Megalopolis, Recensione: la “megalomania” di Coppola

Dall'acclamato regista de Il padrino e Apocalypse Now, arriva da Cannes l'assurdo film sul futuro che ha fatto tanto discutere. Ecco la Recensione.

Laura Traina
Di Laura Traina - Contributor Recensioni Lettura da 7 minuti
Megalopolis
5 Mediocre
Megalopolis

Arriva il 16 ottobre sul grande schermo l’atteso film di Francis Ford Coppola, Megalopolis. Con protagonisti Adam Driver e Nathalie Emmanuel, della durata di 2 ore e 20, il film offre sicuramente un’esperienza immersiva particolare. Un film sulla megalomania, sulle utopie e ricco di simbolismi: lo spettatore rimane in uno stato confusionario per quasi tutta la storia.

Trama

Ci troviamo in un impero romano futuristico, la New Rome, un mix tra New York e l’antica Roma. Qui, un architetto dai poteri soprannaturali sogna di cambiare il mondo e ricostruire la civiltà da zero, Cesar Catalina (Adam Driver) immagina quindi una città del futuro ideale fatta di megalon, un nuovo materiale organico fluttuante scoperto da lui stesso. I suoi progetti vengono però ostacolati dal sindaco, Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito), che vede nell’uomo poca concretezza e un pericolo per la stabilità della città.

La figlia di Cicero, Julia (Nathalie Emmanuel), rimane però affascinata da Cesar, in particolare dalla sua capacità di fermare il tempo. Incuriosita, si avvicina all’uomo e lo aiuta nel suo intento, nonostante le discrepanze col padre. Nel frattempo Catilina si è appena lasciato dalla conduttrice televisiva Wow Platinum (Aubrey Plaza), perché ancora troppo coinvolto emotivamente dalla morte della sua ex-compagna. Wow sposa perciò per vendetta lo zio del ragazzo, Hamilton Crassus III (Jon Voight), e lo utilizza per scatenare la sua famiglia, in particolare il cugino Clodio Pulcher (Shia LaBeouf), contro Catilina. Cesar si trova quindi circondato da ostacoli, ma nonostante ciò lotterà per il suo desiderio di creare Megalopolis, sostenuto dall’amore di Julia.

Queste sono solo le linee principali della storia, ma in realtà quello che accade sullo schermo è molto complesso. Tra visioni oniriche e immagini simboliche, il filone narrativo è continuamente spezzettato rendendo difficile seguire in maniera lineare quello che accade. Questo perché Coppola in questo film ha voluto mettere tutto: la critica alla società contemporanea, passata e futura, Il tema del tempo, dello spazio, dell’amore, della morte e chi più ne ha più ne metta. Un futuro distopico che cerca un nuovo futuro, dove tutto è estremizzato al contrario, basti pensare alla scena della festa per la super vergine Vesta Sweetwater (Grace VanderWaal), a cui tutti offrono soldi, mentre atti osceni vengono consumati da altre donne in pubblico come fosse normalità. Per non parlare del bambino armato di pistola, un’immagine scioccante per l’etica moderna.

Megalopolis

Delirio caotico

Di certo quello che percepiamo è il caos, la confusione totale dove si trova il protagonista, ma in cui è immersa anche tutta la città. Monumenti viventi che cadono a pezzi e che si accasciano a terra sopraffatti da questo mondo cupo, la luna che viene rubata da una nuvola a forma di mano, la città utopica formata da onde fluttuanti.

Ci chiediamo se il film nasca da un sogno dello stesso Coppola, essendo tutto così surreale. Di certo, come nei sogni, ogni immagine e frase in Megalopolis è metafora di qualcosa, rendendo la pellicola piena di significato. Dalle citazioni di Marco Aurelio pronunciate da Julia alle numerosi ispirazioni letterarie, filosofiche e cinematografiche, come Metropolis di Fritz Lang.

Un supereroe umano

Ma parliamo del nostro protagonista. Adam Driver è stato bravissimo nell’interpretare quest’uomo geniale. Legato in modo indissolubile al tempo, l’architetto è spaventato dalla velocità con cui tutto fugge , incarnando le preoccupazioni dell’essere umano e il nostro desiderio continuo di poter fermare i minuti. Tant’è vero che quando Cesar Catilina perde la facoltà di fermare il tempo, egli riuscirà a salvarsi solo grazie ad un unico altro potere: l’amore.

Viene naturale chiedersi se questa specie di supereroe incarni anche un po’ il suo regista, un creatore di opere d’arte straordinarie ma che ora sente fuggire il tempo dalle sue mani.  Il film è stato infatti diretto e prodotto dallo stesso Coppola, non avendo trovato nessuno che appoggiasse economicamente l’idea. Ci ha messo quindi tutta la sua speranza e il suo impegno, come Catilina, nel dare vita a Megalopolis.

Megalopolis

Eppure, questo supereroe è «un uomo del futuro intrappolato nel passato» come cita una battuta di Julia, e così è anche per la direzione registica del film.

La fotografia e gli effetti speciali sono infatti troppo arcaici per il genere di film e non sembra un prodotto del 2024. Pur proponendosi come un film futurista, inoltre, Megalopolis ha molto del passato. Contenuti già trattati e rivisitati, per non parlare della figura della donna, strumentalizzata sessualmente e interprete costante del ruolo di colei che sta accanto all’uomo per sostenerlo verso l’ascesa al potere. Niente quindi di così rivoluzionario, anzi.

Simbolismo e citazioni

Aspetto positivo della pellicola, come dicevamo prima, è sicuramente l’uso che si fa del cinema: diventa un mezzo per esprimere in maniera simbolica molti aspetti della vita, c’è uno scopo vero in questo film, dei significati profondi. Molte le citazioni che rimangono impresse nella memoria dello spettatore, perché ogni dialogo nasconde pillole filosofiche:

«Sono due le cose che non si possono guardare dritto negli occhi: il sole e la propria anima» recita Adam Driver

Alla fine però, purtroppo il troppo stroppia, e il film risulta più estetico che emotivo. Si guarda tutto dal fuori e ci si perde in continuazione. La perplessità regna quindi sovrana alla fine di Megalopolis. 

Megalopolis
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Mediocre 5
Voto 5
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Contributor
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Appassionata di cinema, laureata in DAMS e attrice di professione. Respiro di creatività e scrittura.