Lo scorso Gennaio ha fatto capolino su Netflix Violet Evergarden, una serie animata co-prodotta proprio dall’azienda californiana e Kyoto Animation, che ci ha accompagnato per dodici intense settimane con un rilascio degli episodi a cadenza settimanale. Si tratta di un vero e proprio adattamento dell’omonima light novel, pubblicata nel 2015 ad opera di Kana Akatsuki con le illustrazioni di Akiko Takase. L’annuncio della trasposizione su piccolo schermo è arrivato il 27 maggio dello scorso anno con un breve spot lanciato proprio dal celebre studio di animazione giapponese, che ha inoltre fatto sapere professionisti del settore come Reiko Yoshida e Taichi Ishidate avrebbero preso parte ai lavori.
La nazione di Telesis, dilaniata da una sanguinosa guerra che divide in due blocchi il paese. Personaggio focale dell’intreccio narrativo è proprio Violet Evergarden, una ragazza orfana che in giovane età viene fatta prigioniera dall’esercito nemico, che sfrutterà le sue incredibili abilità a proprio vantaggio e che verrà considerata una vera e propria arma di distruzione. È in queste circostanze che VIolet farà la conoscenza del Maggiore Gilbert, con cui nascerà un rapporto sempre più profondo e autentico, sebbene lei per prima non sia in grado di codificare adeguatamente determinati sentimenti, avendo vissuto in un mondo pieno di sangue e violenza. Superata la guerra, che ha portato con sé ferite indelebili, come la perdita delle due braccia e della persona a lei più cara, Violet si ritroverà a dover convivere in un mondo a lei del tutto estraneo. Nel farlo diverrà una bambola di scrittura automatica per conto della CH Postal Service, e il suo compito sarà quello di scrivere lettere per conto di persone analfabete. Tale occupazione la porterà ad incontrare diverse persone, che con le loro storie faranno comprendere sempre di più alla nostra protagonista cosa significa provare dei sentimenti.
La serie Netflix riesce prepotentemente a far breccia nel cuore dello spettatore, attraverso dialoghi e scene intrise sia di amarezza che di sollievo. L’umanità e l’autenticità che l’intero cast riesce a trasmettere è eccezionale, e rappresenta uno dei punti cardine dell’intera produzione. Finalmente, al centro della narrazione non vi è semplicemente un mondo dilaniato dalla guerra, bensì il momento successivo, quello in cui la popolazione può finalmente cominciare a tirare un sospiro di sollievo, ma che al contempo può rappresentare una fase estremamente delicata nella vita di chi ha vissuto con i propri occhi la durezza di un conflitto armato. Allo spessore narrativo si aggiunge inoltre un comparto artistico di prim’ordine, grazie alla sbalorditiva qualità delle animazione, in grado di lasciare di stucco lo spettatore in più di un’occasione. La cura che lo studio ha posto nell’aspetto estetico della serie è evidente nella maestosità delle ambientazioni, nella bellezza dei colori, così come nell’incredibile quantità di dettagli di ciascun personaggio. L’unico difetto che si può imputare a Violet Evergarden risiede nelle poche scene tipicamente shonen, che per certi aspetti appaiono meno curate rispetto al resto, mal adattandosi con l’armonia generale dell’anime. Spicca poi la colonna sonora, che va ad arricchire ulteriormente l’intera produzione, regalandoci una gran quantità di tracce malinconiche, le quali calzano sempre alla perfezione con la situazione che la nostra ex-soldatessa sta vivendo. Il doppiaggio italiano, invece, nel complesso risulta essere molto ben curato, con voci che ben si adattano ad ogni singolo personaggio.
Quanto realizzato da Kyoto Animation e Netflix è senza dubbio un prodotto estremamente rilevante all’interno del panorama delle serie animate nipponiche. Niente è stato lasciato al caso, e la qualità è evidente sin da subito. In Violet Evergarden i veri protagonisti sono le emozioni e i sentimenti, i quali vengono sempre trattati con maturità. e in modo mai banale.