It Takes Two – Recensione, quando l’amore ha un altro colore

Vi proponiamo la recensione di It Takes Two, il gioiello di EA Originals sviluppato da Hazelight Studios che si è rivelato una divertente sorpresa.

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 9 minuti
9.5
It Takes Two

Il periodo storico che stiamo vivendo è decisamente particolare, e molto probabilmente il più difficile che a livello globale la popolazione moderna abbia mai affrontato. I videogiochi sono stata una delle piccole ancore di salvezza fin da subito, un baluardo che ci ha aiutati a difenderci dal malessere e non solo. In un panorama del genere potrebbe essere difficile – o allo stesso tempo puramente facile – capire di che cosa abbiamo bisogno noi giocatori, ma come il cavaliere dall’armatura scintillante che compare proverbialmente nel posto giusto al momento giusto, ecco arrivare It Takes Two, un titolo talmente puro e genuino, ma allo stesso tempo divertente e simpatico, da centrare in pieno praticamente ogni obiettivo che si è posto. Allontanandosi dalle tematiche molto più action che abbiamo visto con il loro A Way Out, lo studio svedese di Hazelight Studios ci propone un gioiellino non troppo complicato o difficile da portare a termine, ma che è in grado di intrattenere i giocatori di tutte le età con tanto di lode. Un titolo con una forte carica emozionale incentrato sulla cooperazione, i temi dell’amore per una figlia e quello di una crisi di coppia posti in una situazione surreale, ma con tanto di spalla comica e simpatici personaggi secondari a rendere il tutto più frizzantino ed allegro. Scopriamo insieme questo nuovo EA Original nella nostra recensione.

Un matrimonio da riparare… o da ricostruire?

Il Game director del gioco Josef Fares ci ha abituati già dalla prima opera dello studio a una narrazione davvero dettagliata e profonda, capace di toccare tasti particolarmente delicati. Ebbene, anche It Takes Two è della stessa pasta, ma stavolta questi temi saranno il motore del gioco dall’inizio dell’avventura fino ai titoli di coda (che vi terrà impegnati per almeno 12 ore). Se A Way Out ci chiamava a collaborare in un setting tutt’altro che family friendly, stavolta Hazelight cambia il passo e ci porta in un mondo allo stesso tempo reale e fantastico, e dove il divertimento è a dir poco assicurato per tutte le età.

Cody e May sono i genitori di una piccola bambina di nome Rose, alla quale entrambi vogliono davvero tanto bene. Tuttavia tra i due genitori da qualche tempo si sono sviluppati attriti determinati da alcune “classiche” dinamiche familiari, attriti che purtroppo stanno sfociando in ciò che di peggio potrebbe succedere alla piccola Rose: la separazione tramite divorzio. Nonostante sulle prime sembri che la bambina rimanga impassibile, con tutto il suo cuore e l’innocenza della gioventù invoca l’aiuto di un piccolo libricino per fare in modo che sbocci di nuovo l’amore nei suoi genitori. Proprio Cody e May erano sempre stati impersonati nei suoi giochi da due piccole bamboline, e faceva in modo che il lieto fine fosse possibile… e se tutto questo divenisse realtà? Forse un po’ troppo.

La sua richiesta d’aiuto, il suo forte desiderio, le sue lacrime, hanno fatto sì che si attivasse una sorta di magia… che ha portato i suoi genitori nei corpi delle sue bamboline! Ancora ignari di come tutto ciò sia accaduto, Cody e May vengono accolti dal Libro dell’Amore del Dr. Hakim, che ha preso vita quasi fosse uscita da Pagemaster e che col suo accento spagnolo comunica alla coppia la sua missione: farli tornare insieme e riparare il loro matrimonio! Oltre alla famigliola, questo libro sarà il personaggio comprimario più importante del gioco, che vi guiderà (e ostacolerà) con i suoi consigli e le sue azioni, ma soprattutto diventando un’essenziale ed estremamente riuscita spalla comica. Tuttavia la coppia avrà come scopo principale quello di tornare nei rispettivi corpi, quindi gli scopi non saranno proprio coincidenti… che le cose cambino col tempo?

