Marvel Zombies è il nuovo progetto animato dei Marvel Studios, sviluppato da Bryan Andrews e prodotto da Marvel Animation nel 2025. La miniserie in quattro episodi nasce come spin-off diretto di What If…?, ampliando l’universo narrativo dell’MCU con una declinazione horror che prende spunto dall’omonima saga a fumetti di Robert Kirkman e Sean Phillips. L’idea iniziale era di portare la storia al cinema come film animato, ma vincoli legati ai diritti di Spider-Man hanno costretto i Marvel Studios a ripensare il formato, scegliendo la formula della miniserie. Questo cambio, pur rischioso, si è rivelato coerente con il tono episodico della narrazione. Scopriamo insieme questa nuova serie targata Marvel Television in questa recensione.
Differenze con i fumetti
Il confronto con il materiale originale è inevitabile. Nei fumetti, il virus zombie colpisce esclusivamente i supereroi, che continuano a mantenere intatta la loro coscienza, seppur divorata da un’insaziabile fame di carne umana. Questo portava a un ribaltamento totale dello status quo: i super divoravano gli umani fino a cancellarne l’esistenza. La serie animata sceglie una strada diversa: qui l’epidemia si diffonde indistintamente tra super e umani, e i contagiati si comportano come zombie alla Romero, privi di coscienza e guidati soltanto dall’istinto. L’unica eccezione è il villain principale, la cui natura mantiene tratti di consapevolezza e manipolazione. Una differenza sostanziale che cambia completamente il tono del racconto, rendendolo più vicino all’horror tradizionale e meno al paradosso filosofico dei fumetti.

Underdogs in azione
La storia prende il via cinque anni dopo gli eventi di What If…?. Dal vecchio episodio ritroviamo Spider-Man e Scott Lang in versione testa fluttuante, pronti ad unirsi ad un nuovo gruppo di outsider: i cosiddetti “reietti Marvel”. È evidente che la serie sia stata sviluppata durante la Fase 4 dell’MCU: i protagonisti, infatti, sono personaggi rimasti incompiuti o marginali (almeno all’epoca), che qui trovano spazio per brillare. L’entrata in scena di Blade rappresenta un momento significativo: è la sua prima apparizione ufficiale nel MCU, con le fattezze di Mahershala Ali ma senza la sua voce in lingua originale. Per l’occasione veste i panni di Moon Knight, in un’inedita commistione di identità. A detta degli sceneggiatori volevano assolutamente utilizzare il personaggio, ma allo stesso tempo non volevano creare un precedente troppo forte che andasse ad inficiare sulla realizzazione del personaggio live action, quindi hanno optato per una versione inedita trasformando Blade nel Pugno di Khonshu. Spicca anche la formazione embrionale dei Champions, con Ironheart, Kate Bishop e Ms. Marvel. Proprio quest’ultima si impone come protagonista assoluta, regalando forse la sua miglior versione in tutto l’universo Marvel: coraggiosa, ironica, credibile. Sul fronte villain, la serie pesca a piene mani dall’immaginario post-Endgame: troviamo Thanos con il Guanto dell’Infinito e una Wanda Maximoff spietata e subdola, personaggi iconici ma già visti, che rischiano di sembrare poco innovative rispetto ai loro trascorsi.

Quali sono gli intenti narrativi?
Se The Boys ha ridefinito la satira supereroistica in chiave cinica e adulta, Marvel Zombies sceglie un approccio più diretto e meno sofisticato, ma non per questo privo di spunti. L’apocalisse zombie è metafora di un mondo che divora se stesso, e la perdita di coscienza dei supereroi colpiti diventa allegoria di un potere che, privato dell’umanità, si trasforma in pura distruzione. Al centro rimane il tema dell’eredità: i personaggi marginali, lasciati indietro dalle grandi saghe cinematografiche, sono ora chiamati a farsi carico del futuro di questo mondo in sfacelo. Potrebbe essere visto anche come un messaggio politico e generazionale, che rispecchia l’intenzione dei Marvel Studios di passare il testimone a nuovi volti. Tuttavia, la serie non spinge mai fino in fondo questa riflessione, preferendo concentrarsi sull’azione e sull’impatto spettacolare.

Ritmo e aspetti tecnici
Dal punto di vista tecnico, Marvel Zombies è un prodotto di livello. Le animazioni sono curate, i combattimenti spettacolari e la resa visiva bilancia bene orrore e intrattenimento. La scelta del formato miniserie, con episodi da poco più di 30 minuti, permette un ritmo sostenuto, anche se la struttura narrativa tradisce l’origine cinematografica del progetto: il racconto appare infatti costruito come un unico film diviso successivamente in quattro parti. Questa più che una scelta artistica è stata una scelta obbligata data dagli accordi tra Sony e Marvel per l’utilizzo del personaggio di Spiderman all’interno di prodotti di animazione, infatti, tale accordo esclude la possibilità della marvel di utilizzare il Tessiragnatele in prodotti d’animazione più lunghi di 35 minuti, quindi questo era l’unico modo per includere Peter all’interno di questo prodotto. La colonna sonora alterna toni cupi e momenti più dinamici, sostenendo l’atmosfera horror senza dimenticare l’anima action tipica del MCU. Non mancano tocchi di umorismo, affidati soprattutto a Spider-Man e Scott Lang, che alleggeriscono la tensione senza spezzarla.

Marvel Zombies riesce a intrattenere e a divertire, pur senza rivoluzionare nulla. Non raggiunge la profondità dei fumetti originali né la carica satirica di altri prodotti contemporanei, ma trova un suo equilibrio tra horror, azione e spettacolo. la serie arricchisce l’universo Marvel con dettagli curiosi e cameo attesi. Il rischio è che potrebbe restare un prodotto “di nicchia”, destinato soprattutto ai fan più affezionati e a chi ama le incursioni dell’MCU in generi alternativi.