Unknown 9: The Awakening Recensione, un gioco anacronistico

Unknown 9: The Awakening è un gioco di avventura fantasy dal grandissimo potenziale, ma che delude profondamente per le sue grosse mancanze.

Gloria Annis
Di Gloria Annis - Contributor Recensioni Lettura da 8 minuti
Unknown 9
4.7 Insufficiente
Unknown 9: The Awakening

Unknown 9: The Awakening, sviluppato dalla canadese Reflector Entertainment e prodotto da Bandai Namco, è un videogioco di avventura fantasy in cui l’attrice Anya Chalotra, famosa per il suo ruolo di Yennefer nell’acclamata serie TV di The Witcher, ha donato il volto alla protagonista. Il titolo, uscito per console e per PC su Steam, era già stato presentato alla Gamescom già quattro anni fa, e abbiamo potuto testarlo per voi su Playstation 5.

Società segrete e dimensioni parallele

Unknown 9: The Awakening, ambientato nel 1912,  narra le vicende di Haroona, una giovane donna adottata e allevata dalla sua mentore Reika per diventare Quaestor, ed essere quindi in grado di entrare in una sorta di dimensione parallela, chiamata “il Rovescio“.

Tutta la narrazione gira attorno a dei fantomatici 9 Ignoti (da cui il gioco prende appunto il nome), facenti parte del popolo dei Sahin, una civiltà ormai quasi del tutto scomparsa che custodiva importanti conoscenze sull’universo e sul Rovescio stesso.

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Fondamentale è il concetto dell’Am, una sorta di energia impalpabile ma onnipresente, che solo i Quaestor imparano a governare, e che è l’elemento primario che costituisce  il Rovescio e di conseguenza tutto ciò che ci circonda.

La storia è vagamente ispirata al romanzo fantasy avventuroso del 1923 dello scrittore Talbot Mundy, “The Nine Unknown“, da cui son stati ripresi alcuni elementi come le società segrete che incontriamo all’interno del gioco, e il concetto stesso dei 9 Ignoti ricercati anche all’interno del racconto. Nel gioco infatti faremo la conoscenza di due società segrete, la Leap Year Society e gli Ascendenti, accomunati dal fine ultimo di ritrovare i 9 Ignoti per poterne carpire la loro conoscenza e utilizzarla per scopi malvagi.

Il “Risveglio” di una serie antologica

Unknown 9: The Awakening è quindi il primo capitolo di una serie antologica, già introdotta da due opere letterarie firmate da Layton Green, dei fumetti e un poadcast, che ha come protagonista l’attrice Anya Chopra nei panni di Haroona. È lecito aspettarsi quindi che ogni capitolo della saga avrà una guest star come protagonista e che le storie siano tutte autoconclusive per poi convergere in un unico finale.

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Purtroppo però la trama non ha mordente, non trascina il giocatore, e a momenti annoia perché sembra qualcosa di poco originale e di già visto in altre produzioni, videoludiche e non.

Essendo la narrazione il punto cardine di tutto il gioco, sono presenti molti momenti di dialoghi e spiegazioni di trama, purtroppo presentati quasi in maniera apatica, senza creare le giuste fondamenta per l’interesse del giocatore. I personaggi son maldestramente caratterizzati, non si empatizza con loro, neanche in contesti drammatici, e si fatica a proseguire nella storia a causa della monotonia delle situazioni in cui ci si imbatte. Anche la soundtrack del gioco è poco memorabile e carente di impatto, senza considerare che il comparto audio soffre a momenti di imprecisione e approssimazione.

Combattere il nemico

Il combattimento era potenzialmente interessante, ma purtroppo anche in questo caso ci troviamo di fronte a qualcosa di già visto, e si passa dal semplice stealth al corpo a corpo classico, ma anche all’utilizzo dei poteri di Quaestor di Haroona, unico elemento originale e innovativo. I movimenti sono goffi e poco precisi, la visuale a volte è confusa a causa dei movimenti della telecamera, e i nemici perdono facilmente la localizzazione della protagonista se si esce velocemente dal loro campo visivo.

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I poteri da Quaestor sono effettivamente la parte più interessante del combat system: Haroona può colpire i nemici usando delle onde di energia, può attivare delle trappole (delle bombole di propano) e colpire i nemici a distanza e usare uno scudo energetico. Ma il potere più intrigante è la possibilità di “entrare” nel corpo dei nemici e pilotarli per un breve lasso di tempo.

Tutte queste abilità sono sbloccabili e potenziabili all’interno del classico albero delle abilità, utilizzando dei punti esperienza ottenibili man mano che si trovano oggetti collezionabili (gli Estrattori) o che si affrontano nemici.

Difetti anacronistici

Unknown 9 è un gioco fuori tempo massimo, che presenta dei difetti tipici di produzioni videoludiche di una decina di anni fa. Il combattimento è sporco e ripetitivo, i nemici tutti uguali e con una Intelligenza Artificiale che pecca in più di una occasione, soprattutto nelle situazioni in cui lo stealth è quasi obbligatorio.

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Le ambientazioni sono belle, affascinanti e ben contestualizzate, ma purtroppo presentano delle imprecisioni a livello grafico che ne rovinano l’impatto visivo. In più di una occasione gli fps sono instabili, soprattutto nelle cutscene, e l’espressività dei personaggi lascia molto a desiderare, ricordando per l’appunto videogiochi meno recenti in cui la mimica facciale era appena abbozzata.

Il gioco vorrebbe presentarsi come una tripla A, ma purtroppo non ne ha le caratteristiche, per tutta una serie di bug e pop-up che inficiano sul prodotto finale.

Un fantasy che non decolla

Unknown 9: The Awakening, in conclusione, aveva tanto potenziale: a cominciare dalla narrazione, fondamentale per la serie antologica introdotta da Reflector Entertainment, ma che viene presentata senza inserire i giusti ingredienti per far sì che il giocatore si appassioni o si interessi alle vicende dei protagonisti.

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Il combat system non diverte abbastanza, nonostante gli elementi introdotti con i poteri da Quaestor, spesso è ripetitivo, i movimenti legnosi e i nemici esteticamente monotoni e tecnicamente imprecisi. Il sistema di gioco nella sua interezza è poco originale e già visto, non colpisce e non rimane impresso, se non per i suoi innegabili difetti tecnici.

La presenza di Anya Chopra viene oscurata da una rappresentazione grafica piena di difetti, senza espressività, difetto presente anche in tutti gli altri personaggi importanti che ruotano attorno alla sua storia.

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Raramente sono presenti scorci interessanti, a parte quello che si può ammirare nelle rovine dei Sahin, ma nel complesso le ambientazioni non tolgono il fiato come ci si aspetterebbe da una produzione tripla A – o presunta tale – dopo un’attesa di ben 4 anni.

La leggenda dei 9 Ignoti aveva un enorme potenziale narrativo, ma malamente espresso e solo minimamente abbozzato: questo potrebbe essere definito il difetto più grande dell’intero progetto considerando che la serie prevede più capitoli di una storia che è partita zoppicando, anziché spiccare il volo come avrebbe dovuto.

Unknown 9
Unknown 9: The Awakening
Insufficiente 4.7
Voto 4.7
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Contributor
Amante di videogiochi, serie tv, film, fumetti e libri, in particolare del genere horror, sin dalla tenera età.