Il 20 febbraio arriva al cinema il terzo film della serie sull’orso Paddington, sequel di Paddington 2, diretto da Dougal Wilson al suo esordio alla regia. Nella versione italiana l’orsetto parla attraverso la voce di Francesco Mandelli, che riesce ad esprimere la tenerezza e la comicità del personaggio in maniera impeccabile. D’altronde Francesco è superbo nel creare personaggi particolari, tutti dalle voci incredibilmente diverse. Questo capitolo racconta del viaggio che l’orso compie per arrivare in Perù a trovare la zia Lucy, accompagnato da tutta la famiglia Brown.
Da Londra al Perù in un attimo
Paddington riceve infatti una lettera dalla Reverenda Madre che gestisce la casa di riposo degli orsi in Perù (Olivia Colman) che lo avvisa che la zia Lucy sta invecchiando e che sente troppo la mancanza del nipote. Paddington decide quindi di ritornare alla sua terra, preoccupato di non poter più rivedere l’orsa ormai anziana.
Nel frattempo nella famiglia Brown le cose sono cambiate: i due figli sono cresciuti, Judy (Madeleine Harris) sta per andare all’università, e Jonathan (Samuel Joslin) passa il tempo nella sua camera a costruire invenzioni meccaniche. La mamma Mary (Emily Mortimer) si sente perciò sola, abituata a passare il suo tempo con i bambini, e il papà Henry (Hugh Bonneville) si butta sul lavoro, dove è arrivato un nuovo capo che istruisce comicamente i suoi dipendenti nel seguire la “teoria del rischio“. I Brown stanno quindi attraversando un periodo di allontanamento che li porterà a riunirsi per accompagnare Paddington nella sua impresa.
La famiglia arriva perciò a destinazione ma scopre dalle suore della casa di riposo che la zia Lucy è scomparsa. Dopo un momento di panico, il gruppo decide di partire alla volta della foresta amazzonica alla ricerca dell’orsa, aiutati ma allo stesso tempo ostacolati da due nuovi personaggi: Hunter e la figlia Gina Cabot (rispettivamente Antonio Banderas e Carla Tous). I Cabot nascondono un passato oscuro e la loro storia si fonderà a quella di Paddington, la ricerca della zia Lucy si unirà a quella dei Cabot di trovare Eldorado, il regno dell’oro. La Reverenda Madre giocherà un ruolo interessante.
Olivia Colman e Antonio Banderas
Numerosi intrecci e uno sfondo un po’ thriller caratterizzano quindi questo film per bambini, che riesce a catturare l’attenzione fino alla fine. Novità apprezzabile di questo capitolo è la presenza di Olivia Colman. L’attrice è fresca, comica e sorprendentemente adatta per questo tipo di film. Uno sguardo buffo e un sorriso inquietante a 32 denti centrano bene il personaggio ambiguo della Reverenda Madre, e Olivia trasmette allegramente questa follia piuttosto strana per una suora. Canta, suona, balla e guida aerei in maniera spericolata, una nuova eroina per il pubblico bambino.
Un altro contributo importante al film lo mette Antonio Banderas: l’affascinante capitano del battello che porterà i Brown verso il cuore della foresta amazzonica, il signor Hunter. Comico nel suo spirito spagnoleggiante e con una bizzarra doppia personalità che l’attore interpreta magnificamente. Complimenti anche all’attrice che interpreta la figlia, la giovane Carla Tous, che pur essendo agli esordi colpisce nello schermo, per la sua sincerità e spontaneità. Impossibile non schierarsi dalla sua parte.
Paddington è pieno di amore
Il film affronta diverse tematiche, si parte con un’analisi del tempo che passa, degli individui che crescono e pian piano si allontanano dal proprio nido, per poi passare alla nostalgia per le proprie origini e all’importanza della famiglia. Quest’ultima è un altro tema centrale, la differenza tra il luogo dove si nasce e le persone con cui poi si cresce e ci si forma definisce quanto una famiglia vera non sia per forza quella di sangue.
Si parla poi del confronto tra i beni materiali e ciò che realmente dona felicità nella propria vita, quanto le relazioni umane siano importanti. E qui Hunter ne è protagonista, confuso tra la scelta di possedere molto oro o vivere con il suo vero tesoro, la figlia. Infine in maniera molto ironica viene affrontata anche la tematica del rischio: il signor Brown attraverso questo viaggio imparerà ad abbracciare il rischio, sconfiggendo la paura per tarantole giganti o affidandosi cecamente alla corrente di un fiume, ottenendo in seguito una promozione lavorativa grazie al suo coraggio.
Paddington 3 ha nuovamente una grafica spaziale, gli orsi e i paesaggi sono ricostruiti in maniera super realistica, facendo sognare ad occhi aperti ogni spettatore. Verso il finale il film diventa poi sempre più coinvolgente, con una fine spassosa che ci lascia con il sorriso stampato in faccia dopo i titoli di coda. E come recitava il bigliettino al collo di Paddington nel primo film: “Please look after this bear“, prendiamoci cura di questo orso, dei suoi messaggi e del suo universo magico a cui tutti noi esseri umani dovremmo imparare a credere di più. Tra qualche giorno al cinema!