Maledetti cross over. Di tutte le strategie di marketing applicate sull’utenza dei videogiocatori o degli appassionati di film, fumetti e altri argomenti di discussione tipici dei salotti nerd a cui di solito siamo abituati, l’operazione che riguarda la miscela di personaggi, storie e ambientazioni provenienti da universi e mondi completamente diversi fra loro, che prende appunto il nome di cross over, ha sempre affascinato il fruitore medio di questi prodotti. Specialmente se poi questi elementi interagiscono fra di loro tramite una qualche attività. Ci sono esempi nel mondo dell’editoria americana, in cui spesso vengono definiti cross over quegli eventi che mettono insieme più super eroi in un unico contesto, anche se ormai con il fiorire di super gruppi, l’attesa verso queste situazioni ha cominciato ad annoiare.
Per tornare però ad un argomento a noi più vicino, non sono rari gli esperimenti in questo senso nel campo videoludico: abbiamo i vari vs. della capcom, abbiamo avuto in passato un Soul Calibur con alcuni personaggi di Star Wars, per non parlare di Kingdom Hearts, ad oggi una delle operazioni più riuscite dalla Square”ex”soft. Poi un giorno, a Kyoto si sono accorti che il Nintendo 64 aveva una carenza da colmare, soprattutto rispetto alla PlayStation One (o PSX) e al DreamCast di Sega: i picchiaduro! Infatti, nell’era del 64, uno dei generi che meno erano presenti sulla console era proprio il genere dei combattimenti, uno dei più importanti dell’epoca. Da qui nacque il primo Super Smash Bros., una versione “primordiale” del progetto che Sakurai aveva in mente per la serie, ovvero rendere un tributo a Nintendo… da Nintendo stessa! Ecco quindi Link darsele con Mario, DK sollevare Samus sopra la propria testa ecc.
Dopo quasi sedici anni, e dopo solo 4 episodi uno per ogni casalinga della grande N, mi ritrovo per le mani questo Super Smash Bros. For Wii U, il mio primo pensiero? Finalmente! Mettetevi anche nei miei panni: dopo l’hype generato nei vari direct, con gli annunci dei personaggi, le modalità, gli stages, l’uscita su 3DS due mesi fa e ancora le sorprese che ci hanno rivelato nelle ultime settimane relative alla sola versione Wii U del titolo, non potevo che attendere spasmodicamente questo gioco! Ma cos’è Smash? La domanda, che per gli esperti potrebbe sembrare banale, per chi non ci ha mai giocato è invece difficile da risolvere: è un picchiaduro a incontri ok, ma non basta ad etichettarlo.
Perchè semplicemente ognuno gli può dare un’etichetta a seconda dell’uso che ne fa. Può essere preso come un party game, per chi si vuole divertire con un gioco che nel caos ci sguazza allegramente, con più di una modalità in grado di offrire qualche minuto di sano e allo stesso tempo diabolico divertimento. Ma alzato questo lenzuolo, si entra nei meandri della creazione del team di Sakurai, si comincia a prendere la mano con le meccaniche, le varie tecniche di ogni personaggio, si inizia a stilare una lista di pro e contro di ogni lottatore ( un po’ come facciamo nella nostra rubrica settimanale!) ed ecco che, in poco tempo, Smash diventa un gioco molto più tecnico di quello che sembra. Un po’ come succede per Mario Kart 8, dove pian pianino si imparano le derapate su ogni pista, anche qui si deducono strategie vincenti per ogni arena.
Insomma, Smash è, come di solito accade per ogni produzione Nintendo, un titolo appetibile a più fette di utenti, da chi ha un’esperienza e un tempo da dedicargli limitati, o a chi invece propende più alla natura competitiva del gioco. In questo Smash sono poi stati aggiunti dei componenti che vanno oltre il competitivo o meglio, lo espandono! Infatti ora i personaggi possono essere personalizzati con degli upgrade puntati su 3 statistiche: Forza, Difesa, Velocità, ma cosa ancora più importante è possibile anche cambiare il moveset del personaggio! Se ci soffermiamo solo sulla seconda opzione, è facile percepire come tutta l’esperienza può trasformarsi, può prender forma in modi diversi fino a diventare un’immagine di come il giocatore pensa sia il SUO SSB. Già, ogni volta che esce Smash si può essere certi di una cosa: non c’è limite alle scelte, tutti gli scontri, tutti gli scenari, tutte le modalità possono essere modificate, dalle opzioni più semplici fino a quelle più complesse, passando per la scelta della soundtrack di ogni stage, la frequenza con cui si vuole far cadere gli oggetti, se a vite o a tempo e altro ancora, per una mole di contenuti che, questa volta supera qualsiasi aspettativa, provare per credere, se siete inclini a finire un gioco al 100%, fatevi avanti, Smash non vi deluderà!
E non deluderà nemmeno nel caso in cui ci si cimenti a questo titolo da soli, in una delle modalità pensate appositamente per il giocatore singolo: c’è la modalità classica, dove differentemente a ciò a cui siamo abituati proseguiremo nell’ordine con cui vogliamo noi, potendo scegliere il match a cui sottoporsi, fino allo scontro finale con il boss, che include Master Hand per i livelli più facili, il duo formato dalla suddetta mano unita alla sorella “pazzerella”, quella Crazy Hand dai pattern di attacco molto particolari per i livelli intermedi, e poi a salire troverete Master Core, un boss che potrà assumere forme sempre diverse, di cui una finale, al livello più difficile, in cui dovrete affrontare un vero e proprio dungeon, con i suoi cunicoli e le sue spietate insidie. Torna l’All-Star, una modalità in cui si devono sfidare pile di nemici accomunate dall’epoca in cui sono nate, una sorta di survival in cui potrete contare solo sulla vostra tecnica. Ci saranno ancora gli eventi, degli incontri speciali travestiti da “missioni” in cui si dovrà completare un obiettivo specifico, che vanno dal semplice vincere la contesa a consegne più complicate, un gradito ritorno, soprattutto a fronte della mancanza di una modalità “principale” come poteva essere l’emissario del subspazio per Brawl.
