Quello della realtà virtuale è un mercato videoludico tutt’ora in divenire che ha ancora molto da dimostrare, seppur le premesse siano indubbiamente promettenti. Anche se ci troviamo innanzi a una tecnologia ancora acerba e migliorabile sotto diversi aspetti, il tutto è stato comunque affiancato da un parco titoli decisamente generoso in termini di qualità e ricco di perle imperdibili per tutti gli amanti della virtual reality che sta andando insinuandosi con sempre più convinzione nelle case del pubblico. Tra tutti, però, è chiaro che il Playstation VR di casa Sony rappresenti il vero motore di questa nuova realtà dell’industria, il caschetto che più di ogni altro ha saputo convincere l’utenza, vuoi per il suo prezzo aggressivo, vuoi per la sua vasta line-up. In un contesto tanto competitivo e dove tutti cercano di guadagnarsi una fetta di mercato, The Wizards: Enhanced Edition rappresenta solo l’ultimo arrivato in quella che è una guerra senza esclusione di colpi, un’opera desiderosa di stupire chiunque deciderà di dargli una possibilità con le sue peculiarità e caratteristiche uniche. Come intuibile dal titolo stesso della produzione, quella di Carbon Studio altro non è che una versione riveduta e corretta dell’originale The Wizards, un prodotto che tra nuovi contenuti e migliorie varie potrebbe nascondere ben più di qualche sorpresa. Senza paura alcuna ci siamo quindi tuffati in questo vasto mondo esplorandone con attenzione ogni anfratto e ora, finalmente, siamo pronti a darvi il nostro verdetto finale a riguardo.
Un regno in pericolo
The Wizards: Enhanced Edition poggia le sue basi su una narrativa estremamente classica, rappresentante più che altro un pretesto per continuare a giocare. I primi secondi in-game c’immergeranno infatti in un mondo fantasy minacciato dal pericolo di violente creature uscite direttamente dagli abissi più oscuri a cui solo noi possiamo opporci, un mago apprendista ma dall’enorme potenziale che dovrà fronteggiare l’esercito di mostri che oramai regna incontrastato su ogni terra conosciuta. L’avventura prosegue speditamente senza troppi fronzoli e le circa otto ore resesi necessarie per completare la campagne sono trascorse con piacere, in particolar modo grazie alla voce fuori campo – rappresentante il nostro insegnante – che andrà accompagnandoci dal prologo fino ai titoli di coda, carismatica e sempre capace di strappare un sorriso al momento giusto. Se la sceneggiatura non s’identifica neanche lontanamente come punto forte dell’esperienza, è quando si giunge al gameplay nudo e crudo che le cose si fanno decisamente interessanti. The Wizards: Enhanced Edition ci chiederà infatti di completare i diversi stage affrontabili eliminando tutto ciò che dovesse tentare d’ostacolarci, missioni in cui muoversi su vaste mappe dando vita a emozionanti scontri a suon di magie. In quanto maghi, è chiaro che tutto il nostro potere d’attacco e di difesa risiederà proprio nei vari incantesimi che potremo imparare man mano che giocheremo. Il combat-system funziona a meraviglia e riesce a rivelarsi estremamente coinvolgente grazie alla necessità di dover mimare specifici gesti con i Playstation Move per poter utilizzare le proprie arti magiche. I movimenti da compiere sono brevi e intuitivi ma riescono a conferire all’intera esperienza quella squisita sensazione d’immersività dilagante che andrà facendovi dimenticare totalmente di essere solo all’interno di un videogioco.
Il veloce tutorial, affrontabile per prendere dimestichezza con i comandi, potrebbe apparire più difficoltoso del previsto in un primo momento, ma già dalla seconda missione ci si riesce a destreggiare tra le varie magie dando vita a incredibili combattimenti capaci di far schizzare l’adrenalina a mille. Un gesto dal basso verso l’alto ed ecco spuntare una palla di fuoco da lanciare contro l’enorme troll che si staglia innanzi a noi, poi un secco movimento del braccio da sinistra verso destra e uno scudo verrà in nostro soccorso per salvarci da quel coltellaccio che un qualche goblin ci ha appena tirato contro e, infine, pugni chiusi verso il petto per far comparire arco e frecce con cui eliminare tutti gli avversari più distanti. Per quanto la varietà d’incantesimi non faccia gridare al miracolo, tutti si sono rivelati estremamente utili a seconda della situazione e assai gratificanti da mettere alla prova sul campo. Inoltre, raccogliendo specifici oggetti nascosti in giro per le ambientazioni, potremo potenziare ogni magia per dar loro nuovi devastanti effetti da sperimentare sui nemici con un bel sorriso sadico stampato in faccia. In tal senso, dispiace vedere come i controller move non sempre appaiano tanto responsivi quanto si vorrebbe e di tanto in tanto capita di dover effettuare diversi tentativi prima di riuscire a colpire i bersagli più lontani. Fortunatamente, gli sviluppatori hanno ovviato al problema introducendo un sistema di mira automatica estremamente personalizzabile che saprà sicuramente venire in soccorso di ogni giocatore, indipendentemente che si voglia divenire novelli cecchini senza una goccia di sudore o che si preferisca puntare tutto sulle proprie abilità.
Si è poi rivelata assai interessante la presenza di carte scovabili in giro per gli stage, che andranno a offrire bonus o malus di vario tipo per semplificare o complicare non di poco il livello di difficoltà generale – tra avversari più pericolosi, incantesimi meno performanti e così via –, il tutto chiaramente con la promessa di ricevere un maggior o minor punteggio a fine partita. L’idea si è rivelata azzeccata e ha saputo offrire un apprezzabile grado di rigiocabilità alle varie missioni che in esperienze di questo tipo non guasta mai. Simpatica anche l’inedita aggiunta di un meccanismo con cui personalizzare i propri guanti da mago, una novità di poco conto che ci è però piaciuta. Merita poi una menzione tutta sua, la presenza della modalità Arena, un piccolo extra che permetterà ai giocatori più incalliti di lanciarsi in grandi battaglie da vivere tutte d’un fiato. Chiaramente, in titoli di questo stampo diviene di primaria importanza tutta la struttura posta alla base del movimento e, fortunatamente, non siamo rimasti delusi neanche in tal senso. Anche in questo caso, infatti, i ragazzi di Carbon Studio hanno ben pensato di lasciare le redini in mano ai giocatori, i quali potranno decidere in piena autonomia se usufruire del movimento libero, del teletrasporto o, ancora di entrambe le configurazioni combinate, il tutto accostato a varie opzioni utili per evitare qualsiasi rischio da motion-sickness. Ci ha invece lasciati alquanto delusi il level-design generale, un continuo di corridoi inframezzati da aree un po’ più aperte dove affrontare i combattimenti più duri, un lavoro alquanto anonimo e che lascia un certo retrogusto amaro in bocca. Di buon livello si è invece rivelato essere il comparto grafico che, seppur senza mai stupire per pulizia o dettaglio, ha saputo mettere in campo un universo fantasy visivamente variegato e capace di regalare dei gran bei scorci, il tutto affiancato da un bestiario sufficientemente ricco e diversificato. A chiudere il cerchio ci pensa un doppiaggio inglese di buon livello – a cui però non ha fatto seguito alcuna localizzazione in italiano – e una colonna sonora che compie il suo dovere seppur senza mai riuscire a colpire davvero l’utente di turno.