La serie di Paper Mario è quanto di più diverso si possa trovare dai classici capitoli, sia 2D che 3D, dell’idraulico più amato del mondo. Nata come una saga a stampo RPG che offrisse un’esperienza alternativa al solito platform, ci troviamo oggi con un titolo che ha quasi del tutto dimenticato le sue origini, soprattutto nel gameplay. Cosa è dunque oggi Paper Mario Color Splash? Un platform in stile adventure con elementi RPG, che fa del divertimento e della direzione artistica i suoi fiori all’occhiello.
Super Mario Sunshine… al contrario
Nintendo ha dell’incredibile: riesce a creare un RPG in cui la storia è quasi paragonabile a quella di un platform; probabilmente è questa sua immediatezza e leggerezza il punto di forza di Paper Mario Color Splash, che ci butta subito nell’azione (nonostante le prime ore di gioco siano abbastanza lente) senza un plot narrativo che cerchi minimamente di emulare capisaldi del genere come Final Fantasy o Xenogears. Sbarcato con l’immancabile principessa Peach sull’Isola Prisma, il nostro eroe in salopette si renderà subito conto che la festosa e colorata terra dei Toad è solo un ricordo: deserta e senza colori, l’isola ha proprio bisogno che qualcuno si armi di vernice e martello (la tipica arma della saga) e riporti le cose al loro posto. Se quindi in Sunshine ci trovavamo a ripulire un’isola, qui dobbiamo ricolorarla e, guarda un po’, recuperare anche le Vernistelle, che tanto ricordano i Soli Custodi del platform per Game Cube. Anche in Color Splash avremo ovviamente un alleato, questa volta rappresentato da un impavido… barattolo di vernice, che ci aiuterà nel corso dell’avventura donandoci poteri utili sia durante le fasi di esplorazione che di combattimento.
Giocare la carta vincente
Come detto inizialmente, la serie di Paper Mario ha perso il suo stampo prettamente RPG per accogliere un ibrido di generi: anche il sistema di combattimento è totalmente cambiato e riprende, migliorandolo, quello discreto visto in Sticker Star, con l’utilizzo di adesivi/carte. Anche in Color Splash avremo i classici turni e i punti vita, ma nessuna statistica che aumenta con l’avanzare dei livelli, solo combattimenti con vari nemici che, una volta sconfitti, rilasceranno monete, vernice e degli upgrade per il nostro martello che potrà quindi aumentare la quantità di colore trasportabile. I combattimenti, in effetti, sono il vero punto debole di questo gioco: una volta capito come colpire i nemici tramite l’utilizzo delle carte (martellata, salto, sfruttando i Tipo Timido, i Koopa o altri nemici/alleati), si arriverà a volerli evitare visto che, in effetti, spezzano in modo noioso le divertenti sessioni di esplorazione. Nonostante una vena ruolistica e strategica sia rimasta, gli scontri con i nemici risultano alla lunga davvero troppo semplici e noiosi: avremo a disposizione il nostro set di carte da sfogliare sul GamePad e, in base al nemico che ci troviamo ad affrontare, dovremo scegliere l’arma migliore colorandola e consumando quindi vernice per potenziarla al massimo. Tutto questo, legato al fatto che combattere non ci porterà esperienza e quindi nessuno aumento di statistiche, rende gli scontri quasi superflui; fortunatamente i nemici non saranno mai tantissimi e comunque spesso evitabili, quindi non è un aspetto negativo che pesa molto sul giudizio complessivo di Color Splash.
Un mondo da colorare
Se i combattimenti sono il vento che potrebbe far crollare il castello di carte, l’esplorazione è sicuramente il collante che tiene il tutto ben saldo e rende Paper Mario Color Splash l’ottimo titolo che è. La storia è suddivisa in livelli selezionabili tramite una mappa che ricorda molto quella di Super Mario Bros. 3 ed è possibile rigiocare i livelli per poter raccogliere gli upgrade per il martello o collezionare la seconda Vernistella (dove disponibile) per sbloccare diramazioni differenti. Parlando dell’esplorazione, sarà un piacere girovagare per i vari livelli tra spiagge, sotterranei, porti ed altro, sfruttando il potere del nostro martello per ricolorare edifici o anche alleati privati della loro “anima” e quindi temporaneamente ibernati. Colorare il mondo di gioco non sarà fine a sé stesso: potremo ottenere monete o carte da gioco e, in alcuni casi, sarà necessario per poter proseguire nell’avventura risolvendo dei semplici quanto simpatici enigmi.
Il festival della bellezza
Un titolo come Color Splash non punta sicuramente sulla potenza grafica per sorprendere visivamente chi gioca, ma la bellezza dei colori, la semplicità delle forme e quei mondi di carta in cui tutto ricorda un palcoscenico montato ad arte rendono questo ultimo capitolo della saga una gioia per gli occhi. Gli elementi bidimensionali si fondono perfettamente con gli scenari, anch’essi formati da carta o cartoncino, e vedere le nuvole o le navi volanti mosse dai fili come burattini fa sorridere per la genialità e la realizzazione. Di eccellente fattura anche il comparto sonoro, con vocine, effetti sonori ma soprattutto una soundtrack di tutto rispetto. Una menzione d’onore per la localizzazione italiana: non è un criterio che spesso si prende in considerazione per la valutazione di un gioco, ma con Paper Mario Color Splash Nintendo ha davvero fatto un lavoro certosino, andando a citare frasi, eventi (stupendo il FestivalMar) o personaggi che sicuramente non sono presenti anche nella versione anglofana né tantomeno giapponese del gioco.
Abbiamo tra le mani il canto del cigno per Wii U? Se non contiamo The Legend of Zelda: Breath of the Wild un titolo esclusivo per l’attuale console di Nintendo, allora probabilmente sì, questo Paper Mario Color Splash sarà l’ultimo grande titolo per la sfortunata console della grande N. Un titolo ottimo sotto tutti i punti di vista, ormai lontano dal gameplay dei primi due capitoli per N64 e Game Cube, ma che regala tanti sorrisi e divertimento, nonostante i combattimenti alla lunga risultino un po’ noiosi e quasi accessori.