LOL 2: perché quest’anno non c’è molto da ridere

Parliamo di LOL 2, disponibile su Amazon Prime Video. La seconda stagione del programma che ha catturato milioni di italiani.

Claudio Baldacci
Di Claudio Baldacci - Contributor Impressioni Lettura da 9 minuti

Ci siamo, dopo mesi di attesa è finalmente disponibile su Amazon Prime Video l’irriverente LOL – Chi ride è fuori, stagione numero 2. Lo show che nella precedente stagione ha fatto perdere il fiato dalle risate a centinaia di migliaia, ma forse anche milioni, spettatori della piattaforma di streaming online e che ha scatenato la fantasia del pubblico con la creazione di un numero impressionante di meme che sopravvivono ancora oggi. Sei puntate, circa tre ore di materiale, 10 comici chiusi dentro un teatro che a colpi di battute, gag improvvisate, spettacoli ed interventi esterni, devono eliminare i propri colleghi facendoli ridere. Insomma, chi ride è fuori; chi riesce a non ridere vince. L’anno scorso era stato Ciro dei The Jackal ad averla spuntata, su una concorrenza davvero spietata. Chi non ricorda il “So Lillo” di Lillo, per l’appunto; il “Hai cagato?” (scusate, andava detto per forza), di Angelo Pintus che imitava lo Chef Antonino Cannavacciuolo, ma anche Elio che si palesa travestito da Gioconda e che poi balla il Tip Tap, Fru che si fa ridere da solo e viene eliminato prestissimo; il tubetto sonoro di Frank Matano (che ride in continuazione ma viene sempre graziato), l’eccezionale partecipazione di Caterina Guzzanti e via dicendo? Insomma, nello streaming in Italia è tutto già storia. Erano stati FedezMara Maionichi a “condurre”. O meglio, a controllare i concorrenti nella stanza dei bottoni, in cui svariati schermi mostravano i comici inquadrati da ogni direzione.

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Il cast di LOL 2 tra alti e bassi

Però, stiamo parlando di televisione, intrattenimento, creazione di contenuti. E si sa: quando un prodotto stupisce, innova e diverte, non può farlo per sempre. LOL ne è la dimostrazione. La seconda stagione non sta venendo apprezzata da molti, ma sarebbe giusto chiedersi se sia normale o no, perché probabilmente lo è. In questa stagione troviamo partecipazioni eccezionali come quella di Corrado Guzzanti (su tutti), Maccio Capatonda, il Mago ForestVirginia Raffaele, affiancati dai meno conosciuti Maria Di BiaseGianmarco Pozzoli Diana Del Bufalo; per chiudere con Alice MangioneMax AngioniTess Masazza (CHI?). Battute a parte, ricordiamoci di dare il giusto onore ad Alice Mangione, che era nientemeno che Amalia Frellioje nel mitico fake-trailer de La febbra di Maccio Capatonda. Altissimi e memorabilissimi momenti della tv italiana. E non si discute.

In fondo, anche il cast di questa stagione non è affatto male. Anzi, probabilmente per alcuni versi è superiore a quello della prima. Ma allora, che cosa manca in LOL 2? Non è difficile rispondere a questa domanda: la spontaneità. Quando ci siamo trovati di fronte ad un programma del genere, l’anno scorso, neanche noi spettatori abbiamo saputo reagire all’originalità di quel format. Uno show basato su comici che non devono far ridere, ma come è possibile? Eppure questo meccanismo ha fatto ridere all’inverosimile gli spettatori ed ha creato momenti comici veramente memorabili. Tutto grazie a quella spontaneità che gli stessi comici avevano, ignari di tutto ciò che sarebbe successo. In LOL 2 è esattamente il contrario.

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LOL 2: troppo pilotato e poco spontaneo rispetto alla prima stagione

