I ragazzi di Remedy Entertainment sono geniali quando si tratta di incasinare le trame (in senso buono): lo abbiamo visto con Max Payne, uno dei noir più interessanti di sempre, lo abbiamo vissuto con Alan Wake, e già con la storia di Control avevamo intuito che il titolo non prospettava la solita scialba trama. Il vero genio però salta fuori con AWE, il secondo DLC che aggiunge quattro ore di storia, molte missioni aggiuntive e una meccanica di gioco poco originale ma abbastanza interessante. La software house inoltre gioca molto con gli acronimi: con la sigla AWE (in italiano EMA), in Control si classificano quegli eventi che hanno alterato la realtà in modo pesante. Percorrendo la trama principale possiamo vederne un paio, tra cui quello avvenuto ai Faden. AWE però potrebbe stare anche come sigla per Alan Wake Experience, visto che questo DLC inserisce l’amato scrittore visto nell’omonimo gioco a lui dedicato. Abbiamo spolpato per bene questo contenuto aggiuntivo, ed eccoci alla recensione.
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Qui sopra trovate le recensioni del gioco completo, oltre che del primo DLC, mentre in un altro articolo parleremo sicuramente della trama di questo contenuto, di come si collega ad Alan Wake e dei suoi significati.
Luce e Oscurità
Una delle cose che subito viene messa in evidenza nel gioco è la mancanza, a differenza della volta precedente, di nuovi poteri: l’opera propone un qualcosa di diverso, un DLC che non è una vera aggiunta alla trama di Control ma più un ponte di collegamento tra il gioco e Alan Wake. Ovviamente, essendo connesso ai fatti avvenuti a Bright Falls, stavolta il nemico sarà fatto d’oscurità, e per sconfiggerlo dovremo utilizzare la luce. Tornano allora i tanto amati generatori, da utilizzare per la corrente elettrica, oltre che veri e propri faretti da spostare con la telecinesi per puntarli su zone d’oscurità, al fine di dissiparla. A parte questa dinamica, il resto sfrutta tutto il gameplay del gioco classico (dimenticandosi anche dei poteri presi nel DLC “Le Fondamenta“) e ci porta a scoprire una nuova zona della Oldest House, quella che ospita molte ricostruzioni legate agli AWE.
Come nel precedente DLC, la padronanza dei comandi di Jesse è vitale, visto che non avrete un tutorial per poter riprendere la mano: nonostante questo, Control: AWE risulta decisamente più semplice, ad eccezione del boss finale che invece richiede – oltre che attenzione e precisione – anche notevole velocità. Dal punto di vista tecnico, non cambia nulla dal gioco principale, ma troviamo un Alan Wake in pienissima forma: sfruttando le nuove tecnologie, il personaggio (che porta ancora le sembianze dell’attore Ilkka Villi) riaccende l’amore per quel gioco quasi istantaneamente. Ciò che invece faticherete a capire sarà il collegamento tra il tutto, ma di questo, e di cosa davvero succede nel titolo, ne parleremo però in separata sede.
La giusta attenzione
C’è da dire che stavolta, in questo Control: AWE l’attenzione è stata decisamente puntata sulla trama e su come si collega con Alan Wake, arrivando addirittura a dare informazioni legate a ciò che è successo dopo la fine del gioco (e facendo intuire l’arrivo di un nuovo episodio nei prossimi anni). Questo si ripercuote sul level design, ora più ripetitivo, così come nei combattimenti e nella boss fight. D’altra parte, l’utilizzo di luce e oscurità rende il gioco ancora più vicino all’horror, con delle fasi davvero quasi al buio e un boss finale capace di giocarvi qualche brutto scherzo.
La costruzione dei livello in realtà è abbastanza “classica”, in quanto punta nuovamente su un leggero backtracking e degli scenari raccordati da una zona centrale. Ciò che invece sembra davvero interessante sono le nuove missioni secondarie: passando da quelle di Ahti fino ad altri obiettivi da raggiungere, questa parte rappresenta più o meno la vera sfida del gioco, che altrimenti non vi farà mai urlare di rabbia per aver perso uno scontro.