Aspettando Star Wars Jedi: Fallen Order – Ecco i 5 migliori e i 5 peggiori giochi dedicati a Star Wars

Continuando il Countdown per Star Wars Jedi: Fallen Order, ripercorriamo la storia del brand in ambito videoludico.

Redazione
Di Redazione GL Originals Lettura da 15 minuti

Dato l’avvicinarsi del rilascio di Star Wars Jedi: Fallen Order abbiamo pensato di ripercorrere le antiche vie della Forza videoludica, che ci hanno portato negli anni ad indossare i panni di jedi, sith, droidi e cloni. Ma dei numerosissimi videogiochi ambientati nel mondo di Star Wars (parliamo di quasi 100 titoli, che spaziano dagli scacchi virtuali fino agli MMORPG), quali sono i titoli che hanno lasciato di più il segno, nel bene e nel male? Questa breve classifica cercherà di elencare quei videogiochi che hanno reso indimenticabile il viaggio in una galassia lontana lontana, cercando di trovarne i migliori (ed i peggiori) rappresentanti.

I 5 migliori giochi su Star Wars – By Marco Stramondo

Dark Forces 2: Jedi Knight & Mysteries of the Sith

Star Wars Jedi Knight Dark Forces 2 Kyle Katarn spada laser stormtrooper

Pubblicato nel 1997 con uno strano eccesso di punteggiatura, Star Wars: Jedi Knight: Dark Forces 2 è probabilmente il miglior sparatutto di Guerre Stellari che ci sia mai stato e, con la sua espansione, possiede uno dei boss più poetici di sempre. Ma andiamo con ordine: dopo il primo episodio, in cui il protagonista Kyle Katarn ruba i piani della Morte Nera nel livello-tutorial (all’epoca bastava un uomo per fare il lavoro di una squadra suicida a quanto pare), Kyle comincia ad indagare sulla morte del padre. Scoprirà che ad ucciderlo è stato un jedi oscuro, Jerec, nella sua forsennata ricerca della Valle degli Jedi, in cui è racchiuso un potere sconfinato. La storia vedrà il nostro protagonista evolversi da semplice mercenario a maestro jedi, scoprendo il suo legame con la Forza e portandolo a scegliere il destino dell’intera galassia. La trama era senz’altro sempliciotta, anche per l’epoca, ma il gameplay era dannatamente solido, dando tanti strumenti al giocatore per affrontare dei livelli lunghi, complessi e con delle fasi platform vertiginose. In più, avanzando in alcuni livelli si sbloccavano dei punti da spendere nei poteri della Forza che permettevano di scegliere le abilità su cui investire. Ma la vera chicca rimane il finale dell’espansione, Mysteries of the Sith, che ci poneva nei panni di Mara Jade intenta a cercare Kyle e ricondurlo sul lato Chiaro dopo la sua corruzione. Il combattimento finale, infatti, era proprio contro il nostro ex protagonista, ora trasformato in un invincibile jedi oscuro. L’unico modo per risolvere la battaglia era di ragionare come avrebbe fatto Mara: non da guerriera, ma da amica alla ricerca di una persona amata. Spegnendo la spada laser e rifiutandoci di combattere, Kyle sarebbe infine rinsavito.

Galactic Battlegrounds

Star Wars Galactic Battlegrounds AT-AT

Pubblicato nel 2001 per PC, Star Wars Galactic Battlegrounds è uno dei pochi titoli appartenenti al genere RTS marchiati Guerre Stellari. Con ben 6 campagne a disposizione, Battleground ci permetteva di controllare diverse fazioni (Gungan, Federazione dei Mercanti, Impero e Ribelli ma anche Naboo e Wookie) ognuna con le proprie unità e potenziamenti particolari, ripercorrendo la storia degli episodi della trilogia classica e de La Minaccia Fantasma. Pur non brillando per originalità, essendo infatti estremamente simile ad Age of Empires (con cui condivide il motore grafico), Galactic Battlegrounds era una perla per l’epoca e dava modo di giocare momenti della saga mai raccontati prima. Non è però l’unico RTS di qualità, perché Star Wars: Empire at War, uscito solo 5 anni dopo, era obiettivamente più solido e originale dal punto di vista dei contenuti. Perché non inserirlo al suo posto? Beh, l’Impero in Guerra non aveva una schermata dedicata alle fazioni, ognuna con il suo tema musicale e non ti permetteva di comandare la tua armata droide con a capo il generale OOM-9. E perché la nostalgia è canaglia.