Da qui in poi non continueremo con i dettagli narrativi per evitare spoiler, ma sappiate che il gioco riuscirà a confermarsi interessante per tutta la sua durata, grazie anche ad un’ottima varietà di situazioni e ad un ritmo sempre molto alto.

Una (mini) grande avventura!

Il gioco si costruisce come un platform in 3D da giocare interamente in cooperativa e con l’obbligo di essere in due. Non pensiate tuttavia di trovarvi di fronte ad un titolo come gli altri, o che faccia tesoro di una singola meccanica e vi costruisca intorno il tutto, perché il nostro lungo viaggio verso il ritorno alla normalità sarà estremamente vario: ogni capitolo sarà diviso in sezioni (intervallate spesso da cutscene narrative), e ognuna di esse splenderà con delle proprie particolarità! Cody e May cambieranno infatti di volta in volta i gadget a disposizione in base alla zona dove giocheremo, e lo fa con una naturalezza incredibile. Chiaramente questi gadget saranno indispensabili per risolvere enigmi ambientali, per superare gli ostacoli, e chiaramente per sconfiggere i nemici qualora ce ne fossero. Ad esempio nel primo capitolo May avrà a disposizione un martello, mentre Cody dei chiodi, e dovranno essere sfruttati in contemporanea amalgamando i loro poteri per procedere. E alla fine della sezione o del capitolo? Beh… preparatevi per incredibili bossfight!

it takes two recensioneIn realtà c’è ancora molto da dire: non prendete la parola “platform” in modo troppo specifico, perché nonostante il gioco si rispecchi per buonissima percentuale in questo genere, ci sono decine e decine di sfaccettature e di cambi di gameplay che si adatteranno ogni volta al momento che stiamo vivendo: dai cambi di inquadratura, a sezioni bullet hell o ad ostacoli, fino a momenti dove cavalcheremo veicoli, o addirittura combatteremo in vero stile picchiaduro, It Takes Two non vi farà mai vivere la stessa cosa due volte di fila.

E ancora, per tirare il fiato durante le varie sezioni sono sparsi diversi minigiochi (25 in totale) dove sfidarvi testa a testa con il vostro compagno, e tantissimi easter egg da trovare e che vi faranno senza dubbio sorridere.

It Takes Two

It Takes Two: il gioco di cui avevamo bisogno

Rimane veramente difficile spiegare per quanti motivi It Takes Two sia un titolo a dir poco imperdibile, perché ad ogni caratteristica buona, se ne aggiunge un’altra ottima. Potremmo parlare dell’incredibile cura sul piano grafico di ogni singola parte, che su PlayStation 5 raggiunge livelli maestosi, o potremmo parlare del modo perfetto in cui sono stati caratterizzati i personaggi, non solo nella presentazione visiva, ma anche per le loro personalità e le voci inglesi che vi sono state accostate, o magari ancora di come sia divertente nel più genuino dei modi, anche grazie al già citato Dr Hakim.

Tuttavia però, il grande salto di qualità viene conferito dal contesto, non solo in game, ma contemporaneo. Abbiamo di fronte un gioco cooperativo, che spinge a passare oltre 12 ore di tempo filate con un proprio amico, un familiare o la persona amata, e lo fa “costringendovi” a collaborare e a seguire una storia davvero toccante, che richiama neanche troppo velatamente situazioni che molte famiglie si trovano a vivere tutti i giorni. Abbiamo di fronte un gioco che vi farà sedere accanto a questa persona, oppure vi farà giocare a distanza con essa senza neanche comprare un nuovo gioco grazie alla funzionalità del codice amico, e dove l’acquisto del prodotto ha un rapporto qualità prezzo assolutamente alto. Abbiamo di fronte un gioco che unisce in un periodo di divisione, in un periodo di chiusure, dove il contatto sociale è ridotto all’osso. Abbiamo il gioco giusto al momento giusto, che sia per fortuna o per lungimiranza.

It Takes Two
9.5
Voto 9.5
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.