Phantom Brave: The Lost Hero è un gioco sviluppato da Nippon Ichi Software, genitore del ben più famoso Disgaea. Il titolo è un sequel che, 20 anni dopo, tenta di dare giustizia all’originale Phantom Brave del 2004, ed è disponibile a partire dal 30 gennaio 2025 su Nintendo Switch, PlayStation 4 e PlayStation 5. È attualmente scaricabile una versione demo corrispondente agli inizi del gioco, che permette di salvare i progressi e trasportarli nella versione integrale dopo l’acquisto.
20 anni dopo…
Phantom Brave: The Lost Hero è il sequel diretto del primo capitolo, Phantom Brave, ma può essere giocato anche in solitaria. La trama viene raccontata nel dettaglio a partire dai primi momenti di gioco, è facile da comprendere e seguire e gli eventi che si susseguono sono slegati dal passato. Il titolo è graficamente colorato e degno dei GDR giapponesi disegnati e doppiati a richiamo degli anime. Al di fuori delle finestre di dialogo, i personaggi sono raffigurati in stile chibi, regalando un tocco di grande vivacità al paesaggio e alla storia. I dialoghi rimangono, tuttavia, lo strumento predominante con cui viene narrata la trama e si svolgono i fatti che portano giocatrici e giocatori nel centro dell’avventura.
La protagonista di Phantom Brave: The Lost Hero è ancora una volta Marona, Chroma leggendaria che ha la capacità di poter vedere i fantasmi, talento che in passato l’ha portata all’emarginazione sociale. Ora, invece, viene vista come un’eroina e si accompagna allo spirito di Ash, con cui è particolarmente legata. La storia inizia, tuttavia, con una loro improvvisa separazione causata da un attacco alla loro nave da parte di spettri malevoli, che porta Marona a naufragare su un isolotto, separata in modo definitivo dal suo compagno.
Salvata dal fantasma Apricot, la giovane inizia a esplorare il luogo, scoprendo che è il covo di una buffa ciurma di pirati, ai quali si unisce per cercare Ash. La storia è suddivisa in capitoli, presentati da una voce narrante. Il primo combattimento non tarda ad arrivare, fungendo da lungo tutorial per porre le basi al sistema di lotta e alla grande possibilità di personalizzazione del proprio party.
Attacca, confina, corri
I combattimenti svolgono un ruolo centrale nel gioco, poiché permettono di schierare una vasta gamma di fantasmi al fianco di Marona, ognuno dei quali dotato di statistiche personalizzabili e in possesso di un turno di combattimento indipendente. La prima ad affiancare i giocatori è Apricot, ma è possibile creare numerosi spettri, ciascuno con caratteristiche differenti e una propria utilità.
Dal mercante al pirata novello, dallo spadaccino al guaritore al mago, con il trascorrere delle ore di gioco si sbloccheranno nuove tipologie di fantasmi e sarà possibile aumentare la forza di quelli già creati. Inizialmente i giocatori dovranno prendere la mano con il confinamento: affinché Marona possa costruire il proprio party durante le battaglie, deve confinare i fantasmi negli oggetti (uno per turno), permettendo loro di acquisire corpo solido e attaccare per un numero limitato di turni. Al termine del tempo concesso, ogni fantasma scompare dal campo di lotta.
Le mappe delle battaglie sono spesso sovraffollate, anche in dipendenza della grandezza del proprio party e, soprattutto dopo le prime ore di gioco, sono stati riscontrati alcuni rallentamenti e diversi crush di sistema, forse dovuti alla pesantezza nel caricamento delle scene. I nemici sono numerosi, così come le mosse che si possono scegliere, gli oggetti per confinare i fantasmi e quelli da lanciare contro i nemici o a favore dei propri alleati. Ogni personaggio si può muovere e attaccare all’interno di uno spazio ben definito. Qualora i nemici siano al di fuori del confine, si deve utilizzare un turno per spostarsi per poterli attaccare a quello successivo. Per questo motivo, scegliere con cura la propria strategia e limitare le mosse a quelle essenziali per ottenere la vittoria è importante. La strategia deve far parte delle lotte, se si vogliono portare a termine vittoriosamente.
Come già precedentemente accennato, la presenza di numerosi e dettagliati tutorial, nonché la possibilità di ripetere le battaglie anche se sono state vinte, permette ai giocatori di prendere la mano con tutte le opzioni, creare fantasmi a cui assegnare determinate caratteristiche e mosse e aumentare la propria forza grazie a livelli e oggetti accumulati. Il fattore esplorativo della mappa di gioco passa in secondo piano: combattimenti complicati e molte stringhe di dialogo narrative padroneggiano le scene. Marona e Apricot saranno impegnate a cercare ciascuna ciò che ha perso, navigando per i mari e le isole, risolvendo missioni insieme alla loro sgangherata ciurma di pirati. Esplorare a fondo gli ambienti non è il lato principale di Phantom Brave: The Lost Hero.
Opzioni “illimitate”
Uno dei punti di forza del titolo è dato dall’infinita possibilità di mosse, contromosse e personalizzazioni. Non solo i fantasmi possono essere creati a partire da zero, ma è possibile scegliere il loro aspetto, i loro punti di forza e debolezza e il modo in cui verranno distribuite le statistiche tra le loro caratteristiche. Marona può scegliere di confinarli in un oggetto per dare loro un corpo solito, o di utilizzare la sua innovativa abilità Confried per fondersi con loro, accrescere il suo potere e aggiungere mosse al suo repertorio. Giocare due partite identiche è praticamente impossibile.
Come ciliegina sulla torta, all’inizio di una partita è possibile scegliere il livello di difficoltà con cui si affronterà l’avventura, che cambierà la forza dei nemici e altre caratteristiche del gioco. Nippon Ichi Software si è impegnata per creare una trama avvincente, dare importanza all’elemento strategico, imbastire una variegata quantità di personaggi, missioni e dungeon facili e più complessi che i giocatori devono fronteggiare per arrivare al finale (e anche oltre). L’obiettivo di evitare che questo secondo titolo passi in sordina come il primo è stato raggiunto, nonostante alcune difficoltà nei caricamenti e combattimento anche troppo macchinosi, a tratti. Marona stessa, presentata come protagonista, ha in realtà un ruolo marginale se paragonato alla totalità di personaggi che si possono creare e controllare.