Patapon 1+2 Replay Recensione, il ritmo della gloria!

Torna il rhythm game di Japan Studio! I Patapon si risvegliano e tornano col primo e il secondo capitolo. Ecco la recensione di Patapon 1+2 Replay!

Erika Pezzato
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Recensioni
Lettura da 7 minuti
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7 Buono
Patapon 1+2 Replay

Il popolo dei Patapon torna alla vita e invoca l’aiuto della sua somma divinità! Reclamano a gran voce di raggiungere la gloria, ma per farlo avranno bisogno dei grandi tamburi che gli daranno la forza di raggiungere e conquistare Fineterra. Patapon è un gioco uscito per la prima volta nel 2008 su PSP ed è un gioco ritmico creato da Pyramid e SCE Japan Studio. Ora Patapon e Patapon 2 sono di nuovo disponibili su PS5 in una nuova versione rimasterizzata tutta da suonare! Ecco la nostra recensione della collection.

Il videogioco mette in mano al giocatore il destino dei piccoli Patapon. Una volta avviata la partita ci si ritroverà a sottoscrivere un contratto: questo è volto a mantenere e onorare la promessa di diventare il Grande Leader dei Patapon e di aiutarli a raggiungere il misterioso luogo chiamato Fineterra. Non ci sarà pericolo in grado di fermare il Grande Leader, neanche la morte dovrà impedirgli di raggiungere tale obiettivo. Da signore supremo si raccoglie l’onere di prendere il Tamburo del coraggio e di tenere fede al proprio giuramento.

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Un sacro compito

Un’entità si rivolgerà direttamente a chi gioca, che lo pregherà di andare avanti nella sua missione, aiutando il giocatore a imparare a usare i tamburi. Appena si imparerà ad assimilare il ritmo, i Patapon prenderanno vitalità e si voteranno anima e corpo al Grande Leader, la loro divinità: noi. Il gioco si dividerà principalmente in due parti, una in cui bisognerà occuparsi della comunità dei piccoli esserini monocchiuti dei Patapon e una in cui sarà necessario guidarli nelle loro missioni, scandite dai tamburi suonati proprio dal Leader Supremo. Le sequenze ritmiche definiranno i comandi che gli esserini dovranno eseguire. Il punto non starà solo nell’eseguire il comando giusto, ma anche nell’ impartirlo seguendo il giusto ritmo. Ogni passo, gesto, azione dei Patapon è scandita dal ritmo dei tamburi e ogni colpo fuori tempo farà perdere loro ogni entusiasmo, guardandosi intorno smarriti e senza guida.

Il piccolo popolo appena sentirà risuonare il tamburo prenderà vita, e chiederà al leader di guidarlo, prima per la sopravvivenza, poi verso la conquista, e poi verso la tanto ambita Fineterra. Di volta in volta si acquisiranno nuove risorse e di tanto in tanto nuovi guerrieri a evocare e schierare nell’esercito. Ad ogni nuova conquista si prenderà padronanza di nuovi tamburi e nuove sequenze che elargiranno comandi sempre diversi all’esercito.

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Nel primo capitolo i Patapon emergeranno dall’oblio per ergersi sugli altri popoli, mentre nel secondo capitolo il popolo sbarcherà dalla propria nave per poi andare alla conquista.
In Patapon 2 sarà possibile importare i salvataggi da Patapon 1 per poter continuare con continuità le gesta del grande leader e del popolo che ha preso sotto la sua ala.

Sempre avanti

Iniziando il secondo capitolo, dal punto di vista del gioco, si percepisce subito il salto di qualità. Ritmi più cadenzati e più dinamicità nei dialoghi e nell’evoluzione tra uno scenario e l’altro.
Alla base di entrambi i giochi ovviamente resta il ritmo e la capacità di far avanzare sempre la base musicale, la quale avrà vita solo finché si seguirà la tempistica giusta delle percussioni. Tener fede a questa meccanica, almeno all’inizio, risulta abbastanza statico e a tratti sterile in Patapon 1, mentre si presta a essere più accessibile da assimilare in Patapon 2, il quale risulta più coinvolgente e in generale più divertente.

Il design dei piccoli esserini neri spicca sullo sfondo colorato, e avanzano saltellando in scenari sempre più vari e articolati, mentre si avanza in mappe a scorrimento orizzontale. Le linee della scena si inclinano o si incurvano dando sempre un’idea di movimento al background, a ogni passo dei patapon lo sfondo si muove come se fossero onde. C’è sempre movimento e crescita in ogni scenario, ma sopra ogni cosa tanto colore.

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Il ritmo è vita!

La musica è la linfa vitale del gioco. I ritmi tribali dei tamburi, fulcro della meccanica di gioco, si sovrappongono a delle basi molto più moderne, le quali inizialmente potrebbero sembrare insolite per le sequenze da eseguire durante il gameplay. Tuttavia una volta toccati i tasti che corrispondono alle percussioni, le sequenze riescono a sposarsi alla perfezione alle basi proposte.  Seguire il ritmo è tutto per il successo delle missioni dei Patapon. Ogni volta che si coglie a pieno la cadenza delle percussioni, la base musicale si farà sempre più vitale e articolata.

I piccoli Patapon si faranno sempre più entusiasti e agguerriti e avanzeranno nel loro percorso saltando e gridando di gioia. Attenzione però a non mancare la battuta, basta perdere il ritmo per un momento per bloccare la musica, i Patapon si bloccheranno, si guarderanno intorno con aria smarrita e bisognerà ricominciare da capo per riprendere il filo e allacciarsi di nuovo alla base musicale per innalzare il morale delle truppe.

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Lo spirito di entrambi i giochi è farsi coinvolgere su due fronti: in primis dalla musica, dal ritmo dei tamburi e dalla voglia di eseguire combo sempre più lunghe e ben cadenzate, dall’altra parte il coinvolgimento sta nella responsabilità per il destino del popolo dei patapon, i quali si rivolgono al loro leader con fede cieca, tanto che ogni fallimento instilla un po’ di senso di colpa nell’aver mancato alla promessa, ma ogni successo è una soddisfazione celebrata dai festeggiamenti dei piccoli fedeli. Da guide e divinità si assume un onere gravoso, i Patapon sono nelle nostre mani e portarli a un nuovo e radioso futuro è una missione che non si può rifiutare di accogliere.

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Patapon 1+2 Replay
Buono 7
Voto 7
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