Wendake – Recensione

Entriamo nel mondo di Wendake il primo gioco d'autore di Danilo Sabia, pubblicato da Placentina Games!

Claudia Pintore
Di Claudia Pintore Recensioni Lettura da 5 minuti
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Wendake

1756, Nord America, regione dei Grandi Laghi: ha inizio la guerra dei sette anni fra Inglesi e Francesi; le tribù dei Nativi del luogo, Wyandot e altre popolazioni della Lega Irochese, portano avanti le loro attività quotidiane quali caccia, agricoltura, pesca e rituali sacri, sullo sfondo del celebre conflitto.

Questa è l’ambientazione di Wendake, il primo gioco pubblicato dall’autore italiano Danilo Sabia, edito nel 2017 da Placentia Games e che ha avuto un enorme (e meritato) successo. Si tratta di un Eurogame in cui ogni giocatore (da 1 a 4) veste i panni di un capotribù e dovrà gestire ogni aspetto della vita del proprio popolo, assegnando uomini e donne alle varie attività produttive e tentando, in questo modo, di ottenere più punti possibili.

È doveroso premettere che ho avuto la fortuna di ascoltare la spiegazione direttamente dall’autore, che è stato così disponibile da presenziare alla serata Wendake by Ludic Incoming del 25 aprile; averlo al tavolo ha arricchito la partita con diversi aneddoti riguardanti l’ambientazione e la giustificazione storica dei vari elementi di gioco.

Probabilmente ne avrete sentito parlare. Se non sapete di cosa si tratta ma siete curiosi di capire il perché del successo di Wendake, ecco una panoramica generale sulle caratteristiche più originali del gioco, che lo distinguono dai soliti gestionali.

La meccanica del “tris”

Innanzitutto, parliamo delle meccaniche. Si tratta di un gioco con dinamiche di piazzamento lavoratori, controllo del territorio, gestione risorse e guerra, ma implementate e fuse fra loro in maniera innovativa. In particolare, mi riferisco al modo in cui i lavoratori (i cilindri a disposizione del giocatore) devono essere piazzati per effettuare le azioni sulla plancia personale, un quadrato 3×3 composto da nove tessere: non si può scegliere qualsiasi combinazione di tessere, ma bisogna sempre formare un tris, che sia orizzontale, diagonale o verticale. Inoltre, tutte le tessere su cui è stato posto un cilindro vanno girate alla fine del turno, dando così accesso a un’azione diversa, ma precludendo nel contempo la scelta della stessa azione per due turni di fila. A ciò si aggiunga la possibilità di scambiare una tessera per turno con una differente, che consente azioni più potenti: è evidente come le scelte del giocatore debbano tenere conto di molti fattori e sia necessaria una pianificazione sul lungo periodo, in modo da non ritrovarsi senza azioni utili possibili.wendake

Il sistema di calcolo del punteggio

In secondo luogo, è originale il sistema di calcolo del punteggio e determinazione del vincitore. Lo scopo del gioco è riuscire a fare il maggior numero di punti avanzando su quattro tracciati, che rappresentano quattro sfere della vita della nostra tribù: commercio, rituale, guerra e maschere sacre. Tali sfere sono accoppiate fra loro in maniera casuale a inizio partita e il punteggio finale non sarà dato dal totale dei punti ottenuti: infatti, per ogni coppia di tracciati, si considera solo il punteggio più basso. In altre parole, è necessario crescere in maniera equilibrata su tutte e quattro le sfere per ottimizzare il proprio punteggio.

L’ambientazione

Vorrei spendere qualche parola anche per l’ambientazione: si sente davvero tanto durante il gioco e ciò è quantomeno anomalo per un eurogame. A mio parere si tratta di quel qualcosa in più che arricchisce la partita, che contribuisce a far immedesimare i giocatori nel loro ruolo di capotribù e di conseguenza evita la “freddezza” riscontrabile in alcuni gestionali dello stesso tipo. Aggiungo che oltre al manuale di gioco, è incluso un opuscolo contenente sintetiche informazioni riguardo la vita dei Wyandot: per i più curiosi o appassionati di storia è sicuramente un dettaglio apprezzabile.

Tiriamo le somme: chi amerà Wendake

I tre aspetti su cui ho voluto soffermarmi non sono certo gli unici pregi del gioco. In Wendake troviamo una sapiente miscela di molti elementi, dall’ottimizzazione delle risorse all’uso tattico della guerra. Mi sento di consigliarlo a tutti coloro che apprezzano particolarmente i gestionali ma non vogliono giocare a un “solitario di gruppo” e a chi vuole provare un gioco semplice nelle meccaniche ma profondissimo e dalla durata contenuta.

Wendake
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Voto 9
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Disegnatrice e appassionata di libri, serie tv, cinema e giochi da tavolo