Antiche leggente, scheletri, creature marine e tanti pirati. Trident’s Tale è una favola piena di colore dai toni leggeri che strizza l’occhio alle storie piratesche dell’immaginario comune.
L’italiana 3DClouds propone un’avventura che ricalca molti capisaldi, sia del mondo dei videogiochi platform, sia dei film d’avventura. Il citazionismo tutt’altro che celato cavalca degli archetipi narrativi già consumati, ma che rivelano anche un amore che mostra la volontà a creare tributo a determinati titoli della nostra infanzia. Il gioco sarà disponibile dal 22 maggio per tutte le piattaforme. Ecco la nostra recensione!
C’era una ragazza che voleva essere pirata…
Ocean è una ragazza desiderosa di avventure, sempre a caccia di guai e innamorata della libertà. La protagonista della vicenda racchiude tutte le caratteristiche che rappresentano il tipico giovane aspirante pirata. Ocean non ha una nave e una ciurma, ma già è pirata nel cuore, e il suo padre adottivo Laertes se ne è ben reso conto. Le imprese di Ocean si limitavano a piccole scaramucce con la marina, finché un giorno non si trova tra le mani uno strano artefatto, un oggetto che è stato sempre nascosto sotto il suo naso, ed è qui che avrà inizio la sua prima vera avventura.
La storia sembra realmente percorrere la falsariga di opere ben più note, come Pirati dei Caraibi, soprattutto nelle battute iniziali, con scheletri maledetti e la corsa per la conquista di un oggetto antico. Il plot inziale non sembra, quindi, tra i più originali in circolazione, ma la similitudine è talmente palese che non si possa negare la possibilità che sia un vero e proprio tributo a La Maledizione della Prima Luna.
Inizialmente si potrebbe credere di trovarsi davanti a una scrittura poco originale, ma più si va avanti e più ci si accorge che lo stampo di scrittura è volutamente citazionistico, sia verso la saga dei Pirati dei Caraibi, sia verso i film di Indiana Jones.
Parola d’ordine: leggerezza
Lo stile del gioco ha un’impronta totalmente cartoonesca, che ricorda a tratti Jak & Daxter, sia per il design dei personaggi che per le movenze nelle cinematiche. Tutti i personaggi, hanno uno stile ben definito e si riescono a collocare bene all’interno della storia, ma il loro ruolo tende a restare relegato a quello di macchietta, protagonista compresa, con solo piccoli tratti di spessore che poteva fuoriuscire con solo qualche piccola accortezza in più nei dialoghi. Un vero peccato.
Per ciò che riguarda le animazioni dei dialoghi, forse sarebbe stato preferibile solo un’animazione iniziale di movimento lasciando poi il personaggio fermo, piuttosto che lasciarlo sbattere le labbra in maniera inespressiva. Si sono presentati anche alcuni piccoli bug nelle animazioni che vanno a sovrapporsi al dialogo, ma niente di troppo strano o invasivo. Non è nulla di grave ma è un tratto che tende a farsi notare in questa generazione. Si potrebbero trovare soluzioni “più pulite” senza dover necessariamente aggiungere animazioni scomode.
Saltare, combattere, navigare
Il gameplay fa il suo dovere. L’animazione del salto non è tra le più belle viste ultimamente, ma il personaggio si aggancia bene negli appigli del platforming. Anche il combat system è buono mostrando forse una certa latenza nei comandi durante gli scontri contro nemici multipli. In ogni caso niente di ostico, una volta presa familiarità con i comandi i combattimenti si affrontano con serenità e un grado di sfida abbastanza bilanciato.
Ocean può acquisire nuove abilità man mano che aggiunge nuovi elementi nella sua ciurma. L’albero delle abilità infatti si va a creare attraverso l’aggiunta di vari personaggi che si uniranno a in sorta di party. Sarà possibile sviluppare le abilità tramite un piccolo sistema di level up, anche se questo “party” non ci seguirà effettivamente nelle mappe. Molto carino come ad ogni abilità acquisita, il personaggio in questione ci darà un piccolo dettaglio sul suo background.
I puzzle ambientali sono la vera punta di diamante del gioco. Articolati ma intuitivi, sempre divertenti e mai scontati. Probabilmente sono la sfida più stimolante di Trident’s Tale, la quale si ripete ciclicamente nelle varie zone senza però mai scadere nel ripetitivo. In queste fasi il personaggio risponde bene ai comandi, il che rende le sezioni divertenti, a tratti impegnative, ma senza mai rendere la situazione frustrante.
Una menzione va sicuramente fatta alla navigazione: un elemento che racchiude una grossa fetta di gioco. Ocean e la sua ciurma si sposteranno da un’isola all’altra con la loro nave e sarà il giocatore stesso a manovrare effettivamente il timone, avendo piena libertà di esplorazione della mappa dell’arcipelago, in cui è possibile approdare sulle isole, affrontare creature o attaccare navi. L’approccio al combattimento navale può essere ostico all’inizio ma basta un po’ di pratica per trasformarsi in dei navigatori provetti.
Paura di osare?
In generale Trident’s Tale fa il suo dovere. Magari può partire lentamente ma, andando avanti col gioco, il gameplay e la parte esplorativa aiutano il giocatore a voler andare avanti. Ci si può imbattere in qualche bug qui e là, ma niente di così invasivo da infastidire. L’unica nota che potrebbe definirsi “negativa” sta nell’essersi voluti muovere su terreni fin troppo sicuri a livello di scrittura.
Si nota l’amore di 3DClouds per il prodotto creato e soprattutto verso le fasi finali trapela una certa voglia nel voler raccontare qualcosa di più, ma per qualche motivo la sceneggiatura sembra rimanere nel seminato, rendendo la narrazione lievemente sterile. Non ci si aspettava chissà quale intreccio, ma un’approfondimento maggiore dei personaggi con qualche linea di dialogo in più articolata, anche solo testuale durante le fasi di viaggio, avrebbe aiutato ad affezionarsi di più ai protagonisti. Si nota un certo distacco, il che è un vero peccato, perché le potenzialità nel rendere la storia più coinvolgente ci sono tutte.
A un primo sguardo si può dedurre che il target di pubblico sia di una fascia d’età molto giovane, ma il grado di sfida di determinate fasi pare voler toccare una fascia di giocatori più matura ed esperta. Magari una scrittura leggermente più articolata avrebbe aiutato il gioco ad essere più ambivalente. Nonostante tutto Trident’s Tale resta un’avventura godibile e divertente, perfetta per trascorrere qualche ora a giocare serenamente a fare i pirati.



