Hands On Transformers Devastation Milan Games Week

Tiziano Sbrozzi
Di Tiziano Sbrozzi - Senior Editor News Lettura da 2 minuti

Transformers Devastation si è rivelata una delle chicche disponibili al Milan Games Week, la fiera annuale dedicata al videogioco in Italia.

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Il titolo si presenta al meglio con una grafica che non sfigura affatto nonostante il gioco sia stato prodotto per vecchia generazione e poi adattato alle versioni correnti delle grandi di casa Sony e Microsoft. Nel corso della mia prova ho potuto testare due modalità: parte della storia dove si richiedeva una certa capacità di intuizione nel muovere il nostro Autobot verso la destinazione successiva, affrontando sfide di intelligenza stile puzzle game per poi affrontare terribili Decepticons in combattimento.

Combattimento che in Transformers Devastation si rivela piuttosto articolato: dovrete infatti alternare la vostra forma di auto a quella robotica per poter ottenere il massimo dell’efficacia dei vostri colpi. Esistono poi avversari muniti di scudo e altri ancora che volano e li sarà nostro compito capire quale danno sarà più efficace contro uno specifico nemico.

La seconda modalità è stata una sorta di arena a “sopravvivenza”: venivo assediate da orde di nemici sempre più forti e numerosi contro i quali dovevo ogni volta pensare parecchio a quale tattica fare ricorso per evitare la sconfitta.

Il gioco si presenta bene con una grafica pulita, un gioco di cellshading ben strutturato e un ottima combinazione di tra Hack & Slash unita agli elementi GdR che ormai imperversano in qualsivoglia titolo moderno. Bellissima l’idea di sfruttare il design del cartone animato classico che strizza l’occhio alla moda del retrò su cui molti giochi fanno affidamento oggi.

Probabilmente il miglior titolo sui robottoni americani che sia uscito da tanto tempo!

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Senior Editor
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.