Dagli sviluppatori di Fall of Light, arriverà nei prossimi mesi la versione completa di Conglomerate 451. Il titolo sviluppato da Runeheads, presente attualmente solo su Steam, è infatti in Early Access. Nonostante abbia alle spalle un team indie con un budget ristretto, il gioco punta a rivoluzionare il mercato presentandosi con una forma ludica del tutto nuova, mischiando moltissime caratteristiche già viste attraverso meccaniche innovative e differenti. Abbiamo tra le mani un titolo che vanta l’essere uno strategico a turni, grid-based, roguelike, rpg ed anche gestionale! I generi videoludici appena elencati, com’è facilmente intuibile, sono tutt’altro che facili da amalgamare per qualunque software house, soprattutto se a basso budget.
A far da contorno alle vicende troviamo uno scenario del 2099 a team Cyberpunk, che fa da contorno alle vicende nel corso di tutta l’esperienza. Sarà riuscito il team indie ad innovare il mercato con le sue particolari idee, nonostante il lavoro risulti davvero arduo? Staranno forse facendo con il loro gioco un passo più lungo della gamba? Scopriamolo insieme!
Dirigere una guerra in un mondo Cyberpunk
Lo scopo del giocatore all’interno di Conglomerate 451 è di combattere delle corporazioni corrotte che hanno preso il controllo del settore 451. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, il protagonista non è un soldato… ma un direttore! Una volta entrati all’interno del titolo si viene subito catapultati nel proprio ufficio, dove la storia viene accennata ed i primi dubbi chiariti. All’interno del gioco bisogna ricoprire il ruolo di CEO di un’agenzia segreta, con l’aiuto di diversi robot e di tecnologie futuristiche. È proprio la segretaria robotica a spiegarci infatti le nostre mansioni, le quali possono tutte essere svolte all’interno dei vari reparti del quartier generale. L’incipit narrativo del gioco è sicuramente interessante, specialmente per gli amanti dell’ambientazione Cyberpunk.
Le vicende procedono con un ritmo discreto, e non possiamo che sperare in una versione finale del gioco contenente una trama confezionata nel migliore dei modi. Quello che penalizza decisamente la narrazione è il comparto grafico: il gioco presenta dei modelli a dir poco raffazzonati, delle animazioni facciali letteralmente assenti e dei movimenti generali piuttosto ridicoli, anche se paragonati a quelli della precedente generazione. Durante i combattimenti risulta davvero frustrante e mina l’esperienza complessiva vedere dei movimenti nemici lenti, legnosi e spesso anche fuori luogo. I personaggi del gioco, che siano buoni o cattivi, si differenziano di poco visto che non presentano un carattere o qualunque tipo di peculiarità. Gli scenari, per quanto sicuramente ispirati e sufficienti per la creazione dell’atmosfera, hanno anch’essi dei modelli bassissima qualità.
Ricordiamo però che il gioco è ancora in Early Access e delle animazioni potrebbero essere aggiunte laddove mancano e/o sistemate dove risultano insufficienti, come può essere anche migliorato il polishing di tutti i modelli. Il comparto tecnico di Conglomerate 451 è piuttosto strano, e riflette purtroppo la natura indie dell’opera. Nonostante ci siano moltissime opzioni grafiche selezionabili, il titolo resta altamente insufficiente anche considerando i dettagli al massimo. Sono inoltre frequenti glitch dietro ogni angolo, che per fortuna non sono mai invalidanti per l’esperienza. Il gioco ha un framerate apparentemente stabile, ma in alcuni momenti i fotogrammi scendono a picco rasentando lo 0, ed i tempi di caricamento risultano inoltre inspiegabilmente infiniti. Nonostante le richieste hardware siano state ampiamente soddisfatte dalla configurazione utilizzata, il gioco si è mostrato in qualunque caso problematico sotto diversi aspetti. Per quanto riguarda il comparto sonoro Conglomerate 451 è riuscito del tutto nel suo intento. La colonna sonora è perfetta, sempre azzeccata quando presente e sempre di altissima qualità. Le OST sono attualmente la parte più curata del titolo, anche se trattandosi di un videogioco non riescono ovviamente a compensare le mancanze ed i vari problemi presenti.
Un gameplay incredibilmente atipico
I cloni sono creati in laboratorio e sono la prima linea nella guerra tra legge, giustizia e Corporazioni corrotte. Sul campo di battaglia muoiono… sullo stesso vivono ancora
I protagonisti del gameplay sono i cloni, creati gestiti e potenziati in toto dal giocatore. La permadeath è sempre dietro l’angolo, visto che una volta morti essi sono irrecuperabili. Il decesso comporta la perdita di tutti i progressi svolti con il personaggio in questione, gli oggetti ad esso assegnati spariscono, e bisogna ricominciare da zero. Ma come funziona il gameplay di Conglomerate 451? Beh, abbiamo un sistema a turni, in cui dovremo utilizzare le abilità dei personaggi che noi stessi avremo scelto. Il combattimento dà l’idea di un vero e proprio gioco da tavolo ben curato, caratteristica davvero interessante. Per sconfiggere gli avversari bisogna infatti non solo sfruttare le abilità, ma scegliere dove colpire considerando le varie probabilità di successo e tutte le statistiche. Il combat system risulta ben curato e molto profondo, ma l’incredibile immersione che potrebbe creare viene rovinata dal comparto grafico disastroso.
I livelli di gioco dove sono presenti i nemici vengono generati proceduralmente, in modo abbastanza accurato e spesso sorprendente. Quello che non riesce proprio a convincere è l’esplorazione di questi. Essendo un gioco grid-based ci si può muovere solamente nelle quattro direzioni dei punti cardinali, ma anche la visuale è senza alcun plausibile motivo limitata ad essi. Non è mai possibile guardarsi intorno, inquadrare qualcosa come si vorrebbe, e dopo diverso tempo questo elemento sempre presente risulta particolarmente frustrante.
Non tutto è perduto
Conglomerate 451 è un gioco con delle ottime idee, ed alcune di esse hanno un’ottima base per essere rifinite al meglio. Parliamo di un titolo ancora in Early Access, dove tutto potrebbe cambiare o rimanere uguale, ma non possiamo che sperare in un supporto che migliori la situazione. Con le giuste rifiniture in alcuni punti specifici, ed ulteriori aggiunte, potremo avere davanti un gioco davvero innovativo classificabile come “capolavoro” del genere indie. Questo diamante grezzo va davvero curato e rifinito, non ci resta che aspettare e vedere se Runeheads riuscirà a proporlo in tutto il suo splendore.