Jusant è un viaggio all’interno di una civiltà antica, dove apprenderemo il passato e scopriremo cos’è successo a chi è vissuto in quelle che ora sono delle rovine. È un gioco molto silenzioso e contemplativo, ma questo non significa che sia noioso, grazie al suo gameplay. Addentriamoci in questa scalata con la recensione di Jusant, sviluppato da Don’t Nod.
Una civiltà scomparsa
Jusant riprende quella che è la tendenza dei giochi recenti, e la inverte. Infatti si tratta di un gioco dove viene narrato tutto molto silenziosamente, al contrario di ciò che accade con tantissime software house preferiscono prendere per mano il giocatore, raccontando per filo e per segno cosa gli sta succedendo intorno.
L’obiettivo che avremo sarà quello di scalare un’enorme pila di rocce, che sembrano proprio case di una civiltà antica. Da qui impareremo conoscere com’era strutturata questa civiltà e soprattutto a comprendere cos’è successo. Sì, perché tutt’intorno a queste rocce c’è solo deserto e desolazione, un posto dove prima c’era dell’acqua che poi ha iniziato a recedere, così tanto da scomparire nel nulla. Sarà compito nostro capire cos’è successo, e perché sia avvenuto qualcosa di così spettacolare come la scomparsa del mare, lasciando solo i ricordi.
Questo è un po’ il tema principale di “Jusant” che, come ci raccontano gli sviluppatori del gioco all’inizio dell’avventura, significa “abbassarsi”, parola principalmente utilizzata in ambito marittimo.
Scalare per capire
Il gameplay di Jusant è molto semplice, alla sua base. Infatti dovrete semplicemente scalare la grossa “montagna” che avrete davanti, e i comandi sono semplici da capire e anche decisamente responsivi. Ma come si scala? Molto semplice: il grilletto sinistro sarà la vostra mano sinistra e il grilletto destro sarà la vostra mano destra, quindi dovrete alternarli per agganciarvi di roccia in roccia.
Avrete con voi una corda per vi impedirà di cadere giù e morire, ma questa non sarà di una lunghezza infinita, e cambierà colore man mano, da viola a celeste. La corda sarà anche colei che vi farà salvare il checkpoint, e soprattutto sarà utile per correre sui muri.
Ovviamente il tutto è gestito da una barra della stamina molto simile a quella di Breath of the Wild o Genshin Impact, che può essere ricaricata fermandosi un attimo. Mentre andate avanti con l’avventura, sarà possibile sfruttare nuove abilità, come ad esempio saltare più in lungo, oppure il vostro compagno che potrà rendere le piante raggiungibili e scalabili. Queste sono solo alcune di esse, ma ce ne sono anche altre.
Il sistema di comandi e la gestione della stamina sono realizzati davvero bene, ed è possibile comprendere tutto il necessario fin dalle prime battute del gioco. Il tutto è accompagnato da una telecamera che riesce sempre a seguire i movimenti, e si allontana o avvicina in base alle necessità.
Il mondo di gioco è strutturato in modo che man mano che si progredisce nell’avventura, gli enigmi ambientali diventino sempre più difficili, e dovrete necessariamente utilizzare tutto “l’arsenale” di abilità a vostra disposizione per poter raggiungere la cima.
Il gioco non ha dialoghi, ma durante l’esplorazione potete trovare delle stanze segrete con dei murales o altri tipi di “collezionabili”, che vi racconteranno un po’ del popolo antico che viveva tra quelle mura, e di cosa sia successo al mare.
Ma com’è da vedere?
Jusant ha un bellissimo colpo d’occhio, grazie ai suoi colori non molto accesi e alla scelta presa degli sviluppatori per quanto riguarda lo stile grafico: uno stile cartoon che riesce ad essere unico, nella sua semplicità. Proprio come tutto il gioco.
Il comparto audio è ottimo: il sound design è sempre azzeccato e riesce a dare la sensazione di fatica che sta affrontando il personaggio – che non ha un’identità ben precisa – coadiuvando anche l’immersività. Lo stesso si può dire della musica, che appare sempre nel momento giusto a riesce ad essere “eterea”, così tanto da farvi quasi pensare di essere in un posto fuori dal mondo.
Possiamo dire che Jusant non sia un gioco per tutti, dato che sembra a tratti un Death Stranding (ma senza le cutscene), dato che il racconto viene srotolato davanti a voi scalata dopo scalata, checkpoint dopo checkpoint. L’atmosfera eterea del titolo è sicuramente simile invece a giochi come Journey, che ha segnato l’epoca PlayStation 3. Non siamo a quei livelli, ma possiamo sicuramente dirvi che se vi è piaciuto quel titolo, questo vi darà sensazioni molto simili.