Star Wars: The Force Unleashed

Star Wars Il Potere della Forza

Uscito nel 2008 per Xbox 360 e Playstation 3, Star Wars: Il Potere della Forza (questo il titolo italiano) ci metteva nei panni dell’apprendista segreto di Darth Vader, il potentissimo Starkiller. Il titolo vantava una serie di caratteristiche peculiari, tra cui una fisica ben strutturata, una simulazione realistica dei diversi tipi di materiali e l’interpretazione di Sam Witwer (all’epoca, famoso per il ruolo di Davis Bloom/Doomsday in Smallville). Ma ciò che rendeva il gioco incredibile era l’enorme potenza del protagonista, tutta a nostra disposizione. Fulmini, spinte, levitazioni, spade laser: Starkiller era inarrestabile ed una vera forza della natura. Il nostro anti-eroe affronta di tutto durante il suo viaggio, da jedi a sith, passando per ribelli ed imperiali e portandolo a visitare vari luoghi, tra cui i pianeti Raxus Prime e Felucia, sviluppando sempre più poteri ed aumentando il proprio potenziale distruttivo. Tutto ciò, inserito in una trama robusta che andava a raccontare la nascita della Ribellione, senza cozzare con la storia originale (a patto di seguire il finale canonico). Indimenticabile la scena dello Star Destroyer su Raxus Prime.

Knights of the Old Republic

Star Wars KotOR

Come non inserire il GdR con il personaggio più apprezzato dell’intera saga nella nostra lista? Uscito nel 2003 per PC e Xbox, KotOR ci portava 4.000 anni indietro rispetto al primo episodio, con l’universo sconvolto dall’ennesima guerra galattica, con Jedi e Sith a rinforzare i rispettivi schieramenti. Il tutto faceva solo da sfondo alle vicende del nostro protagonista che, proseguendo nella storia, avrebbe scoperto il proprio legame con la Forza e la verità sul proprio passato, apparentemente perso nell’oblio. Ad accompagnarlo nel suo viaggio Wookie, droidi assassini, soldati republicani e jedi, ognuno con una sua bussola morale e la propria, travagliata, storia. L’impianto ruolistico si basava su “Star Wars: Il gioco di ruolo” della Wizards of Coast, in modo simile a come Neverwinter Nights riprendeva Dungeon & Dragons. Non è un caso che entrambi siano stati sviluppati da BioWare, che con questo titolo si è ricavata un posto nel cuore degli appassionati di GdR e dei fan di Star Wars con una storia semplicemente epica, ricca di personaggi e storie di spessore. Se non l’avete mai giocato, recuperatelo!

Rogue Squadron

Star Wars Rogue Squadron 3D Death Star

Per la categoria “Simulatori”, la nostra guest star è un titolo uscito nel 1998: Star Wars Rogue Squadron. Se, come chi scrive, siete cresciuti con la trilogia classica, c’è solo una cosa che vi emoziona più di una spada laser: l’astronave ribelle per eccellenza, l’X-Wing. Armati di siluri protonici e un fido astrodroide, Rogue Squadron ci trasformava in un pilota provetto alle prese con la ribellione contro la macchina da guerra dell’Impero. Le missioni che la squadriglia ribelle affrontava spaziavano dalla scorta su Tatooine fino alla distruzione dei “World Devastators” su Mon Calamari, sfruttando l’astronave giusta per la missione giusta. Nell’hangar iniziale erano infatti presenti le diverse navi che potevano essere usate per rigiocare i livelli già sbloccati. Tra queste, oltre alla famosa X-Wing, erano presenti anche lo Snowspeeder, l’Y-Wing e il V-Wing. Con il giusto codice, si potevano poi sbloccare alcuni segreti, tra cui alcune navi come il Millennium Falcon. I diversi sequel (Rogue Squadron II: Rogue Leader e Rogue Squadron III: Rebel Strike) andarono a migliorare la già ottima varietà del gioco, aggiungendo nuovi veicoli (tra cui anche gli AT-ST), missioni che riprendevano le battaglie iconiche dei film (come la battaglia di Endor) e perfino una modalità co-op. Ma, si sa, il primo volo su un T-65 non si dimentica e così è anche per il primo Rogue Squadron.

