Di strada dal primo Need for Speed per la generazione attuale, ormai prossima alla conclusione, ne è stata fatta parecchia, e sorpasso dopo sorpasso il blasonato brand di casa EA ha visto contendersi la piazza dei racing game arcade con altri franchise decisamente di livello. Il buonissimo ma non perfetto Need For Speed Payback ha dato il via ad una rivoluzione, che pian piano si è evoluta trovando consensi, sfociata infine in quello che è Need For Speed Heat. Con questo nuovo titolo, Ghost Games si mette alla prova in modo definitivo: non che ci sia bisogno di una conferma o di una consacrazione, quanto più di una “prova” dell’impegno del team, dello sforzo di venire incontro alle richieste e alle esigenze di una sempre più radicata community di piloti.
Benvenuto a Palm City
Il biglietto da visita della città che ospita Need for Speed Heat è decisamente dei migliori, una sorta di Eden del pilota urbano chiamata Palm City. In questa variegata zona correre è tutto, tanto che l’ambizione più grande per chi vi mette piede è trovare un posto nello Showdown, un torneo ufficiale con in palio ricchissimi montepremi in denaro, ma soprattutto la corona di re indiscusso dell’asfalto. Tuttavia, definire la strada in salita è quasi un eufemismo, ed è scontato che per accedere agli eventi più ambiziosi bisognerà prima crearsi una reputazione. Se non sei qualcuno, o se non sei almeno un poco interessante, non avrai nemmeno l’accesso agli acquisti dei ricambi. Quella che di giorno è la patria dello sport a quattro ruote però, di notte si trasforma in una pioggia di fumo e colori al neon, con le gare clandestine a fare da sottofondo. Le crew si danno battaglia e si sfidano in gare fuori dell’ordinario e di certo più pericolose di quelle ufficiali: il palcoscenico perfetto per farsi un nome. Come potete immaginare tutto questo va fuori da quanto consentito, ed è qui che entrano in gioco i tutori della legge, più agguerriti che mai e pronti a metterci le manette ai polsi.
Mia la faccia, mio il bolide
Se c’è un plauso da fare al team che alacremente ha lavorato a Need for Speed Heat, è quello di essere riusciti a sfruttare a proprio vantaggio i feedback della community, prendendo nota come uno scriba silente di tutto ciò che di volta in volta può essere migliorato. A portare alto il vessillo di questo concetto è senza dubbio il comparto narrativo, legato a doppio filo con il nostro (o la nostra) protagonista e con la città stessa. Già dai primi filmati sorge infatti una delle caratteristiche più apprezzate: la polizia ha un’identità. Non si tratta più di mere pedine da scagliare contro ai piloti, ma troviamo anche personaggi veri e propri (di cui non vi anticipiamo nulla) che avranno un ruolo fondamentale nella trama, conferendo finalmente al “nemico” un volto noto. Di nemici comunque ne avremo a bizzeffe, come quasi tutti i singoli piloti che bruceranno le loro gomme a Palm City; tuttavia, dalla nostra avremo anche dei visi amici, degli alleati che ci aiuteranno nella nostra ascesa… ma chi impersoneremo?
Stavolta la scelta starà a noi. Al contrario del primo Need for Speed in cui impersonavamo un ignoto rookie e di Payback dove gestivamo la nostra crew con personaggi prestabiliti e parte integrante della trama, in Need for Speed Heat avremo sì un filone narrativo fisso seguendo le orme di ascesa e successo, ma col nostro stile. Avremo a disposizione 12 avatar iniziali tra cui scegliere, divisi equamente tra maschi e femmine, e tutti perfettamente doppiati in italiano: niente personaggio prestabilito, niente più mutismo. Se nessuno degli outfit iniziali vi sembra particolarmente adatto a voi, state tranquilli, perché anche quello (così come il taglio di capelli) potrà essere cambiato acquistando le varie parti. Ora che abbiamo scelto chi siamo, siamo pronti per conquistare Palm City!