E poi, volendo, c’è l’online, gestito in maniera sorprendentemente eccellente dal Wii U e da Nintendo, nelle sessioni che ho avuto per provare la connessione con altri giocatori nel mondo non ho potuto non meravigliarmi per via della fluidità del gioco, anche in battaglie contro più avversari. Dopotutto anche l’esperienza sembra avere un respiro più “social” rispetto al titolo per 3DS, vista la possibilità di creare tornei su misura, di giocare online insieme ad un altra persona accanto a voi (come succedeva nel predetto Mario Kart) e di poter entrare in contatto con i vostri amici per invitarli ad uno scambio di cazzotti tra gentlemen.
Inutile però cercare di sedare la vera natura di Smash, un gioco che, anche ai tempi del Nintendo 64, poteva vantare il fatto di poter includere ben 4 giocatori in una sola partita. Botte per tutti, sia per voi che per gli altri, che da oggi potranno finalmente gridare : “BASTA TURNI!” Già, perchè il principale selling point di questa meraviglia di gioco consiste nel poter mettere davanti allo schermo non 4, ma ben 8 giocatori! Per fare ciò, la Nintendo ha messo in campo ogni sistema di controllo disponibile per la sua macchina: potete giocarci col gamepad, con il Wii remote, con il nuchuck, con il pro controller e anche con il 3DS, ma chi gioca da anni alla serie sa qual è IL controller di Super Smash Bros : il joypad del Game Cube!
Una volta scelto il proprio controller, viene la volta delle arene, che per 8 giocatori si riducono, in quanto non tutte le arene sono state ritoccate per permettere la festa delle mazzate, ma vi assicuro che quelle presenti non sono per niente scialbe! Abbiamo la classica Hyrule Temple, un pianeta di Mario Galaxy e un livello di Sonic Lost Worlds, e poi c’è l’arena più grande mai messa a disposizione della serie : “la grande offensiva speleologica” da Kirby’s Fun Pack! Questo stage veramente esagerato ha senso solo se giocato in questa modalità, ma è uno tra i più divertenti tra quelli presenti. Da segnalare pure, per mischie “normali” quello di Donkey Kong Country Returns, che, giocando sugli sfondi, permette di combattere praticamente su due arene diverse.
Tutto ciò che ho detto, ancora non contempla il lato tecnico della produzione, la grafica del gioco è un misto di tutto il bello che secondo me si è visto in questi mesi di Wii U: abbiamo i colori puri di Mario Kart, coadiuvati dalla perfezione stilistica di Super Mario 3D World, sposati perfettamente ai vari effetti presenti su personaggi e scenari, come i fur motion di DK e Fox, la texture “patchwork” dell’arena di Yoshi Woolly World, le cuciture nei vestiti di Link, l’incredibile cura nel jeans della salopette di Mario, i vari elementi, i pokèmon che invadono lo stage, ogni cosa in questo gioco è rappresentata in modo che sia identificata e inserita nella saga a cui appartiene, cercando con successo di lasciarsi dietro le proporzioni tendenti al realismo di Brawl. Ma ciò che può ammirare l’occhio, l’orecchio lo può ascoltare con immenso trasporto! La soundtrack è sempre stato un punto cardine della serie, e qui la mole di contenuti audio è immensa, si va dagli arrangiamenti originali alle riproposizioni pensate per questo episodio, tutto collima per creare un’atmosfera diversa ad ogni stage, con la possibilità di poter scegliere, come in un jukebox, la canzone da ascoltare per quella determinata arena.
Un gioco del genere vi può far perdere ore preziose del vostro tempo, senza nemmeno che ve ne accorgiate, ma soprattutto, probabilmente vi risoprirete a corto di fondi molto presto, nei prossimi mesi. Perchè? Semplicissimo! La parola associata alla vostra rovina finanziaria è “amiibo” ed è praticamente impossibile che voi non sappiate cosa siano, vi basti sapere che l’interazione delle statuine con il gioco è veloce e intuitivo, un modo perfetto per ampliare le possibilità del titolo, andando ad implementare una sorta di “level-up” simile ai pokèmon in cui la nostra statuina crescierà potendo contare sul nostro aiuto, facendola diventare sempre più forte per poi, presumibilmente per chi le ha prodotte, farle scontrare tra di loro.
Giocate a Smash, compratelo se avete un Wii U, se ancora non lo avete, questo è il momento di acquistarlo, perchè il titolo di cui vi ho parlato non è un semplice picchiaduro, è un tributo a noi videogiocatori, perchè almeno una volta nella vita abbiamo provato simpatia per uno dei 49 personaggi presenti, perchè basta veramente poco per farlo diventare una dipendenza, perchè non si può rimanere indifferenti di fronte ad un’opera di questo spessore, perchè è un cross over, ma fatto bene. Anzi, fatto divinamente. Benedetti siano i cross over!