I 5 peggiori giochi su Star Wars – By Patrizio Coccia  

Star Wars: Game Boy

Iniziamo questa lista di peggiori sicuramente col botto, visto che partiamo con un titolo di Guerre Stellari uscito su Game Boy. Arrivato nel lontanissimo 1991, Il gioco si basa essenzialmente sulla trama di “Una Nuova Speranza”. Il giocatore inizialmente impersona Luke Skywalker, che deve pilotare un landspeeder sul pianeta Tatooine salvando R2-D2 dalle grinfie di un Sandcrawler, Obi-Wan Kenobi da una caverna e Ian Solo dal bar di Mos Eisley. Inutile dirvi che questo breve incipit narrativo è l’unica cosa decente che troverete all’interno della produzione. Infatti, fin dai primi attimi di gioco, si vede chiaramente che di Star Wars non c’è nulla, dalle atmosfere fino ai personaggi, perfino le spade laser sono inesistenti. Il tutto si riduce a saltare e a sparare ai nemici con un blaster, davvero troppo poco per richiamare l’immaginario di Lucas. Probabilmente l’uscita di questo titolo era solo per far arrivare il brand su console Nintendo, senza un reale motivo.

Star Wars Episode I: Jedi Power Battle

Anche qui siamo davvero alla sagra dell’orrido. Come potete intuire dal titolo il gioco era ambientato nelle vicende di Episodio I, e doveva ricalcare fedelmente tutto il racconto. Peccato che è chiaro fin da – quasi -subito che la narrazione è usata come mero contorno, fungendo da scusa per permettere al giocatore di distruggere un mare inverosimile di nemici. Esperienza che, anche in termini di difficoltà, risulta davvero mal bilanciata e anche poco evocativa in termini di scenari proposti, legnosa e poco coinvolgente. Giusto i fan più sfegatati del brand probabilmente hanno avuto il coraggio di finire il titolo, misto anche da una buona dose di incoscienza. Se siete tra questi vi facciamo i nostri più sentiti complimenti, ma vorremmo sapere a distanza di anni se la vostra sanità mentale ha subito delle ripercussioni. Il problema è che il prodotto al momento dell’uscita fu ricoperto da voti che sono quasi tutti superiori al 7, spingendo tanta gente all’acquisto.

Star Wars Master of Teräs Käsi

La domanda che spesso ci ripetiamo quando ci troviamo davanti a determinate produzioni è “Perché?”. Ecco, Star Wars Master of Teras Kasi non fa minimamente eccezione. Uscito in Europa nel 1998, doveva solcare la celebre strada dei picchiaduro, unendo a questo genere il celebre roster di Guerre Stellari. Lasciatemi dire senza mezzi termini che il risultato finale è qualcosa di ignobile, davvero brutto e fatto male. Tralasciando uno sbilanciamento eccessivo dei personaggi, il titolo resta legnoso e davvero poco scenico, cose che se mancano all’interno di un prodotto di questo tipo sono inevitabilmente difetti pesantissimi. Io per questo gioco la finirei qui, anche perché più ci penso più sento il bisogno di giocare a Soulcalibur.

Star Wars: Rebel Assault II

Partiamo dal presupposto che neanche io avrei voluto fare descrivere questo gioco, e mi sarebbe bastato inserire un filmato gameplay e lasciare a voi la parola. A pensare a Rebel Assault II non esce niente di positivo, niente che salvi la produzione o che possa aiutare nel raccontare questo titolo. Ragazzi, seriamente, stiamo parlando di qualcosa di osceno, uscito nel 1995 ma pensato da una mente contorta che era rimasta bloccata ad almeno 50 anni prima. Il videogame potrebbe essere tranquillamente un riporto di un cabinato su console, ma con un risultato finale pessimo. Chiunque l’abbia terminato adesso odia il brand e prende antidepressivi per dimenticare, a noi purtroppo risulta difficile. Tuttavia, voglio spezzare una lancia a suo favore, può entrare di diritto nella storia come uno dei giochi più brutti in assoluto.

Star Wars: Episode I Racer

Nel corso degli anni hanno trasformato Star Wars in tutto, giustamente si sentiva il bisogno atavico di farlo diventare anche un gioco di corsa, ovviamente su gli Sgusci (Pod-Racers). Uscito nel 1999, non trova spazio neanche tra i simulatori di guida, visto che in quegli anni il genere sta subendo un boom e di competitor ce ne sono in abbondanza. Sebbene il roster sia molto vario, 4 tornei sono troppo pochi per distinguersi. Resterà un esperimento semi-interessante, che magari avrebbe potuto avere delle potenzialità, ma non lo sapremo mai. L’unica cosa certa è che il videogame è uscito pesantemente sottotono, quasi come mera scusa per creare l’ennesimo prodotto dedicato al brand. Acquistato con molta probabilità solamente dai giocatori più accaniti, l’unico punto a favore del gioco è, appunto, il marchio.

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