di manga, chiunque ha sentito parlare o ha approfondito nei diversi modi possibili l’opera del maestro Akira Toriyama. Nata infatti negli ormai particolarmente lontani anni 80, Dragon Ball è riuscito a conquistare praticamente tutti gli attuali medium.
Nato come un “semplice” manga, l’opera è arrivata a conquistare anche il panorama videoludico, con tutti i videogiocatori di vecchia data che ricordano con affetto i capitoli usciti per le vecchie generazioni di console, forse non ancora raggiunti dai videogiochi più recenti. Non mancano poi all’appello moltissimi film d’animazione che hanno caratterizzato l’evolversi di una trama tanto semplice quanto divinamente sfaccettata, visto che se ne possono contare al giorno d’oggi ben 19 arrivati anche in Europa.
Nonostante però Dragon Ball sia alla portata di chiunque, non tutti conosco in che modo è nata quest’ambigua storia fatta di combattimenti e momenti mozzafiato. Ebbene, siamo qui oggi per parlarvi proprio degli avvenimenti che hanno portato il maestro a produrre le tavole di quest’avventura. La nascita di Akira Toriyama come disegnatore è particolarmente datata infatti, e ci teniamo ad approfondirla con voi, lasciandovi anche alcune interessanti curiosità che favoriscono l’ottima riuscita di quest’universo ormai così enorme e sfaccettato.
Dal Dr. Slump alle 7 sfere del drago
Dall’immagine visionabile poco sopra, potreste notare un particolare, effettivamente piuttosto evidente… lo stile dei disegni. Questa è un immagine di Dr. Slump & Arale, un’opera che condivide con il decisamente più famoso Dragon Ball l’autore e disegnatore… proprio Akira Toriyama! Prima di pensare alle 7 sfere del drago, l’esperienza del maestro è stata infatti data dalla creazione di questo manga dalle aspettative e prospettive indubbiamente più ridotte. L’opera parla della storia del Dr. Slump, un’ideatore che si diletta nella scoperta e nella creazione d’invenzioni più o meno utili, tra cui una che spicca sicuramente più delle altre: Arale. L’arrivo di una bambina robot non particolarmente sveglia e scaltra ma eccellente nelle prestazioni fisiche è quindi quello che da’ l’incipit a queste vicende.
Sembrerà assurdo ma le vicende di Dragon Ball sono nate in effetti proprio grazie a quest’opera, o per meglio dire, grazie alla sua conclusione. Indeciso su cosa disegnare, Akira Toriyama si confidò infatti con il suo editore Kazuhiko Torishima sperando di ricevere la giusta ispirazione per lanciarsi all’interno di un nuovo progetto. Vista la passione per Jackie Chan del disegnatore gli venne consigliato di dilettarsi con uno shōnen in cui le arti marziali fossero presenti. Nacque così nel 1983 Dragon Boy, un capitolo One-Shot che aveva come obiettivo principale quello di conoscere l’opinione del pubblico, che fu una serie pressoché infinita di consensi.
Ispirandosi al romanzo cinese Il Viaggio in Occidente Akira Toriyama avviò ufficialmente il suo progetto di Dragon Ball. Per giustificare una storia assurda come quella su cui voleva basarsi, l’autore decise quindi di aggiungere un po’ di pepe alla situazione, pepe che prende il nome di Sette Sfere del Drago. Inizialmente pensò di far durare il manga un tempo relativamente breve, dato che in un primo momento il tutto si sarebbe dovuto concludere dopo la raccolta e l’utilizzo delle sette sfere, ma non è così che andò a finire.
L’enorme successo di Dragon Ball
Una volta giunti all’iconico torneo Tenkaichi, l’opera iniziò ad ottenere consensi sempre maggiori che il disegnatore si aspettava visto che l’arrivo di popolarità avvenne anche per la sua opera precedente in concomitanza con determinate gare e dispute. La storia iniziò quindi a prendere un’altra piega, completamente diversa dalle aspettative iniziali che non sarebbero quindi state nettamente rispettate. Nuovi personaggi arrivarono, e non fu certamente Goku ad aggiudicarsi le prime competizioni come ci si sarebbe potuto aspettare, peculiarità che allungò sapientemente il brodo.
Volendo incentrare quindi il focus sulle scene di combattimento ed abbandonando l’idea del viaggio, Akira Toriyama decise di andare volutamente contro i consigli del suo editore, e fece crescere Goku. Questo avvenne principalmente per permettergli una strada spianata sul disegno delle scene di combattimento, ma non bisogna da trascurare l’enorme power-up che ha reso tutte le vicende sicuramente più interessanti. Come ben sappiamo, dopo i tornei gli avvenimenti presero un’altra piega, crescendo esponenzialmente nella grandezza di quanto accadeva nelle varie tavole.
I guerrieri Sayan, dopo essere diventati i più forti della Terra, hanno infatti anche agito addirittura nello spazio – come ad esempio nella specifica saga di Namec – oltre che nel regno dei morti. Pur rimanendo fortemente distanti da quanto deciso inizialmente, tutte le vicende sono state in qualunque caso giustificate, anche se ovviamente esagerate nei temi e nei combattimenti. La tecnologia presente nell’epoca poco etichettabile ha reso ogni opzione possibile, come i vari volumi ci hanno sicuramente insegnato.
Le curiosità che forse non sai su Dragon Ball
I temi ambigui e sicuramente sopra le righe dell’opera sono contornati da alcune interessanti curiosità che sono però da ricercare in alcune piccolezze legate ai personaggi, ai loro nomi e alla loro storia. Basti comunque pensare che pressoché chiunque sia presente nell’universo di Dragon Ball è stato ricavato da qualcosa o qualcuno, anche solo in parte. Il maestro Akira Toriyama ha infatti sfogato tutta la sua vena artistica ed editoriale attraverso una serie d’infinite ispirazioni, di cui buona parte non è neanche palese ed ufficiale.
Sapevate infatti ad esempio che l’iconico Genio delle Tartarughe è in realtà un’omaggio alle famosissime Hawaii? Il disegnatore è infatti molto appassionato di quei luoghi, e soprattutto della loro storia. Proprio per questo ha deciso di creare un personaggio piuttosto sfaccettato ed importante, la cui casa è un’isola deserta ed i cui abiti sono fondamentalmente dai temi indistinguibili.
Inoltre, molti dei nomi presenti sono ispirati o presi palesemente da alcuni cibi di origine ovviamente giapponese. Troviamo ad esempio Crillin, che vuol dire castagna, Broly che invece si prende il nome dei broccoli, come anche l’intera squadra Ginyu (latte), Rikuumu (crema) Chiizu (formaggio) e Gurudo (yogurt), la palese provenienza di Freezer ed anche moltissimi altri nomi talvolta commestibili. Ad ispirare il protagonista Goku c’è stata invece la leggenda di Son Wukong, che è stata utilizzata in moltissimi altri contesti di medium anche molto recenti, come ad esempio Wukong di League of Legends per citare uno su tutti.
Simili ispirazioni arrivarono anche nell’altrettanto famosa opera One Piece, con Zoro che utilizza mosse nominate proprio come cibi tipicamente giapponesi. Sapevate che fra Eichiro Oda e Akira Toriyama esiste un rapporto di amicizia e soprattutto stima? Il primo dei due si è infatti fortemente ispirato a Dragon Ball, ed ha anche insistito perché il doppiatore del protagonista Rufy nell’anime fosse lo stesso di Crillin.