I comici hanno avuto modo di vedere la stagione precedente, di prepararsi, di organizzarsi e anche di trovare modi per non ridere. La sensazione è quella che questa stagione corra su binari non solo auto-imposti dai comici stessi, ma anche dagli autori. Un momento geniale che l’anno scorso è stato improvvisato come quello del Musical, quest’anno è stato invece imposto da uno dei fintissimi pulsanti premuti da Fedez. Come se i comici non potessero inventarsi qualcos’altro di geniale. Una sorta di deus ex machina che porta ad una scena che non potrà mai essere come quella vista in precedenza, in primis perché, per l’appunto, già vista e quindi meno interessante; in secundis perché per i comici sarà impossibile non provare a fare meglio, arrivando all’inevitabile risultato del fare peggio. Lo stesso discorso si potrebbe riproporre anche per la ricorrente presenza di Lillo. Risultato come il personaggio della prima stagione, quello per cui può considerarsi cambiata addirittura la carriera di comico; qui è una presenza un po’ di troppo. Sia chiaro: Lillo è un genio e fa sempre bene vederlo in giro; il momento in cui Maccio Capatonda lo scopre travestito da Posaman nella teca di vetro è assurdamente divertente, ma… in fondo: perché? La sola presenza di Lillo in questa stagione è in realtà una vera sconfitta. Se ricordate bene, al sesto episodio del primo LOL, Lillo viene rimandato in scena (ed anche la stessa Mara Maionchi partecipa per qualche minuto), perché il gioco rischiava concretamente di non finire. In LOL 2, invece, Lillo interviene da subito, più volte e non facendo altro che riproporre scene già viste nell’edizione precedente. Di nuovo, la domanda sorge spontanea: perché?

Sembra quasi che gli autori di questa stagione non avessero fiducia nelle potenzialità dei comici scelti. Allora, perché sceglierli? Perché limitare il potenziale tempo di invenzione di comici del calibro di Virginia Raffaele e Corrado Guzzanti? Come pensare che già da soli non fossero in grado di reggere l’intero programma? Perché in effetti, così sarebbe stato. Senza fare troppi spoiler: non sono affatto mancati momenti divertenti. Le voci ed i personaggi di Corrado Guzzanti, assolutamente geniale anche nel creare gli assist alle gag degli altri comici, per far ridere i propri avversari: un altro livello. Le imitazioni di Virginia Raffaele, la fotografia del Mago Forest; la dissacrazione della barzelletta, i giochi di parole e le facce di Maccio Capatonda. Anche il tacito accordo di bullismo nei confronti di Max Angioni ha il suo perché e merito a lui per averlo cavalcato ed usato a proprio vantaggio. Per quanto riguarda altri comici invece, non pervenuti (né più né meno che nella scorsa stagione).

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Fedez e Frank Matano erano così necessari?

Purtroppo questa analisi non può terminare senza aver parlato anche solo un momento della conduzione, errore nell’errore. Fedez, che è veramente un mistero. Non si capisce perché Fedez possa essere scelto per provare a fare una cosa di cui proprio non è capace: condurre un programma. Ma perché? Perché voler costringere a tutti i costi un personaggio a fare ciò per cui non è proprio portato? La sua partecipazione è di una debolezza unica, affiancata da una spalla sostanzialmente inesistente. La funzione di Frank Matano (anche qui, perché proporre qualcosa di già visto nella scorsa edizione?) è quella del far ridere dove il programma non fa ridere. Complice il montaggio, criticato infatti dagli stessi conduttori, i due sembra che ridano in continuazione anche in momenti per niente giustificati e che siano perennemente distratti. Come possono essere attenti agli schermi e punire le risate altrui se non fanno che ridere e guardare altrove? Sembra che questa conduzione abbia la stessa identica funzione delle risate finte di sottofondo nelle sit-com: dare fastidio.

Detto tutto questo, forse LOL sarebbe dovuto essere stato il programma una-tantum, da proporre una volta o poco più, ma facendo ben riposare il format, senza stressarlo. Questo strapazzamento invece ha creato pochi momenti divertenti che, ribadiamo, ci sono stati, ma comunque mediamente più deboli che nella scorsa stagione, senza che i protagonisti ne avessero una vera colpa. Meglio non pensare che ciò che vediamo sia il montaggio dei momenti più belli di sei ore totali. Insomma, nelle tre che non abbiamo visto, cosa potrà mai essere successo? Resta comunque la curiosità che in futuro Amazon Prime Video possa pensare di riproporre il format, magari stravolgendolo, trovando un cast sensazionale, soprattutto dando una maggior libertà creativa. Perché diciamocelo: questo programma ha una potenzialità inimmaginabile ed è sicuramente uno dei prodotti più belli mai visti nella televisione moderna.

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Contributor
Videogiocatore vecchio stampo, purista e rompiscatole. Di quelli cresciuti con Playstation 1, Playstation 2 e Game Boy Color. Amante del cinema e delle serie TV, sempre attento alle nuove uscite e speranzoso che nuovi e interessanti prodotti popolino la nostra vita fino a farci diventare asociali. No, forse questo è meglio di no. Speaker radiofonico di www.radioeverywhere.it dove il mercoledì dalle 18 alle 20 parla di colonne sonore di film, videogiochi e tv e anche giocatore semi-professionista di Texas Hold'em. Basta.