Immaginatevi di svegliarvi in un mondo invaso da zombie, dove ogni singola forza di stato si è piegata sotto la forza dei morti viventi, e non rimane altro che sopravvivere: queste sono le premesse di State of Decay 2, un survival a tema zombie che tende talmente al realismo, da prendere in prestito alcune meccaniche dai simulatori.
Combattere per sopravvivere
Fin da subito il gioco rende chiaro un concetto: il mondo di gioco è pericoloso. La morte, definitiva per i personaggi che avrete nel vostro gruppo, si nasconde dietro l’angolo e ogni singolo errore potrebbe costarvi la permadeath del vostro compagno preferito. In compenso, i personaggi saranno molteplici, tutti differenziati tra loro da statistiche, inventari e passati diversi. Questi saranno inoltre generati randomicamente dal gioco (tranne nella prima partita che farete, che vi porterà avanti con due personaggi preimpostati da tutorial).
Questo titolo prende tutti i dettagli dei classici survival: poche munizioni, pochi rifornimenti, tanti zombie. La difficoltà sta proprio nel sapere scegliere quale strada prendere, cosa esplorare, quando combattere e quando scappare. In compenso, nel comparto melee sarà difficile morire (salvo accerchiamento di decine di zombie.
Un’America in ginocchio
Abbiamo provato le prime ore di State of Decay 2, e tutto quello che comunica è che in questo gioco voi non sarete gli eroi. Niente fotografo pieno di armi strambe, niente poliziotto con pugni che devastando file di zombie: qui dei comuni cittadini, ex-ingegneri, atleti o semplici spazzini, dovranno rimboccarsi le maniche, muoversi per la città e cercare salvezza. La città, inoltre, presenterà numerosi pericoli: i mezzi saranno spesso senza benzina, e ogni singolo rumore, da un cassetto aperto troppo velocemente, a degli spari rumorosi, potrebbero farvi accerchiare da orde di zombie. Purtroppo non abbiamo visto tanti di questi morti viventi insieme nello stesso punto, ma probabilmente tutto questo è legato alle fasi iniziali, facilitate per evitare che i giocatori lancino subito il pad al muro.
Benvenuti a Zombieland
È quindi questo il punto di forza che, per ora, spinge la nostra avventura in questo mondo devastato: il realismo, punto cardine che, per quanto è ben caratterizzato, rende anche le più noiose peculiarità survival qualcosa di divertente: sarà stupendo riposarsi dal lungo scatto lanciandosi dentro una casa, sfondando una finestra, attendendo che gli zombie si allontanino o cercando armi per risolvere la questione. Insomma, se a tutto questo ci inserite delle meccaniche RPG profonde e ben strutturate, una progressione che, seppur potrebbe sembrarvi deviante, si avvicina alla simulazione di The Sims (con dettagli della vita di ogni personaggio) e una componente online che porta a una cooperativa fino a 4 giocatori (nei quali ognuno controllerà i propri personaggi e la propria comunità), allora ci troviamo davanti davvero a qualcosa di particolarmente elaborato e divertente.
Tecnicamente, sebbene lo stile sia tendente al realismo, alcune dinamiche di movimento risultano un po’ legnose, ma nulla di eclatante; l’andamento del gioco riesce lo stesso a coinvolgere anche i giocatori che non sopportano molto questo genere, spingendo inoltre il giocatore a portarsi dietro sempre qualche alleato, pena la morte certa.
Proseguiremo il nostro viaggio dentro quest’America dilaniata dagli zombie, dandovi appuntamento al 17, ore 9.01, per la nostra recensione di State of Decay 2.