Per quanto se ne sia parlato, e per quanto tempo sia ormai passato dagli incresciosi avvenimenti della Prima Guerra Mondiale, la ferita c’è, e non si cicatrizzerà mai del tutto. Non solo nei libri di storia, ma le testimonianze della Grande Guerra vivono nelle menti dei superstiti, nei documenti, nelle foto, nei diari, nelle strutture rimaste in piedi ma soprattutto in quelle danneggiate, che ancora impregnate dello straziante dolore di civili e soldati. 11-11 Memories Retold è solo una delle tante opere dedicate a questa terribile pagina di storia, che con schermo e pad ci farà vivere due racconti paralleli dedicati a un ingegnere tedesco e a un fotografo canadese, arruolatisi per motivazioni totalmente differenti. A proporcelo è sempre la mente di Yoan Fanise, che dopo Valiant Hearts, solo pochi anni fa pubblicato tramite Ubisoft, ha creato il team di Digixart che oggi ci propone il gioco sotto pubblicazione di Bandai Namco. Nonostante le buonissime intenzioni e la grandissima interpretazione vocale di Elijah Wood e Sebastian Koch però, il titolo non riesce a mettere sul piatto l’esperienza che avrebbe sperato.
La guerra, non fa per me
Non è certo di due soldati nati con la divisa che trattano le vicende narrate in 11-11 Memories Retold, bensì quelle di due figure che con le battaglie hanno ben poco a che fare. Da un lato il canadese Harry, spinto ad andare in guerra come fotografo da un ufficiale, in cerca di gloria e del rispetto da parte di una fanciulla; dall’altro un ingegnere tedesco, Kurt, che dopo aver ricevuto la notizia della scomparsa della squadra di suo figlio, decide di arruolarsi per mettersi egli stesso sulle sue tracce. Due fazioni diverse, due persone diverse, spinte da motivazioni quasi opposte, eppure nessuno dei due è partito per il fronte seguendo degli ideali o con la sete di sangue. L’umanità che i due personaggi trasudano ci metterà di fronte alle numerose tristi realtà che la Grande Guerra ha portato con sé, dalla semplice vita quotidiana ai più terribili campi di battaglia, fino alle lettere inviate e ricevute verso le persone care, che attendono notizie da casa. Senza entrare nel dettaglio per questioni di spoiler, possiamo dire che la trama si accompagna in modo piacevole, senza però colpire a tal punto da lasciare un segno indelebile del giocatore. L’unico incontrastato protagonista è la Guerra, la sua storia, le memorie.
Complicata semplicità
Sul piano ludico purtroppo il gioco risulta essere uno dei meno appaganti di questo genere, con le azioni che si semplificano spesso in un “vai – fai – torna” dei più semplici, e dove i pochi puzzle proposti saranno tutt’altro che una sfida. Tediose sono inoltre le parti in cui ci viene detto di fare qualcosa, ma senza una descrizione precisa dell’azione da compiere, spingendoci interi minuti a girare a vuoto per cercare il senso della cosa. Le piccole attività secondarie presenti, come ad esempio il gioco delle carte, sono a dir poco sterili e prive di mordente, fini a loro stesse. Ci sono tuttavia delle fasi di gioco dedicate a un personaggio in particolare (come ad esempio Harry con le foto, o a Kurt con le riparazioni), che quanto meno riescono a dare una parvenza di identità e caratterizzazione alle azioni stesse. Ad avvicinarci di più ai due soldati ci saranno anche le scelte da fare quando incontreremo il postino, con la possibilità di scegliere cosa scrivere nelle lettere o quale foto inviare. Rimane il fatto che 11-11 Memories Retold dispone di un gameplay a dir poco abbozzato. Badate bene, il difetto non è il poter far poco oltre a parlare, ma il fatto che quello che si può fare, è tutt’altro che appagante. A completare il quadro, sono presenti all’interno del gioco degli apprezzabili documenti collezionabili, atti a raccontarci dei piccoli “retroscena” riguardo ciò che concerne precise situazioni, oggetti, luoghi e abitudini durante la guerra.
Un quadro in movimento
Uno degli aspetti più graditi artisticamente del titolo di Yoan Fanise, è senza dubbio lo stile grafico adottato: per tutta la durata del gioco, dai video alle parti vissute da noi stessi, saremo all’interno di una sorta di quadro, dove tutte le ambientazioni, i personaggi, e così via, sono stati riprodotti tramite “pennellate”. La scelta adottata è molto peculiare, specialmente perché non si tratta di pennellate fisse, ma sono chiaramente mobili e cangianti, rendendo dinamico e vivo anche il mondo di gioco. Anche se si tratta di una trovata assolutamente fantasiosa e di un certo stile, il comparto stesso spesso pecca di chiarezza, obbligando il giocatore ad analizzare lo stesso oggetto o luogo da varie angolazioni prima di poter capire di cosa si tratta, o peggio, di interagire con esso. La storia è accompagnata sotto braccio da una buonissima colonna sonora, straziante quanto basta e arricchita da un’effettistica di buona fattura. Un plauso inoltre va fatto ai due attori citati che hanno donato la voce ai due personaggi principali (Elijah Wood e Sebastian Koch), che con la loro interpretazione hanno saputo far vivere realmente Harry e Kurt.