Quello dei platform sparatutto è un genere che, fin dal principio, è sempre riuscito a riscuotere grande successo tra la critica ed il pubblico. Se torniamo indietro con la memoria possiamo ritrovare grandi serie che hanno permesso a questo stile di fare un’ulteriore passo avanti, Jack and Dexter e Ratchet e Clank, solo per citarne alcune. Queste saghe sono riuscite ad implementare benissimo un’azione rapida e molto caotica all’interno di un contesto di gioco che riesce a divertire ed intrattenere l’utente. Adesso è il turno di ReCore, interessante esclusiva Microsoft presentata durante l’E3 2015. Prima di partire con la recensione vera e propria è anche giusto fare una premessa mettendo doverosamente in evidenza una sostanziale divisione di compiti tra i due studi che hanno lavorato al gioco, Comcept e Armature. Il primo si è concentrato nello sviluppo del vero e proprio design, mentre il secondo si è focalizzato sulle varie funzioni del gameplay.
Bentornati nel post-apocalittico
Ormai il mercato videoludico ci ha abituati ad ambientare i giochi in uno scenario post-apocalittico. Le premesse di ReCore sono più o meno simili a cosa già viste: la terra ha finito le risorse necessarie per la sopravvivenza e la razza umana decide di spostarsi su un altro pianeta. Quest’ultimo si chiama Far Eden ma ha un piccolo difetto, essendo un pianeta prevalentemente desertico e roccioso è necessario un processo chiamato terraformazione. Sostanzialmente serve a rendere abitabile la superficie del mondo e questo cambiamento sarebbe dovuto durare circa 200 anni. Alcuni umani restano dormienti nello spazio mentre altri, ovvero i manutentori, vengono spediti in queste lande desolate pronti ad essere svegliati in caso avvenga qualche guasto.
Ovviamente i problemi ci sono e non sono davvero pochi ma, invece di svegliarsi come previsto, prenderanno conoscenza solo 96 anni più tardi. All’interno di questa esperienza voi interpreterete Joule Adams, la figlia dello scienziato che ha inventato tutte le sofisticate tecnologie utili al trasferimento ed alla sopravvivenza. Purtroppo questa giovane ragazza sembra essere l’unica persona a riprendersi dal sonno con la sola compagnia del fedele cane robotico Mack, creato precedentemente da suo padre. Si tratta di un nucleobot, ossia una sfera di energia che serve per attivare le macchine, inserita all’interno di uno scheletro a forma di cane. Il pianeta non è ancora abitabile e, dunque, l’obiettivo è chiaro fin da subito: dovrete svelare il mistero legato alla mancata terraformazione e al non risveglio degli altri manutentori.
In mezzo al deserto
Come detto in apertura, lo stile di gioco dei platform sparatutto in terza persona normalmente è rapido e ricco di esplosioni. ReCore non è assolutamente da meno, pronti ad armarvi di fucile e farvi accompagnare dai vostri nucleobot, ma contemporaneamente fonde queste meccaniche a quelle dei classici giochi di ruolo all’interno di macroaree totalmente libere ed esplorabili. Quest’ultime avranno molti nemici in superficie che si intrometteranno tra voi ed il vostro obiettivo, oltre ai vari puzzle ambientali da completare per accedere a varie zone. Nonostante i tanti momenti action, all’interno dell’opera troverete delle caverne che saranno veri e propri dungeon.
Quest’ultimi, prima di accedervi, vi richiederanno di aver ottenuto determinati requisiti; come aver raggiunto uno specifico livello o essere in possesso di particolari oggetti. Una volta entrati vi sarà chiesto di completare diversi compiti come dei piccoli percorsi a tempo, battaglie, enigmi da risolvere o prove di abilità. Il corretto svolgimento di queste missioni vi farà ottenere delle ricompense. Purtroppo riuscire a terminare un dungeon sarà veramente difficile e, se davvero vorrete prenderle tutte, sarete costretti ad affrontarlo più volte. Ovviamente i premi ottenuti saranno di maggior rilievo rispetto a quelli che potrete trovare nel mezzo dell’avventura, ma nonostante tutto, non saranno fondamentali per proseguire nel vostro cammino. C’è da notare bene che queste zone non sono segnate sulla mappa e, dunque, sarà vostro compito andare a cercarle.
Proiettili ed arcobaleni
Per quanto riguarda le fasi di combattimento, il gioco si focalizza sull’utilizzo del fucile di Joule e di quattro colori principali: blu, bianco, rosso e giallo. Ognuno di essi è un potenziamento per la vostra arma e sarà fondamentale colpire i nemici con il loro stesso colore. Oltre ai comuni mostri, ce ne saranno alcuni rari viola o verdi. Per tutti loro sarà necessario fare attenzione poiché, se abbasserete la loro vita fino ad un certo punto ma senza ucciderli, potrete estrargli il nucleo principale ed utilizzarlo per potenziare i vostri fedeli compagni. Quando cercherete di prendere la sfera al nemico partirà un simpatico minigioco, che sembra perlopiù il tiro alla fune, dal quale, una volta completato, otterrete il nucleo. Se accidentalmente ucciderete il robot avversario, acquisirete dei semplici pezzi di ricambio utili per creare le parti dei vostri devoti amici.
