Se dovessimo ritrovare qualcosa di davvero sensazionale in Metroid Dread, quello non sarebbero il gameplay, la possibile storia o il comparto grafico, bensì la dimostrazione che Nintendo crede davvero in questa serie. Dread si posiziona cronologicamente come il quinto capitolo della storia di Metroid, seguito dal primo titolo per NES, Metroid II (alias Samus Returns) per Game Boy, Super Metroid per SNES e Metroid Fusion per Game Boy Advance.
Incredibilmente, Metroid Dread non solo è canonico, ma al contrario del suo predecessore per 3DS è un capitolo inedito della serie, dopo più di 10 anni dal rilascio di un titolo principale. Questa premessa è importante perché nel guardare verso il passato del franchise ci ricordiamo quali sono i canoni che hanno poi portato alla creazione del genere dei metroidvania, che prende parte del nome proprio dalla saga Nintendo. Le aspettative non possono che essere elevatissime per un titolo che si prospetta essere altrettanto interessante.
Metroid Dread sarà più difficile di Samus Returns?
Al contrario del sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, anch’esso mostratosi durante il Nintendo Direct dell’E3 2021, la sensazione che si percepisce è che abbiamo già visto molto del titolo. Metroid Dread ha due fondamenta differenti: la prima getta le basi su quanto fatto dai talentuosi ragazzi di MercurySteam con Metroid Samus Returns, le seconde riguardano la storia stessa del progetto “Dread”.
Pochi sanno che l’opera era in realtà originariamente progettata per Nintendo DS ma non ha mai visto la luce. Non molto è chiaro in merito alla faccenda, ma proprio durante il Nintendo Threehouse Live il Producer del titolo, Yoshio Sakamoto, ha spiegato che l’idea per la realizzazione di Metroid Dread nacque proprio 15 anni fa, ma venne messa da parte perché non si credeva di aver raggiunto le giuste capacità tecniche per portare alla luce la loro visione.
Il titolo si presenta incredibilmente più frenetico rispetto a Samus Returns, mostrando una componentistica action più presente e appagante. Torna la possibilità di mirare tenendo premuto un pulsante (o chissà, magari la levetta analogica destra stavolta) e di contrattaccare gli attacchi dei nemici segnalati da un effetto luminoso. Come possiamo vedere anche dalle sequenze di gameplay, infatti, già soltanto questo aspetto è stato completamente rivisitato: il tempo tra l’avvio dell’animazione e l’effettivo attacco degli avversari ora è molto più breve, ma il contrattacco di Samus sarà decisamente più ampio rispetto al titolo precedente. Nel complesso, quindi, il sistema di combattimento si presenta con un livello di difficoltà superiore, rendendo Metroid Dread molto più action del predecessore su 3DS.
Il Metroidvania che serve
Il level design, per quanto sia prematuro affermarlo, sembra possa già vantare di una qualità molto elevata. Ad avvantaggiare l’esplorazione c’è poi anche da una mappa eccellente, tirata fuori dal touch screen della console a due schermi e posizionata in alto a destra. Non sappiamo fino a che punto sarà possibile interagire con essa, dato che rappresenta un importantissimo elemento di gameplay, un alleato costante durante tutta l’avventura di Samus.
Gli elementi caratterizzanti della progressione dei giochi di Metroid si presentano anche stavolta, con la presenza di blocchi che nascondono segreti, elementi ambientali con cui è possibile interagire solo con determinati power-up e anche le ormai note porte che possono essere aperte solo con alcuni missili. Ad essere molto interessante è soprattutto una novità che cambierà radicalmente il modo di concepire, giocare e – dal lato nostro – analizzare i giochi di Metroid in 2D.
La maggiore potenza grafica di Nintendo Switch, rispetto al precedente Game Boy Advance, ha permesso al team di sviluppo di ideare nuovi enigmi che alterano l’aspetto e la fruibilità dell’ambiente che circonda il giocatore, in tempo reale. Ad esempio, sparare a delle pareti sommerse potrebbe far fluire l’acqua verso un’altra area, permettendo a Samus di saltare e muoversi con normalità, raggiungendo magari piattaforme prima irraggiungibili. Il potenziale ludico di innovare potrebbe imporre Metroid Dread come uno dei migliori metroidvania mai realizzati, e da appassionati della serie lo speriamo davvero.
Metroid Dread tra horror, action e stealth
Le potenzialità hardware di Nintendo Switch, rispetto al 3DS, ha offerto al team di MercurySteam la possibilità di alzare l’asticella dei dettagli degli elementi in background. Infatti, ora gli oggetti e gli ambienti che fanno parte dello sfondo possono godere di una maggiore profondità e qualità: quei pochi elementi che abbiamo visto finora riescono a differenziare una stanza da un’altra, sebbene non sempre sembrano esserci riusciti. Il trailer di annuncio e il Nintendo Threehouse Live dell’E3 2021 ci hanno mostrato infatti poche sequenze di gameplay, ma sempre incentrate su una delle poche costanti di Metroid Dread.
Gli E.M.M.I. sono dei robot che proteggono il mondo di Metroid 5, rappresentando la vera grande novità di questo nuovo capitolo. Il loro compito è quello di cercare Samus spostandosi in continuazione per varie parti della mappa, dettaglio che introduce due nuove componenti ludiche di Metroid Dread: se la cacciatrice di taglie si trova entro il campo d’azione degli E.M.M.I., rappresentato da un indicatore circolare che li circonda per un’ampia area, emetterà un rumore ogni volta che si muoverà rapidamente allertando il robot più vicino e portandolo in uno stato di attenzione.
Una volta scoperti, verremo rincorsi dagli E.M.M.I. fino a quando non saranno bloccati da particolari ambienti stretti o supereremo una porta. In alternativa, possiamo utilizzare un nuovo potenziamento che ci permette di diventare invisibili e chissà, magari avrà anche altre funzioni durante l’avventura. Fate attenzione a non farvi beccare neanche una volta, però, dato che i loro attacchi avvieranno una cutscene in cui Samus verrà brutalmente trafitta dalle loro armi. Questo dettaglio alza non poco il livello di difficoltà generale e richiederà ai giocatori di tenere sempre gli occhi aperti anche quando non sembra che ce ne sia il bisogno.
Metroid Dread si presenta nella sua inquietudine e già nelle prime sessioni di gameplay – per quanto brevi siano state – si è dimostrato essere un titolo dalla grande qualità generale. Ancor più importante, il team di MercurySteam sta riuscendo a dar vita a una visione di design semplicissima, quasi banale, ma che Joy-Con alla mano potrebbe rivelarsi incredibilmente interessante. Per quanto riguarda l’impianto ludico, c’è da dire che si percepisce molto quanto le nuove dinamiche e meccaniche di gioco siano effettivamente ambiziose, e il rischio di incappare in errori di bilanciamento è davvero dietro l’angolo.
Tuttavia, confidiamo nelle grandi capacità della software house, in forte attesa di scoprire maggiori informazioni sul titolo. Ricordiamo ai lettori che Metroid Dread sarà rilasciato l’8 ottobre 2021 su Nintendo Switch, con degli amiibo e un’edizione limitata dedicati. Su Game Legends trovate molte altre anteprime dei giochi mostrati durante l’E3 2021, come per il sequel di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Forza Horizon 5 o Battlefield 2042.