Mosaic – Anteprima, alla disperata ricerca del colore

Dopo un nuovo teaser trailer mostrato all'E3 abbiamo finalmente potuto provare con mano l'interessante quanto misterioso Mosaic.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Impressioni Lettura da 5 minuti

Annunciato diversi anni fa, Mosaic si è mostrato recentemente all’E3 2019 con un nuovo teaser trailer. Il titolo è sviluppato dal team indie Krillbite Studio, autori di Among the Sleep, e pubblicato da Raw Fury. Si è discusso in questi mesi riguardo al fatto che nel titolo il protagonista sia la “parte dell’ingranaggio” all’interno di un sistema più grande. I video mostrati hanno aumentato notevolmente la curiosità della community verso il gioco per via della sua peculiare atmosfera, che sembra discostarsi da tutti i canoni visti fino ad oggi nel mercato.

A favorire il marketing c’è stato inoltre Blip Blop, un gioco clicker davvero basilare rilasciato per sistemi mobile proprio durante il PC Gaming Show dell’E3, che è inoltre presente all’interno di Mosaic. Abbiamo finalmente potuto mettere le mani sull’interessante esperienza Indie, attraverso una demo per PC purtroppo davvero poco longeva. Sarà riuscito il titolo a mostrare tutto il suo carisma e la sua voglia d’innovare il mercato? Vediamo insieme di che pasta è fatto il gioco in questione!

Distanziarsi dalla cupa società attraverso i colori

All’interno di Mosaic si impersona un uomo, che attraverso dei messaggi sul suo cellulare si scopre essersi allontanato dalla propria famiglia e dagli amici. Una bolletta incredibilmente in rosso posta sul tavolo della cucina fa immediatamente intuire dove ci si trova attraverso dei piccoli dettagli, in un futuro distopico. L’uomo vestito di bianco una volta uscito dal suo appartamento si trova all’interno di una lugubre, anonima, società di persone vestite tutte di nero, in modo uguale ed inquietante.

L’atmosfera che il gioco da’ al giocatore è a dir poco magnifica, una OST magistrale ed un comparto grafico senza alcun dubbio particolare sono infatti la combinazione perfetta per creare l’immersione che Mosaic vuole offrire al giocatore. La colonna sonora è sempre azzeccata, fatta su misura per ogni momento in cui è presente, come lo è l’intero comparto grafico. I modelli incredibilmente low-poly e artisticamente anonimi, riescono a trasmette l’inquietudine che il protagonista vive durante le proprie giornate.

L’uomo si ritrova ad alzarsi ogni mattina, procedere nella sua ripetitiva ed angosciante routine e lavorare per un’azienda di cui purtroppo è possibile intuire davvero poco, vista la scarsissima longevità della versione che abbiamo potuto giocare. Quella che è stata ricorrente in ogni momento è stata invece la ricerca del colore, simbolo all’interno di Mosaic della diversità. Il protagonista viene infatti affascinato da qualunque fonte colorata che diversifichi la vita bianca e nera che è costretto a vivere, che si tratti di un raggio di sole, un gatto o una farfalla. Durante il gameplay è possibile usare solamente il mouse, per muoversi e per effettuare tutte le interazioni, e si viene chiamati ad eseguire forzatamente un piccolo mini-gioco puzzle che sembra essere il lavoro del protagonista. Non vediamo l’ora di provare il gioco finito, che potrà essere davvero sorprendente ed interessante, sperando però che il comparto narrativo quasi assente nella demo risulti più avvincente e comprensibile, rimanendo comunque cupo ed intrigante. Ricordiamo che il titolo uscirà quest’anno su PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch, ma una data precisa non è ancora stata fornita.

Blip…Blop

All’interno della demo è sempre possibile utilizzare lo smartphone del protagonista, per controllare i messaggi, il proprio conto in rosso o… giocare a BlipBlop. Il titolo clicker già presente su mobile è infatti completamente integrato all’interno di Mosaic. Si tratta di un gioco davvero basilare, con solamente tre parametri potenziabili, che è però infinito. Dopo infatti circa due ore di click siamo riusciti a raggiungere il livello massimo 100, che ci ha concesso un prestigio con un bonus di punti permanente, resettandosi al livello 1. Il gioco all’interno del gioco è assolutamente facoltativo e non importante per la storia, ma può comunque essere simpatico fare qualche click in attesa dell’ascensore o prima di iniziare la routine.

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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.