In questa avventura incontrerete sostanzialmente tre diversi nucleobot che vi aiuteranno con abilità e funzioni diverse per proseguire durante l’avventura. Anch’essi potranno essere migliorati e modificati, sostituendo i vari pezzi con componenti più potenti. Potrete portarne al massimo due con voi e, all’occorrenza, potrete cambiare il loro scheletro inserendo il nucleo in un altro telaio raggiungendo un massimo di cinque varianti. Le statistiche dei nucleobot si dividono in attacco, difesa ed energia: mentre le prime due non vi saranno affatto nuove, la terza, contrariamente a quanto fa pensare il nome, vi permetterà di supportare un maggior numero di abilità, dandovi modo di sfruttare attacchi potenti più volte consecutivamente. Qui arriviamo ad una parte fondamentale delle meccaniche di gioco, i nuclei prismatici. Queste particolari sfere, oltre ad essere estremamente rare e difficilmente accessibili, saranno di vitale importanza per proseguire durante l’esperienza, poiché potrete accedere a determinate aree solo se possederete un elevato numero di nuclei.
Divertente si, ma non troppo…
ReCore è l’emblema del divertimento. Se cercate un videogame in grado di farvi restare incollati al televisore dal primo all’ultimo minuto, certamente lo avete trovato ma questo, purtroppo, si ottiene solo con dei compromessi. Joule ha la capacità di fare salti enormi e scatti grazie ad un esoscheletro applicato sulle gambe. Questi movimenti saranno fondamentali anche nelle lotte, e restare troppo fermi può costarvi molto caro. All’interno di questa caotica cornice composta di continui spostamenti e cambi di colore non c’è tempo per le distrazioni ed il tutto risulta molto fluido e ben strutturato. L’unica vera pecca, forse, è la difficoltà che è davvero poco bilanciata; completare il titolo sarà estremamente facile.
L’aiuto dei vostri nucleobot sarà fondamentale in alcune situazioni, e la maggior parte delle volte il loro intervento sarà decisivo per completare una battaglia nel minor tempo possibile. In alcuni frangenti sarà importante capire quando arriverà il momento di cambiare la tonalità dei vostri proiettili, poiché alcuni nemici saranno in grado di cambiare colore all’improvviso. Purtroppo gli avversari dal punto di vista estetico non hanno una grande varietà e la maggior parte delle volte, se non quasi tutte, vi ritroverete a combattere contro gli stessi. Nonostante ciò, una volta entrati in sintonia con quello che il titolo ha da offrire, saprete muovervi senza intoppi per un’esperienza che vi cullerà dolcemente verso la fine.
Bello ma non balla
L’opera multimediale, se parliamo dal punto di vista estetico, si difende molto bene con colori accesi e caratterizzazioni, come lo spostamento della sabbia sotto i piedi quando effettuerete uno scatto, che regalano un grande piacere agli occhi. La pecca è che alcuni paesaggi, anche se saranno prevalentemente tutti uguali, sembrano davvero inseriti a forza, come se ci fosse stata la necessità di implementare determinati scenari per compensare il vuoto della mappa. Purtroppo in questo turbinio di esplosioni ed arcobaleni abbiamo riscontrato alcuni bug.
Sia ben chiaro che nessuno di essi ha intaccato con tanto spessore l’esperienza in generale, ma vedere piattaforme che diventano invisibili ed interruttori all’interno dei dungeon che non vengono attivati, privandoti della ricompensa, non è comunque un buon segno, soprattutto se pensiamo anche alla scarsa longevità del gioco. Infatti questo è forse il tasto più dolente dell’intera produzione. Il titolo è davvero troppo breve e questo, rapportato anche ad un’estrema facilità, fa si che finirete il tutto senza neanche rendervene conto. Ad aggiungersi a questo c’è una trama che non ci ha convinto fino in fondo, la voce narrante fuori campo del padre di Joule non può reggere da sola. In questa avventura troverete personaggi senza spessore e carisma, privando alcune scene di emozione e significato. La musica sarà in grado di trasportarvi, soprattutto quella degli scontri, e vi aiuterà ad immedesimarvi ancora di più.
In poche parole ReCore è un titolo che consiglierei a tutti coloro che cercano il puro e spensierato divertimento, l’opera è perfettamente in grado di intrattenere il pubblico, cosa che sostanzialmente dovrebbe fare un videogioco. D’altro canto se cercherete una storia in grado di emozionarvi e lasciarvi qualcosa qui non la troverete. L’opera targata Micorosoft è sicuramente di pregevole fattura ma, se contestualizzata in un medium in continua evoluzione ci sembra davvero un po’ poco. Il titolo potrebbe essere visto come uno spreco di potenziale poiché le premesse c’erano tutte, ma per raggiungere un risultato davvero elevato è opportuno saper bilanciare trama e gameplay senza dover per forza eccedere verso solo una direzione. Le meccaniche di gioco sono tanto semplici quando ben fatte e questo basta e avanza per salvare la faccia, ma l’assenza di una storia solida si sente e questo purtroppo rende tutto un po’ troppo piatto.