Disponibile dal 28 aprile sulla piattaforma streaming Disney+, Peter Pan & Wendy è la rivisitazione del grande classico che ha fatto innamorare generazioni di sognatrici e sognatori. Peter, il ragazzino che non vuole crescere, Trilly, l’Isola che non c’è, Capitan Uncino e i Bimbi Sperduti sono tornati in una veste nuova (ma non troppo), protagonisti della pellicola diretta da David Lowery e destinata al piccolo schermo. Quanto, tuttavia, è valida questa nuova trasposizione?
E poi dritti fino al mattino
La formula di Peter Pan è rimasta pressoché invariata fin dalla creazione del personaggio, avvenuta nel 1902 per opera dello scrittore britannico J.M. Barrie nel romanzo L’uccellino bianco. Il protagonista è un bambino che non vuole crescere, in grado di volare grazie alla polvere di fata e ai suoi pensieri felici, e che trova un’isola dove gli viene permesso di rimanere per sempre com’è. Il dilemma della crescita, delle responsabilità che si affacciano sulla vita di una persona adulta e degli equilibri che cambiano è il tema centrale del racconto. La spensieratezza dei primi anni viene vista perduta con il passare del tempo, quando cede il passo a un rigore nuovo e a compiti faticosi, come quelli che si appoggiano ogni giorno sulle spalle degli adulti.
Da qui nasce Peter, che con tutto sé stesso desidera mantenere intatte le gioie della giovinezza, e non perdere i mille colori dell’infanzia in favore del grigiore della crescita. Il racconto di Berrie ha conosciuto molte trasposizioni cinematografiche, e Peter Pan & Wendy è quella figlia del nostro tempo, che ha abbracciato l’inclusività senza snaturare i pilastri della favola classica. La trama del film è, a grandi linee, quella conosciuta da più di 100 anni. Wendy Moira Angela Darling e i suoi due fratelli minori, John e Michael, ricevono la visita di un ragazzino di cui hanno sempre letto nei libri, Peter Pan, in cerca della sua ombra. Una notte Peter entra volando dalla finestra della loro stanza e, trovata la fuggitiva, tenta di ricucirsela addosso con l’aiuto di Trilly.
Sarà invece Wendy a prendere ago e filo. Nel film, la ragazza è in piena lotta contro sé stessa perché condivide i pensieri di Peter: non vuole crescere, e i giochi che le piacevano da bambina continuano a farla sognare. Tuttavia, la vicina partenza per il collegio le impedisce di lasciarsi andare a questi pensieri e, non volendo vivere una vita come quella della madre, rimane estasiata di fronte alla possibilità di seguire Peter sull’Isola che non c’è. Seconda stella a destra, e poi dritti fino al mattino.
Noi siamo pirati e gran bucanieri
Peter Pan & Wendy, come ogni trasposizione che si rispetti, tratta in modo accurato il conflitto tra i Bimbi Sperduti, raccolti da Peter, che ha dato loro una famiglia e un posto dove stare, e i pirati capitanati da Uncino. Il conflitto tra James Uncino e Peter Pan è come una regola non scritta e, nell’immaginario collettivo, i due personaggi “devono” passare le loro giornate tra rappresaglie e battaglie, dove l’uno vuole uccidere l’altro. Nella pellicola di Lowery viene fatto un tentativo per spiegare le origini di questo decennale conflitto. Non viene, tuttavia, scavato molto in profondità, e le poche cose mostrate, riguardanti il passato di questi due iconici personaggi, sono insoddisfacenti e lasciano con l’amaro in bocca.
Viene data una spiegazione credibile ma poco solida, che non riesce a giustificare anni di battaglie e disprezzo reciproco. Nonostante questo, resta apprezzabile il tentativo di non far apparire Capitan Uncino come un villain senza motivazione, e Peter Pan viene rappresentato come quello che è: un ragazzino che gioca a fare il duro, ma con molte paure e il bisogno costante di essere il centro e il principale punto di riferimento per i Bimbi Sperduti, e per tutti coloro che giungono sull’Isola che non c’è. La stessa Wendy va incontro a un cambiamento che la allontana dalle sue paure iniziali. L’Isola che non c’è non è il paradiso che sembrava all’inizio e, forse, crescere ha più lati positivi di quanti se ne riescano a vedere quando si è ancora bambini. Si tratta di un processo inevitabile nella vita di tutti, ed è importante abbracciarlo nel modo migliore.
Una nota stonata: i costumi dei pirati sono caratterizzati da una varietà invidiabile di sfumature marroncine, bianche, grigie e nere, con l’eccezione di Capitan Uncino e Spugna, riconoscibili da tocchi di rosso. Una menzione d’onore va alla magistrale interpretazione di Jude Law, che ci regala un Capitan Uncino tormentato e spietato, ma in grado di provare forti emozioni.
Un cast inclusivo
Essendo figlia del 2023, la pellicola Peter Pan & Wendy ha lavorato per avere un cast inclusivo e il più rappresentativo possibile. La scelta di Alexander Molony come Peter Pan è stato il primo (è più piccolo) segno di un desiderio di distaccamento dai canoni estetici classici che hanno accompagnato la favola anche nel film di animazione firmato Walt Disney del 1953. A far discutere i fan è stata la scelta di Yara Shahidi nel ruolo di Trilly. L’attrice statunitense interpreta il ruolo in modo ottimale, e possiede quel fare sbarazzino e un po’ stizzoso tipico di Campanellino, a dimostrazione del fatto che il flavour di un personaggio non è dato dai canoni estetici che lo caratterizzano.
Nel ventaglio di Bimbi Sperduti sono presenti Kelsey e Skyler Yates, le gemelle che spezzano la “regola” secondo cui soltanto i maschi posso fare parte del gruppo. Wendy è solitamente l’unica ragazza, vista come la mamma dei bimbi, che racconta le favole e li mette a letto. Nel 2023, tuttavia, non è più necessaria una visione materna della donna, e sarebbe inutile perseverare nella convinzione che i Bimbi Sperduti siano tutti maschi. La tematica era stata affrontata anche in altre pellicole, giustificata talvolta con il fatto che le bambine fossero troppo intelligenti per cadere dalla culla e perdersi, finendo sull’Isola che non c’è. Da un lato o dall’altro si ha uno sbilanciamento, che qui viene livellato. Scalda il cuore la scelta di Noah Matthews Matofsky nei panni di Slightly. L’attore, affetto da sindrome di Down, si inserisce positivamente nel cast e nel gruppo dei Bimbi Sperduti, dando spazio a una delle categorie meno rappresentate finora nel mondo del cinema.
Il film merita senza dubbio di essere visto, sebbene ci siano alcune cose da migliorare: non vengono approfonditi gli aspetti relazionali tra i personaggi, il passato di Peter e Uncino rimane incerto e poco trattato, e le sirene, parte importante dell’Isola che non c’è, compaiono come sprazzo di colore nel mare ma non hanno un vero e proprio ruolo. Le musiche sono magistralmente gestite e le ambientazioni rispecchiano l’alta qualità a cui Disney ci ha abituato.