La città che non dorme mai
Reputazione e denaro, denaro e reputazione. Queste sono le costanti che segneranno il nostro progresso. Niente di nuovo fin qui, se non per il fatto che le modalità in cui ci faremo strada in questi due “filoni” sono in un certo senso parallele. Le gare ufficiali saranno chiaramente più utili a riempire il nostro portafogli, mentre quelle notturne e le fughe dalla polizia ci saranno utili per acquisire fama. Attenzione però! Non basterà fuggire, ma anche tornare in un posto sicuro! Se finirete con l’auto a pezzi (si, esiste un indicatore di resistenza) o verrete arrestati, tutti i progressi della vostra nottata di scorribande caleranno a picco! A questo, aggiungete che le vetture della polizia sono piuttosto veloci e coriacee, e che vi basterà poco per far schizzare verso l’alto il livello di allerta (così come il moltiplicatore di reputazione guadagnata). Il giorno e la notte non sono divisi dal tempo, e per passare da un momento all’altro della giornata vi basterà semplicemente premere un tasto mentre guardate la mappa, il tutto al costo di un breve e neanche troppo tedioso caricamento. Avrete completa libertà su quali gare affrontare per prime e di quale tipo! Vi ricordiamo inoltre che anche la crew avrà un ruolo determinante e potrete decidere se rimanere con quella iniziale, cambiare e passare ad un’altra, o anche crearne una tutta vostra!
TuningLand
Il garage sarà il vostro secondo parco giochi, dove potrete sbizzarrirvi al meglio con il tuning e le personalizzazioni: queste sono molto dettagliate, ed ora, grazie ad una scelta più accurata delle singole parti (compreso l’albero motore) il gioco si spinge molto di più verso l’ibridizzazione, cosa molto chiara già dal feeling in pista. Se anche quando siete lontani dalla vostra piattaforma di gioco non potete fare a meno di pensare a come la vostra Mustang sarebbe splendida con uno spoiler o con un colore diverso, arriva in vostro soccorso anche NFS Heat Studio, un’applicazione gratuita per smartphone con la quale sbizzarrirvi a più non posso nella personalizzazione, per poi collegare il tutto al gioco principale. Un passo in avanti davvero enorme se paragonato alle meno apprezzabili slot machine del titolo precedente. Ovviamente tutto ha un prezzo e una REP minima richiesta. Per potenziare i vostri bolidi dovrete spendere denaro, così da vincere e guadagnarne altro, un circolo vizioso dei più dolci e apprezzati di sempre.
Come già detto, in pista si sente prepotentemente un nuovo feeling: molto più di quanto avevamo visto in passato, la serie di NFS con Heat si sta avvicinando al mondo ibrido, non solo per il live tuning che su strada ci permetterà di cambiare assetto, ma anche per una fisica migliorata e per uno stile decisamente meno arcade. Tuttavia siamo lontani dal genere simulazione, perciò gli amanti dell’arcade nudo e crudo possono dormire sereni. Questo svecchiamento, unito all’officina, ha fatto sì che Need for Speed Heat abbia acquisito una buona fetta di credibilità in più. Badate bene che però guidare una muscle car non sarà come sedere su una Ferrari Testa Rossa, e le caratteristiche di ogni veicolo sono state stavolta rifinite per bene, rendendo le varie vetture adatte per un tipo di attività piuttosto che per un’altra (che sia gara o drift, fuori strada o su asfalto). Ultima chicca ma non per importanza, potete personalizzare addirittura il ruggito del vostro bolide, rendendolo più aggressivo o modificando la tonalità. Sipario chiuso.
Chiave inglese
Prima della patch del day one, il comparto tecnico risulta buono, ma traballante sotto alcuni aspetti: testando il titolo su PS4 Pro siamo stati colti impreparati da un paio di cali di frame, lenti caricamenti dei dettagli, e da caricamenti pre gara e di passaggio tra officina e strada un po’ troppo lunghi, anche se ben mascherati dalle varie pose della nostra scintillante vettura, con tanto di personaggio al volante. Abbiamo in ogni caso completa fiducia nel team, sicuri del fatto che la maggior parte di queste grane verrà risolta nel più breve tempo possibile. Alla somma di tutto, in ogni caso, il Frostbite 3 risulta promosso, seppur con qualche rimpianto. In ogni caso il lavoro è buono, e si vede, così come ora si è riuscito ad amalgamare in modo eccellente anche il comparto online, la gestione dei gruppi di gioco e le sfide con i piloti dello stesso server. Il comparto audio risulta essere estremamente curato, sia negli effetti sonori, sia nel doppiaggio. Tuttavia dobbiamo dire a malincuore che stavolta la scelta delle tracce è stata meno poliedrica, concentrandosi solo su un paio di generi musicali e allontanandosi ancora di più dalle graffianti sonorità rock (presenti invece in un piacevole misto in Payback).