Shadows of the Damned: Hella Remastered, Recensione: il più folle viaggio dantesco mai concepito

Ecco la nostra recensione di Shadows of the Damned: Hella Remastered, il grande ritorno dell'irriverente titolo creato da Suda 51.

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor Recensioni Lettura da 8 minuti
8 Ottimo
Shadows of the Damned: Hella Remastered

Shadows of the Damned: Hella Remastered ci porta nel mondo, distopico e folle, di Goichi Suda (conosciuto nell’ambiente come Suda51). Il director giapponese non si risparmiò nel lontano 2011 quando pubblicò la prima incarnazione di questo, folle e incredibile, viaggio infernale. Sarà riuscito il nostro eroe Garcia Hotspur a vincere le forze del male, andare all’inferno e salvare la propria amata? Ebbene come sempre, in questa recensione sviscereremo i dettagli di questo macabro e tormentato amore.

Amore e odio

Garcia Hotspur è un rocker famosissimo che passa le notti a fare a botte col diavolo: è di fatto un cacciatore di demoni che, nel corso della sua onorata carriera, ha fatto strage della progenie dell’inferno. Vivendo questa sua duplice realtà, stringe amicizia con un reietto del mondo demoniaco, il teschio Johnson, che non solo aiuta Garcia in tutto, ma è anche un confidente e potente guida nel mondo oscuro e tenebroso della notte. Tutto procede per il meglio nella doppia-vita del nostro eroe fin quando, quest’ultimo, non torna a casa e trova dinnanzi a sé uno spettacolo indegno: tre demoni seviziano il corpo della fidanzata Paula, che è di fatto impiccata a un lampadario.

In una rocambolesca lotta contro questi demoni, compare Fleming, il signore degli inferi che rapisce l’anima della ragazza e intima al nostro cacciatore di seguirlo all’inferno e provare a riprendersela. Garcia non se lo fa ripetere due volte, e con Johnson al seguito si butta nel portale dimensionale che lo condurrà direttamente nel mondo, sporco e purulento, dell’inferno. Qui Garcia scoprirà le peggiori e indicibili torture che i demoni riservano alle anime che approdano sulle loro sponde. Tuttavia anche all’inferno ci si diverte, e non mancheranno pub, luoghi colmi di luce e momenti esilaranti (quasi sempre architettati da Johnson).

Sebbene la trama possa apparire banale e già vista, vi ricordiamo che il gioco è uscito nel 2011 e che questa, seppur si tratti di una versione rivista e corretta, non presenta differenze di sorta circa la storia che andremo ad affrontare. Tutto resta invariato: metrica, ritmica e stile narrativo conducono il gioco a “corridoio” che porta i nostri beniamini, il giocatore e chiunque lo guardi (nel 2011 Twitch non esisteva) da un punto A verso il punto B senza troppi voli pindarici. Qui si menano le mani alla vecchia maniera, sputando sangue e sudore. Ed è un bene.

Pallottole e luce

Come ogni gioco della precedente decade che si rispetti, Shadows of the Damned: Hella Remastered, non fa eccezioni circa armi e metodi per uccidere i nemici. Garcia Hotspur e Johnson formano un’accoppiata vincente e mistica:

  • Torcia: Johnson può di fatto diventare una torcia, utile in situazioni di buio ma anche in corpo a corpo per sferrare poderosi colpi ai nemici che si avvicinano troppo. Tenendo premuto il tasto di attacco, è possibile scaricare sul nemico un colpo “caricato”.
  • Boner: la pistola “dannata” di Garcia, sostanzialmente è l’arma che useremo più spesso. Può sparare colpi in successione o uno bello potente chiamato Colpo di Luce.
  • Hot Boner: versione potenziata con elemento fuoco dell’arma di cui sopra. Efficace se si vuole far saltare in aria più nemici insieme.
  • BIG Boner: in occasioni specifiche, Johnson cambia forma al Boner diventando “più grosso e più duro”: questa pistolona a canna lunga serve contro nemici di taglia gargantuesca.
  • Teether: come dal nome, è una mitraglietta infernale che spara denti di demoni in rapida successione. Può sempre effettuare il Colpo di Luce se caricata.
  • Teethgrinder: un arma peculiare, capace di amplificare il concetto di mitragliatrice e di sparare insane quantità di denti sui nemici.
  • Monocussioner: versione a canna mozza del classico fucile ma infernale.
  • Skullcussioner: versione rivista e corretta del Monocussioner.
  • Skullfest 9000: Arma in grado di tenere a bada fino a 4 demoni alla volta, lenta ma devastante.
  • Skullblaster: versione avanzata dell’arma di cui sopra.

Sebbene la fantasia non abbia brillato tantissimo circa le armi, Shadows of the Damned: Hella Remastered fa dei nemici la sua forza, perché nel gioco verrete spesso accerchiati dai nemici di ogni sorta. Alcuni saranno più facili da gestire se gli sparerete alle gambe in modo da rallentarli, altri invece richiederanno un approccio più “mordi e fuggi” dato che Garcia, è perfettamente in grado di schivare i colpi. Dal punto di vista di level design il gioco ci metterà di fronte alla ricerca di Teste dei Capra, che se colpite con il Colpo di Luce faranno sparire l’Oscurità dalla zona, facendoci intanto rendere i nemici visibili e vulnerabili, ma poi ci impedirà di morire nel miasma della notte.

Nel corso del nostro viaggio, potremmo voler recuperare la salute: per farlo ci basterà bere alcolici, niente di più divertente, se siete all’inferno. Dopo del Sakè caldo, potreste volere un panino oppure, modificare la vostra arma preferita usando delle speciali gemme di sangue che troverete man mano che giocherete. Alcune di queste ultime saranno ben nascoste, ergo, esplorate un minimo le piccole mappe in cu vi trovate e non avrete problemi.

Bentornati all’inferno

Seppur con le giuste problematiche del passato, Shadows of the Damned: Hella Remastered, rimane un titolo fedele al suo trascorso, senza vittimismi o tentativi di piacere a tutti costi quel che costi. I dialoghi, l’accoppiata e lo stile metal/punk del gioco ci fanno ricordare i fasti del passato, quando sperimentare con una rockstar ricca di tatuaggi che va all’inferno con una motocicletta, e un teschio irriverente dallo spiccato accento inglese, era ancora possibile.

Shadows of the Damned: Hella Remastered non punta al presente, punta a farci ricordare quanto erano belli i giochi in passato, quanto fosse di fatto poco importante l’esplorazione di vaste e inconcludenti mappe se il gioco era capace di darti stimoli sempre nuovi man mano che si gioca. Il titolo sarà una bella scoperta se non lo avete giocato, un piacere di rivedere se invece siete “diversamente giovani”. Inoltre oggi dispone di una modalità New Game Plus che vi consentirà di rigiocare il titolo mantenendo i progressi fatti. Ottimale e non invasivo come cambiamento.

Shadows of the Damned: Hella Remastered
Ottimo 8
Voto 8
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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.